Emanuele Ricco, la lezione del topolino e l’elefante

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Finanziamenti e agevolazioni

Agricoltura

 


Mutuo 100% per acquisto in asta

assistenza e consulenza per acquisto immobili in asta

 

Dall’Italia all’Arabia Saudita guardando agli Stati Uniti e alla Cina, il futuro dell’intelligenza artificiale attraverso lo sguardo del giovane ricercatore italiano, tra accademia, impresa e dinamiche globali

L’intelligenza artificiale è il topic più discusso degli ultimi anni, che richiede un numero crescente di investimenti in tutte le sue sfaccettature. Secondo il report di International Data Corporation, la spesa globale relativa all’AI raggiungerà i 632 miliardi di dollari entro il 2028, raddoppiando il valore attuale. Ero immerso nei miei pensieri romani, osservando l’infinita “coltre” di palazzi del centro storico e mi è venuto in mente Emanuele Ricco, giovane ricercatore e imprenditore da qualche mese trasferitosi in Arabia Saudita per un PhD in Computer Science.

Quale sarà il futuro dell’AI?

«Quando penso al futuro dell’AI, mi viene subito in mente il paper redatto a fine 2023 dal team di Google Mind riguardo l’AGI (Artificial General Intelligence), ovvero quella tecnologia che dovrebbe superare le potenzialità umane secondo una visione distopica. ll paper propone sei livelli, definiti in base alla capacità tecnica di svolgere compiti attualmente affidati agli esseri umani, oltre alla capacità di apprendere e applicare nuove abilità. È particolarmente interessante osservare come l’AI, in ambiti specifici, sia già in grado di sovraperformare le capacità di qualsiasi scienziato, come dimostrato da AlphaFold, ma risulti ancora limitata nella capacità di acquisire e comprendere nuove competenze. Una delle sottotecnologie più rilevanti è il RAG, una tecnica che consente di ottimizzare i modelli esistenti integrando dati in tempo reale e migliorando i prompt, senza aumentare la complessità computazionale e superando così alcune delle principali limitazioni dell’AI attuale. Se fai una domanda a ChatGPT-3.5 oppure a Claude, i modelli allucineranno quasi sicuramente. In GPT-4, come in altri modelli come Gemini, il RAG migliora decisamente l’efficienza degli LLM».

Emanuele, perché ti sei trasferito proprio in Arabia Saudita?

«Dopo aver studiato Fisica per tanti anni, prima a Salerno e poi a Torino, ho conosciuto per caso il mondo dell’intelligenza artificiale durante la mia tesi magistrale. All’epoca stavo sviluppando un modello basato sulla meccanica quantistica per analizzare e prevedere i mercati finanziari con un approccio prettamente quantitativo. Quasi contemporaneamente iniziai a lavorare a Roma per una società in cui mi occupavo proprio di metodologie predittive in ambito finanziario ed energetico. E così ricevetti l’opportunità di intraprendere un percorso di dottorato di ricerca al KAUST, la prima università del Medio Oriente. Forse non tutti sanno che questa istituzione si distingue come uno dei centri di eccellenza più avanzati al mondo e di recente ha lanciato il Center of Excellence for Generative AI, dedicato allo sviluppo di tecnologie innovative in linea con Vision 2030, il programma che sta letteralmente trasformando il paese. A novembre scorso, l’Arabia Saudita ha investito 100 miliardi di dollari nel progetto Transcendence, il piano strategico per posizionare il paese come leader globale nello sviluppo di infrastrutture tecnologiche all’avanguardia, inclusi data center, centri di ricerca di eccellenza e il sostegno alle startup. KAUST rappresenta un pilastro fondamentale di questo programma, grazie a risorse come il supercomputer Shaheen III, uno dei più potenti al mondo per capacità computazionale. Il KAUST, inoltre, riunisce docenti di livello assoluto come Jurgen Schmidhuber, riconosciuto a livello internazionale come uno degli inventori del Deep Learning. Il mio quotidiano lavoro di ricerca si basa sullo studio di reti neurali e LLM tramite le mie conoscenze di matematica e fisica con ricadute nel settore della cybersecurity, tema fondamentale nel 2025».

Finanziamenti personali e aziendali

Prestiti immediati

 

Quali sono i driver più importanti per lo sviluppo dell’AI?

«Personalmente sono uno strenuo sostenitore del connubio fra mondo accademico e aziendale nel settore dell’intelligenza artificiale. A differenza di altri ambiti, servono anni di studio, reputazione scientifica a livello internazionale e un forte track record di pubblicazioni per poter ambire a fondare unicorni del settore. Basti pensare a realtà come Perplexity e Anthropic, due tra le società più avanzate sia per i modelli sviluppati che per la visione complessiva sull’AI: entrambe guidate da CEO che in passato hanno ricoperto il ruolo di ricercatori. Le competenze, da sole, non sono sufficienti: il training di ChatGPT-5, per esempio, è costato circa un miliardo di dollari e ha richiesto oltre sei mesi di lavoro, rendendo indispensabile il ricorso a capitali esterni. Negli ultimi cinque anni gli USA hanno investito 328 miliardi di dollari in AI, con un incremento del 65% nel 2023 rispetto al 2019, più che doppiando la Cina che però, non va sottovalutata».

Di cosa parli esattamente?

«Recentemente DeepSeek, startup cinese controllata dall’hedge fund High-Flyer basato a Hangzhou, ha rilasciato un’app free subito diventata la più scaricata negli USA. Potenzialmente questa notizia potrebbe essere un uragano a livello geopolitico poiché il costo di sviluppo si aggira sui sei milioni di dollari, meno di un millesimo dei suoi rivali. Questa notizia ha seminato il panico sui mercati, provocando il crollo del 10% di NVIDIA e del 4% del NASDAQ, potenzialmente bruciando oltre mille miliardi, secondo gli analisti di Bloomberg. Da ricercatore preferisco mantenere una posizione sempre critica. È ancora presto per trarre conclusioni affrettate, soprattutto alla luce della nuova presidenza Trump e dell’inasprimento dei dazi che potrebbero giocare un ruolo rilevante in questo scenario competitivo. La startup cinese ha sconvolto l’equilibrio dell’intelligenza artificiale. Ma l’equilibrio è sempre precario anche nelle dinamiche globali. Alla fine c’è sempre un topolino che spaventa l’elefante. In generale, ritengo che è meglio concentrarsi sulla ricerca di casi d’uso sempre più innovativi, in cui tecnologie come l’AI e il Quantum possano essere applicate per ottimizzare i processi. Come diceva Steve Jobs, non bisogna mai partire dalla metodologia, ma dal problema».

Puoi fare un esempio?

«Il tema delle comunicazioni sicure, soprattutto con l’ascesa di Elon Musk e Starlink alla Casa Bianca, è diventato un tema fondamentale. Thales Alenia Space ha annunciato l’avvio della prima fase di sviluppo di QKD-GEO, il primo sistema basato su Quantum Key Distribution (QKD) in orbita geostazionaria. Questa tecnologia sfrutta le proprietà quantistiche dei fotoni per garantire la trasmissione sicura dei dati. Il quantum computing, nonostante non abbia lo stesso hype dell’AI, è un insieme di metodologie da tenere d’occhio poiché potenzialmente rivoluzionarie in tantissimi settori, soprattutto legati alla cybersecurity. Come OpenAI nel 2022 si assicurò il predominio nel settore dell’AI con ChatGPT, vedremo chi dominerà il settore del quantum».

Quali consigli daresti a un giovane che desidera intraprendere una carriera nel mondo IT?

«Il primo passo è studiare con impegno e diventare esperti della propria materia. Ma le competenze tecniche da sole non bastano più. È fondamentale anticipare i trend tecnologici, individuare i centri di eccellenza dove poter crescere e, soprattutto, non relegare la propria visione al dettaglio analizzato quotidianamente. La vera innovazione, oggi, è sia verticale nello sviluppo di nuovi tool innovativi per il miglioramento dei processi esistenti, ma anche orizzontale, guardandosi attorno e imparando sempre, anche dai video su YouTube».

Sconto crediti fiscali

Finanziamenti e contributi

 





Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link