Nei giorni scorsi, l’ex cancelliera tedesca Angela Merkel, artefice della crisi migratoria tedesca, ha nuovamente criticato il leader del suo partito democristiano Cdu, Friedrich Merz, per aver consentito al partito di destra Alternative für Deutschland (AfD) di sostenere le proposte di inasprimento delle leggi in materia di asilo. L’opinione pubblica tedesca sostiene una collaborazione tra i partiti di centro destra, soprattutto contro l’immigrazione incontrollata ed i folli eccessi ambientalisti.
Le continue critiche dell’ex cacelliera, oltre al possibile rischio di rompere l’unità del partito, mostrano un distacco grave dalla realtà sociale tedesca e sono ampiamente contrarie all’opinione espressa dai cittadini tedeschi e rilevata in un nuovo e recente sondaggio, nel quale la maggior parte dei tedeschi vorrebbe che i migranti illegali e senza documenti venissero respinti alla frontiera, incrementando il consensi sia della coalizione cristiano democratica di Cdu/Csu sia le propensioni al voto verso AfD. La Merkel che aveva già criticato e Merz prima del voto decisivo al Bundestag del 31 gennaio e, di conseguenza, una decina di deputati legati all’ex cancelliera avevano fatto mancare i voti necessari per l’approvazione della legge promossa dal loro stesso partito contro l’immigrazione illegale.
La stessa Merkel, evidentemente sofferente delle stesse sindromi di delirio di onniscienza e onnipotenza mostrata da Romano Prodi recentemente in Italia, è tornata il 5 febbraio a criticare ancora una volta il leader del suo partito e candidato alla cancelleria tedesca Friedrich Merz, per le possibili tattiche di cooperazione con l’AfD, affermando di essersi sentita obbligata a parlare «in una situazione così cruciale» per il proprio paese e per il suo stesso partito ed esortando «i partiti democratici a parlarsi di nuovo».
Nonostante le malinconiche ed irrealistiche evocazioni dell’ex cancelliera per le coalizioni social-democristiane dei decenni scorsi, secondo un sondaggio di Ard Deutschlandtrend pubblicato giovedì 6 febbraio, il partito di Merz ha guadagnato consensi dopo la indiretta collaborazione con la destra di AfD sull’immigrazione. La Cdu/Csu ha guadagnato un punto percentuale rispetto alla settimana precedente, attestandosi ora al 31% e anche l’AfD ha guadagnato un punto percentuale e si attesta al 21% al secondo posto. Il leader cristiano democratico Friderich Merz ha guadagnato anche in termini di popolarità personale (+4 punti percentuali) e come candidato preferito per la carica di cancelliere (+5 punti percentuali). Il sostegno al Partito Socialdemocratico di Scholz invece rimane al 15%, mentre i Verdi sono scesi di un punto al 14%, dopo che entrambi i partiti avevano aspramente criticato la decisione di Merz di accogliere il sostegno della destra sovranista per una riforma restrittiva delle norme sull’immigrazione.
L’establishment socialista al potere non demorde e ancora ieri, dopo aver diffuso per settimane voci sui timori di interferenze elettorali da parte di imprecisati malviventi russi e americani, ha colto il primo successo legale. La “Società tedesca per i diritti civili” (Gff) e la “Democracy Reporting International” (Dri), entrambe sostenute dalla Open Society Foundation, hanno ottenuto una sentenza del tribunale che ordina alla piattaforma social X di fornire immediatamente loro i dati, in modo che possano studiare le conversazioni pubbliche e le attività sulla piattaforma, per verificare che non ci iano state eventuali interferenze nel confronto elettorale, dato che in vista delle elezioni nazionali, Musk aveva utilizzato X per trasmettere il suo sostegno personale al partito di destra AfD e aver ospitato una conversazione in live streaming con la sua co-leader e candidata del partito per la cancelleria, Alice Weidel.
Quando i tedeschi si recheranno ai seggi elettorali il prossimo 23 febbraio potranno esprimere due voti: uno per il candidato che rappresenterà il loro collegio elettorale e il secondo per la lista di un partito, che di solito elenca tra i 10 e i 30 candidati. Il sistema viene spesso definito “rappresentanza proporzionale personalizzata”. Il primo voto, per un candidato scelto direttamente che si candida nella rispettiva circoscrizione elettorale, determina la metà della composizione totale del parlamento (Budenstag), assicurando che ogni circoscrizione sia rappresentata. Il secondo voto determina la forza complessiva dei partiti nel Bundestag e quanti candidati di quella lista statale siederanno in parlamento il cui numero totale, dal 2025, sarà di 630 seggi.
Le elezioni tedesche saranno decisive non solo per Berlino ma anche per il futuro europeo. Ci libereremo dal giogo di potere socialista, dai suoi condizionamenti politico culturali e dalle sue devianze ideologiche centraliste degli ultimi decenni o saremo ancor più schiacciati sotto il tallone della loro oppressione illiberale?
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