● Bilancio,Capitale naturale,Servizi ecosistemici
Abstract: Il disegno di legge n. 1028/2024, presentato al Senato il 20 febbraio 2024, prevede l’introduzione, per i Comuni, di un Bilancio ecologico-economico dei servizi ecosistemici (BEESE). Tale strumento potrebbe rappresentare un passo significativo verso il riconoscimento e la valorizzazione del capitale naturale e dei servizi ecosistemici nei processi decisionali e nel governo del territorio, nonché nel ripensare la finanza pubblica.
Davide Palazzo
Introduzione
Il capitale naturale e i servizi ecosistemici (come la regolazione climatica, la purificazione dell’acqua, la fertilità del suolo e la biodiversità) sono risorse fondamentali per il benessere umano e lo sviluppo economico. Tuttavia, essi sono spesso esclusi dalle tradizionali analisi economiche, configurandosi come esternalità positive e beni pubblici (in senso economico) e dando luogo a fallimenti del mercato.
Il disegno di legge n. 1028/2024, presentato al Senato il 20 febbraio 2024, prevede, all’art. 9, l’introduzione, per i Comuni, di un Bilancio ecologico-economico dei servizi ecosistemici (BEESE), che potrebbe rappresentare un passo significativo verso il riconoscimento e la valorizzazione del capitale naturale e dei servizi ecosistemici nei processi decisionali e nel governo del territorio, nonché nel ripensare la finanza pubblica. Analizzati brevemente il contenuto e le finalità del disegno di legge (par. 2), ci si soffermerà sulle caratteristiche e sugli effetti del bilancio ecologico-economico dei Comuni, nella prospettiva di rivedere in senso ambientale la pianificazione urbanistica e la finanza pubblica (par. 3). Infine, si proporranno delle considerazioni conclusive (par. 4).
Il disegno di legge n. 1028/2024 su “Rigenerazione urbana e uso sostenibile del suolo”
Il disegno di legge di cui si tratta rientra tra i numerosi tentativi del legislatore statale di approvare una legge sui principi della rigenerazione urbana, nell’esercizio della competenza concorrente statale in materia di governo del territorio (art. 117, comma 3, Cost.).
Esso si connota, rispetto ad altre iniziative del genere, per la particolare attenzione al problema ambientale e all’esigenza di salvaguardare e tutelare i servizi ecosistemici, intesi come benefici o contributi che l’uomo ottiene, direttamente o indirettamente, dagli ecosistemi, e ulteriormente suddivisi in servizi di approvvigionamento, culturali di regolazione e mantenimento (art. 2, lett. d)). Il disegno di legge si collega alla recente proposta di direttiva europea sul monitoraggio e la resilienza del suolo (COM 2023 416 final), che si propone di salvaguardare la capacità del suolo di produrre servizi ecosistemici.
Il disegno di legge detta disposizioni in materia di rigenerazione urbana e ambientale, tenuto conto del prevalente interesse pubblico alla tutela e alla salvaguardia del suolo quale ecosistema essenziale, capitale naturale e risorsa non rinnovabile che produce servizi ecosistemici anche in funzione della prevenzione e della mitigazione degli eventi di dissesto idrogeologico, di resilienza ai cambiamenti climatici, per la riduzione dell’inquinamento atmosferico e delle acque e per la tutela della salute, del benessere e della qualità della vita di tutti i cittadini (art. 1, comma 1).
A tal fine, esso prevede l’introduzione, in ambito comunale, di un Bilancio ecologico-economico dei servizi ecosistemici, come strumento utile per attribuire una valutazione economica delle funzioni ecologiche nei bilanci ambientali e nella pianificazione territoriale al fine di garantire l’uso sostenibile delle risorse naturali e delle funzioni degli ecosistemi, concorrendo a una gestione durevole del capitale naturale.
Il contenuto del Bilancio ecologico-economico dei servizi ecosistemici
Il Bilancio ecologico-economico dei servizi ecosistemici rappresenta uno strumento per integrare la valutazione ambientale nei processi di pianificazione urbana e territoriale, spingendo verso una crescita sostenibile e resiliente. Esso consente di tracciare in modo più dettagliato il valore dei servizi ecosistemici e di integrarlo nelle politiche urbane e territoriali, rafforzando l’approccio sistemico alla sostenibilità, in conformità all’art. 11 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea.
Segnatamente, l’art. 9 del disegno di legge impone ai Comuni di includere in tale bilancio, da un lato, il costo derivante dalla perdita di servizi ecosistemici per ogni ettaro di suolo consumato o impermeabilizzato e dall’altro il valore aggiunto acquisito con la riqualifica e con l’acquisizione di nuove infrastrutture verdi e blu. Occorre altresì includere nel bilancio il controvalore economico dell’impronta idrica, dell’impronta delle attività e dei prodotti relativi alle opere connesse a ogni titolo edilizio, nonché dell’impronta ecologica complessiva. L’applicazione rigorosa della metodologia ISPRA per tali calcoli standardizza le valutazioni, rendendo comparabili i risultati tra diversi Comuni e facilitando un monitoraggio efficace. Inoltre, questo approccio tende a responsabilizzare i proponenti dei progetti edilizi e promuove pratiche costruttive più sostenibili.
Di grande rilievo è la previsione che obbliga a compensare le eventuali emissioni di CO2 correlate a nuovi interventi edilizi con misure di carattere locale, vietando l’acquisto di certificati di credito di carbonio sul mercato nazionale, sovranazionale o internazionale (art. 9, comma 3).
Nel quadro delineato dal disegno di legge, il BEESE, da aggiornare annualmente, sarebbe pubblicato come allegato al bilancio annuale comunale e il suo saldo attivo o passivo concorrerebbe a formare un indice di vulnerabilità nella fornitura di servizi ecosistemici, rilevante anche ai fini dell’attribuzione da parte della Regione di riferimento delle quote di eventuale ulteriore consumo e impermeabilizzazione di nuovo suolo, nonché ai fini dell’assegnazione di premi, fondi o finanziamenti regionali, nazionali, europei, sovranazionali e internazionali.
Conclusioni
Il Bilancio ecologico-economico dei servizi ecosistemici, previsto dal disegno di legge n. 1028/2024, si configura come uno strumento innovativo per incorporare la sostenibilità ambientale nella pianificazione e gestione territoriale. Sotto il profilo finanziario, il BEESE può trasformarsi in un volano per la sostenibilità, riducendo i costi legati ai danni ambientali e generando nuove opportunità economiche. Mediante tale strumento, infatti, si intende non solo incidere sull’azione amministrativa, ma anche sull’iniziativa privata, specialmente nel settore edilizio, riorientando quest’ultima nel segno della transizione ecologica.
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