OCCHIUTO E LA MOLTPLICAZIONE DEI TURISTI
di Pino Tassi
Non conosco il presidente Roberto Occhiuto, non ho motivi di risentimento professionale perché sono quasi in pensione, non ho un pregiudizio politico verso di lui perché non faccio politica da vent’anni, non so nemmeno esprimere un giudizio complessivo sul suo operato come presidente: quello che so è che anche con lui ogni anno dobbiamo assistere alla messa solenne in onore di Santa BIT.
Ogni anno sempre lo stesso rituale, le stesse frasi ad effetto, stand bellissimo, favoloso, il più bello del bigoncio, preso d’assalto da operatori turistici di tutti il mondo. Quest’anno si potrebbe dire dall’intero globo terracqueo, mentre è certo che abbiamo uno stand di 500 mq (come sempre) e in più “è luminoso, pieno di colori come la Calabria”. Nulla di nuovo sotto lo smog di Milano, nulla di nuovo rispetto agli altri anni e rispetto ai presidenti che si sono succeduti nei decenni. Potrei scrivere la storia della Calabria alla Bit negli ultimi quarant’anni, dall’assessore che si presentava alla conferenza stampa in completo da doposci, come se fosse a Cortina, all’assessore che volle, fortissimamente volle il Toro Cozzante esposto nello stand della Calabria perché anche allora la Calabria non era solo mare. Questa voglia costò un botto tra trasporto, vigilanza e varie assicurazioni. Non ricordo un presidente o un assessore che abbia parlato bene di chi lo aveva preceduto, tutti hanno trovato un deserto, tutti hanno iniziato dall’anno zero, tutti hanno detto che la Calabria non è solo mare e che bisognava puntare alla Cultura e ad allargare la stagione. Tanto bla bla bla.
Quest’anno però il presidente Roberto Occhiuto si è allargato, l’ha sparata proprio grossa, e tutti hanno riportato la cazzata dell’anno. Sarà il clima e l’atmosfera della Bit che lo porta ad eccedere – non è certo passata inosservata la presenza della… Santanchè – ma leggo dalla Gazzetta del Sud e sui principali siti che il presidente avrebbe detto: “Tre anni fa alla Bit ci interrogavamo su come far arrivare più turisti in Calabria, perché c’erano pochi collegamenti aerei e pochissime connessioni internazionali. Oggi siamo qui a rivendicare i primi grandi risultati raggiunti. Nel 2024 abbiamo portato nella nostra Regione 3,6 milioni di passeggeri, abbiamo portato l’equivalente di due Calabrie, una bella soddisfazione che ci spinge ad andare avanti con ancora più determinazione”.
Ora, a prescindere che i collegamenti aerei già esistevano prima dell’era Occhiuto e che la Ryanair vola da oltre trent’anni, la sua affermazione è stupefacente. E’ come se si dicesse che in Italia sono arrivati nel 2024 oltre 200 milioni di persone prendendo il dato totale dei passeggeri transitati negli aeroporti italiani. Presidente Occhiuto, purtroppo in Calabria non sono arrivati 3,6 milioni di passeggeri nel corso del 2024 e difficilmente potremmo farne arrivare 4 milioni nel 2025. Il dato fornito dalla Sacal parla di 3,6 milioni di passeggeri movimentati nei tre aeroporti calabresi. E salvo che i calabresi non abbiano preso nemmeno un aereo nel 2024, forse privilegiando la corriera o il treno o il ciuccio, purtroppo quei 3,6 milioni di passeggeri sono per la maggior parte calabresi che hanno preso l’aereo per viaggiare, chi per lavoro, chi per salute, chi per divertimento, chi per studio.
E non solo: poi questi calabresi che sono partiti dalla Calabria poi ci sono pure tornati in Calabria. Quindi quei 3,6 milioni di passeggeri andrebbero pure dimezzati. Spero che sarà stata l’atmosfera gioiosa della Bit a far incorrere il nostro presidente in un simile grossolano errore. Tutto ciò accade perché ormai prevale la semplificazione comunicativa e l’approssimazione totale quando si parla di turismo confondendolo spesso con il marketing e la pubblicità.
Siamo a Febbraio 2025 e ancora non c’è un dato né ufficiale né semiufficiale sugli arrivi e le presenze turistiche in Calabria nel corso del 2024. Una volta alla Bit c’era l’usanza di presentare il rapporto sul turismo in Calabria in cui venivano ufficializzati i dati turistici dell’anno precedente. Sul rapporto ci lavorava l’Osservatorio sul turismo regionale con il coordinamento del Prof Emilio Becheri che è uno dei massimi esperti di turismo in Italia. Quel rapporto non si fa più o perlomeno nessuno ne parla e allora dobbiamo andare ai dati Istat che ci dicono che nel 2023 abbiamo avuto 8,1 milioni di presenze in Calabria con un incremento rispetto al 2022 dell’11,7%.
Nello stesso tempo il rapporto Istat mette in evidenza che la Calabria è una delle poche regioni che non riesce a recuperare i dati pre-Covid. Rispetto al 2019 perdiamo il 14,8%. Il rapporto dice: “Alcune regioni hanno superato ampiamente il livello delle presenze del periodo pre-Covid (Lazio, Molise e Abruzzo superano del 10% i valori del 2019), altre, invece, sono ancora lontane dagli standard pre-pandemici (tra queste soprattutto le regioni del Mezzogiorno: Calabria -14,8%; Basilicata -7,2%; Campania -6,0%; Sardegna -6,2%)”.
Forse il presidente Occhiuto dovrebbe continuare ad interrogarsi, così come faceva tre anni fa, e chiedersi: come mai ancora non riusciamo a recuperare i turisti che avevamo nel 2019? E in più dovrebbe interrogarsi sul perché l’aeroporto di Lamezia Terme perde passeggeri nel 2024 con un calo significativo nei mesi estivi. E infine, invece di dire: “Ho deciso che non parlerò più delle cose che ancora abbiamo in mente a fare, sulle quali stiamo lavorando, perché stiamo portando a termine tanti progetti…” forse farebbe bene a parlarne con gli esperti, con gli operatori turistici, con chi ne capisce di turismo. A gatta presciarola fece i figli ciechi.
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