Alla conferenza hanno partecipato il direttore artistico Carlo Conti e i co-conduttori della prima serata, Gerry Scotti e Antonella Clerici. Conti: «Sul palco avrei voluto una quarta persona: Fabrizio Frizzi. Voglio rispettare i tempi televisivi, anche per questo ho preferito non inserire monologhi»
DAL NOSTRO INVIATO
SANREMO – «Cattolico» e «antifascista», anche in queste auto-definizioni Carlo Conti si dimostra il normalizzatore che è. Ecumenico, alieno alla polemica, sempre alla ricerca del maggior consenso possibile senza urtare la suscettibilità degli altri. Il conduttore chiarisce subito che il suo Festival di Sanremo non ha etichette di parte: «Non ho avuto alcun tipo di indicazione o pressione politica». Del resto lui ha la capacità di surfare tra le polemiche come pochi: smussa, appiana, svicola, risponde sempre con buonsenso. La rappresentazione plastica del suo approccio al Festival è sintetizzata in questo ragionamento: «Ho detto no ai monologhi per questioni di tempo, ho preferito sintetizzare il più possibile. Penso che spesso sia più efficace una singola parola che non una lunga conversazione». Anche così si evita di scivolare… Insomma per schivare un Festival troppo ovvio, bisogna sperare che siano i cantanti a movimentare una calma che a oggi è decisamente piatta.
La politica torna quando a Carlo Conti chiedono se si dichiara antifascista: «Certo, che problema c’è? Ma trovo la domanda anacronistica: mi preoccupano altre cose del futuro. Ma non dovremmo dimenticare quello che hanno fatto i nostri genitori e i nostri nonni per la nostra libertà».
Anche su un altro tema — il modello «educativo» per i più giovani di certi testi come quelli di Tony Effe — Conti riesce a dare la risposta giusta per disinnescare qualunque tipo di discussione: «Io sono cattolico e una delle parabole che mi piace di più è quella del figliol prodigo. Nell’educazione dei figli non voglio demandare tutto alla televisione o ai cantanti. Ci sono i genitori che devono fare la loro parte».
Carlo Conti non dimentica Amadeus, lo ringrazia per il grandissimo lavoro, ma non sente la pressione del confronto: «Non è una sfida, i numeri di Amadeus sono imbattibili. Lui e Fiorello hanno fatto cinque Festival incredibili e uno con l’Ariston vuoto per il Covid superando ogni difficoltà. Non mi interessano gli ascolti, mi sveglierò alle 11». Quindi ribadisce un concetto già espresso: «Non avrei mai accettato se fosse stata una sfida. Credo di non dover dimostrare niente a me stesso nella mia carriera».
Il via dunque martedì con un omaggio a Ezio Bosso. Sul palco con lui Antonella Clerici e Gerry Scotti. La conduttrice è serena: «Se riusciamo a trasmettere il modo che abbiamo di condurre e di intendere la vita — il nostro senso dell’amicizia —, se riusciamo a far passare tutto questo per come noi siamo, sarà una cosa molto carina. Tutti e tre non dobbiamo dimostrare nulla». Gerry Scotti invece gigioneggia sulla possibilità che la sua presenza all’Ariston sia indice di un interesse di Mediaset a organizzare il Festival, alla luce della sentenza del Tar che ha dichiarato illegittimo l’affidamento diretto dell’evento alla Rai: «Apprezzo la domanda molto futuristica, ma è più facile che io conduca il Festival qui alla Rai che Mediaset si prenda il baraccone Sanremo».
Scherza anche sulla sua presenza all’Ariston come segno di un «patto di non belligeranza» tra Rai e Mediaset: «Avrebbero dovuto pagarmi di più… Nessuno si è mai posto il problema di fare di me una bandiera bianca. Il nostro amministratore delegato (Pier Silvio Berlusconi) ha detto che il Festival lo vede benissimo sulla Rai. E anche io lo vedo qui».
In merito all’integrazione nel regolamento dell’autotune Conti ha dichiarato: «Oggi come oggi molti cantanti lo usano, per l’intonazione ma anche come effetto. Qui al festival alcuni modelli non sono stati accettati altri sì, ma credo si debba essere al passo con i tempi. Mi pare che comunque le grandi voci non manchino».
Non è mancato l’intervento del sindaco di Sanremo Alessandro Magan, in apertura della conferenza stampa pre-Sanremo, ha detto: «Carlo Conti è un professionista esemplare, un amico della città e siamo felici di poterlo riabbracciare». E in merito alla sentenza del Tar Liguria che ha dichiarato illegittimo l’affidamento diretto alla Rai da parte del Comune di Sanremo: «Noi chiediamo la sospensiva di questa sentenza così come ha fatto la Rai».
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