La voce delle donne afghane è stata zittita di nuovo: la fine di Radio Begum sotto il regime talebano

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Guidate dalla giornalista e imprenditrice Hamida Aman, alcune donne diedero vita quattro anni fa a Radio Begum, una stazione che trasmetteva programmi per le donne, realizzati da donne, che promuovevano l’istruzione e l’empowerment femminile. Tutto chiuso per mano dei talebani

La loro voce non deve più sentirsi in pubblico esattamente come alla radio. I talebani ancora una volta mettono a tacere le donne chiudendo Radio Begum, l’unica emittente che promuoveva l’istruzione, l’alfabetizzazione e l’empowerment femminile arrivando in quasi ogni angolo dell’Afghanistan.

Una irruzione nel vero senso della parola, la loro, nella sede di Kabul, con tanto di arresto di due dipendenti, con la sola colpa di “aver collaborato con tv all’estero”.

Leggi anche: Senza più voce: la terribile legge che vieta alle donne in Afghanistan di parlare e avere il volto scoperto

Siamo profondamente preoccupati – ha dichiarato l’Un Special Rapporteur Richard Bennet – per la detenzione di due membri dello staff, chiediamo il loro rilascio immediato e incondizionato e di fermare le intimidazioni e gli arresti arbitrari di giornalisti e operatori dei media. Operazioni che hanno devastato lo spazio civico in Afghanistan.

Questa mossa segue l’entrata in vigore della prima legge “sul vizio e sulle virtù” (i talebani avevano istituito un ministero per la “propagazione della virtù e la prevenzione del vizio“ dopo aver preso il potere), che tra – le altre cose – ha vietato alle donne nei mesi scorsi di cantare, recitare o leggere ad alta voce nei luoghi pubblici.

Qui i talebani hanno preso e stravolto la legge islamica in tre anni di decreti, direttive e dichiarazioni che hanno bersagliato esclusivamente donne e ragazze, privandole dei loro diritti fondamentali e sviscerando la loro autonomia.

Era l’agosto del 2021, infatti, quando i talebani conquistavano Kabul nuovamente, la capitale dell’Afghanistan, dando inizio al loro regime. Le promesse fatte inizialmente alle donne sono state tutte subito infrante e la loro libertà è stata calpestata da imposizioni discriminanti e terribili.

Questa volta, sono stati gli stessi vertici della radio a denunciare il blitz dei talebani che ha portato all’oscuramento della programmazione.

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Ufficiali della Direzione generale dell’intelligence assistiti da rappresentanti del Ministero dell’informazione e della cultura hanno fatto irruzione nel nostro complesso a Kabul – hanno detto dall’emittente – aggiungendo che le autorità hanno arrestato due dipendenti maschi “che non ricoprono alcuna posizione dirigenziale” e sequestrato computer, dischi rigidi e telefoni. Non è stato aggiunto nient’altro, per non compromettere la sicurezza dei membri del personale trattenuti, ma è stato lanciato un appello alle autorità a “prendersene cura e a rilasciarli il prima possibile.

Radio Begum è stata fondata l’8 marzo 2021, in occasione della Giornata Internazionale della Donna, dall’imprenditrice e giornalista Hamida Aman. L’emittente trasmetteva 24 ore su 24 e 7 giorni su 7, offrendo tra i suoi programmi corsi educativi destinati agli studenti delle scuole medie e superiori, con un’attenzione particolare alle ragazze private dell’accesso all’istruzione dopo il ritorno al potere dei talebani. Le lezioni venivano diffuse al mattino in dari e nel pomeriggio in pashtu, le due lingue ufficiali dell’Afghanistan. Nel 2024, inoltre, è stata lanciata Begum Tv, un canale satellitare con sede a Parigi, sostenuto in parte dal Malala Fund, l’organizzazione fondata su iniziativa dell’attivista pakistana e Premio Nobel per la Pace.

Radio Begum ha sempre ribadito di non avere alcuna affiliazione politica, dichiarandosi semplicemente impegnata a supportare il popolo afghano, con un focus particolare sulle donne.

La versione dei talebani, oggi, invece, è che Begum si sarebbe resa responsabile di “molteplici violazioni, inclusa la fornitura di materiali e programmi ad una stazione televisiva all’estero” e la trasmissione di contenuti di emittenti straniere. Un “uso improprio della licenza” che porterà ad una “sospensione” a tempo indefinito in attesa di ulteriori indagini.

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