Le visioni di Mattarella e di Meloni sono incompatibili

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Finanziamenti e agevolazioni

Agricoltura

 


Il presidente della Repubblica è tornato a mettere sul tavolo della politica italiana i temi fondamentali del futuro. Ma la sua visione è all’opposto di quella della maggioranza di governo che rischia, tra qualche mese, di ritrovarsi isolata

È ancora un discorso del presidente della Repubblica Sergio Mattarella a mettere sul tavolo della politica italiana i temi fondamentali del futuro, ma anche a sottolineare la spaccatura nella classe politica italiana ed europea. La scorsa settimana il capo dello stato ha espresso una precisa interpretazione del presente che mostra sempre di più come ai vertici del potere occidentale si confrontino due visioni del mondo.

La lezione di Mattarella a Marsiglia è tutta volta alla protezione delle istituzioni internazionali e ad avvertire dei pericoli di chi vuole sovvertirne la legittimità. Nel pensiero del capo dello stato l’Onu, l’Ue, gli accordi commerciali, i trattati internazionali, il multilateralismo diplomatico. Sono i luoghi istituzionali che hanno contribuito, con la pax americana, a creare ottant’anni di pace e prosperità per il mondo occidentale. È questo un dato di fatto difficilmente discutibile.

Mutuo 100% per acquisto in asta

assistenza e consulenza per acquisto immobili in asta

 

Oggi, però, queste istituzioni sono minacciate dagli autoritarismi, come Russia e Cina, e dai nuovi protagonisti della politica mondiale, come Donald Trump ed Elon Musk.

Il nuovo corso americano

Il riferimento al protezionismo, fonte di pericolo per l’economia e il libero scambio, e alle signorie digitali, espressione di una volontà di vassallaggio degli alleati grazie alla superiorità tecnologica americana impersonata da poche corporation, sono una stigmatizzazione di chi vorrebbe aderire acriticamente al nuovo corso americano.

Il messaggio di Mattarella si intona a quelli del presidente francese Emmanuel Macron e di altri leader moderati europei, i quali cercano di prendere le misure a Trump anche pensando a ritorsioni forti verso l’eventuale imposizione di dazi.

Il discorso traccia le linee di quell’establishment che intende proteggere il vecchio ordine, preservando i valori liberali e universali pur ricorrendo a nuove misure. È un ordine, però, che oggi appare appunto consumato dagli eventi storici, in particolare dall’avvento del populismo trumpiano e dalla crescita impetuosa dei partiti nazionalisti europei.

Un nuovo ordine

Mattarella guarda al mondo, ma parla in casa poiché nel governo del centrodestra emerge l’altra interpretazione della storia. Negli atti del governo, nella liason con Trump e nello scetticismo verso le istituzioni internazionali, si esprime un nuovo realismo che ritiene inevitabile la realizzazione di un nuovo ordine incentrato sulle linee imposte dalla Casa Bianca.

Un sistema ancora poco chiaro, ma certamente diverso rispetto a quello, fondato sulla globalizzazione, che ha regolato il mondo tra il 1989 e il 2016.

Venire a patti, per ragioni di forza e superiorità, con Trump e Musk è ritenuto inevitabile, anche a causa della oggettiva debolezza europea.

Per la maggioranza italiana Trump ha ragione su molte questioni, dalla Corte penale internazionale alla tregua a Gaza, dallo stralcio degli accordi sul clima fino al potenziale congelamento della guerra in Ucraina, anche se questa posizione non può essere troppo palesata per evitare i nervosismi degli altri paesi europei.

Assistenza per i sovraindebitati

Saldo e stralcio

 

Ed è bene prendere con serietà questa posizione realista poiché, come gli orientamenti dell’elettorato in tutto il mondo occidentale dimostrano, la legittimità del vecchio ordine liberale è fortemente a rischio e in parte già superata.

“Mediatori trumpiani”

Sono sempre meno i partiti e i governi disposti a difenderne ciò che rimane. Di conseguenza il governo Meloni cerca di prendere la posizione mediana, quella dei “mediatori trumpiani”, volti a fare da ponte tra Washington e Bruxelles con la speranza di ricavarne dei vantaggi.

È una posizione che non è conciliabile con la visione espressa da Mattarella anche perché Trump sembra oramai votato a una nuova politica di potenza, pur espressa nelle peculiari forme americane tra imperialismo, disimpegno militare e dominio economico-tecnologico.

Di fronte a questa forza esibita dalla Casa Bianca, Giorgia Meloni cerca di ottenere spazio sfruttando la crisi politica di Francia e Germania. Non predispone un piano italiano per rafforzare l’Ue, che potrebbe invece proporre essendo la premier oggi più forte del continente, ma si prepara a estrarre qualche vantaggio sugli eventuali dazi ai paesi europei e sulla spesa militare.

Lo scenario

Siamo ora in una fase di riscaldamento dei rapporti euro-atlantici, ma tra qualche mese si potrebbe fare sul serio sulle garanzie di sicurezza in Ucraina, sul commercio, sui finanziamenti alla Nato.

In quel contesto che si vedrà se Meloni avrà avuto ragione, e per impotenza l’Ue si accoderà alle scelte di Trump. C’è una possibilità concreta che la storia vada così, visti i magri risultati politici ed economici degli europei negli ultimi anni, la visione ristretta dell’establishment di Bruxelles e la scarsa volontà di intraprendere la via del rafforzamento militare e delle riforme istituzionali dell’Unione europea.

Se invece ci fosse una reazione dura degli altri paesi europei al nuovo ordine imposto da Washington allora si aprirebbero due scenari. In uno la premier sarebbe costretta a ripiegare dietro gli alleati europei, onde evitare problemi diplomatici, indebolendo la propria posizione politica e forse guastando il suo buon rapporto con Trump.

Contabilità

Buste paga

 

Nell’altro, qualora Meloni scegliesse la coerenza filo-americana fino in fondo, si aprirebbe un conflitto non soltanto con gli alleati europei ma salirebbe anche la tensione interna con il Quirinale. A quel punto la premier potrebbe vincere ancora, come è stato fino a oggi in politica estera, grazie alla linea realista oppure imboccare la via dell’isolamento e delle ritorsioni contro i trumpiani d’Europa.

© Riproduzione riservata



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link

Mutuo 100% per acquisto in asta

assistenza e consulenza per acquisto immobili in asta