Maxi truffa a imprenditori italiani, riprodotta la voce del ministro Crosetto per chiedere ingenti somme di denaro

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I truffatori avrebbero usato l’intelligenza artificiale per chiedere fondi da inviare a un conto a Hong Kong con cui pagare il riscatto di giornalisti italiani detenuti in Medio Oriente

Usavano l’avatar del ministro della Difesa Guido Crosetto o, talvolta, quello di un suo collaboratore, per chiamare le segreterie di grandi aziende e imprenditori italiani chiedendo ingenti somme in gran segreto per pagare delle «cauzioni» per liberare alcuni giornalisti detenuti in Medio Oriente.

Questa la maxi-truffa architettata da un gruppo di persone, la cui identità è ancora sconosciuta, che è stata ben presto resa pubblica dal ministro stesso, dopo aver ricevuto una chiamata di segnalazione. L’unica vittima al momento nota è l’imprenditore Massimo Moratti, ex presidente dell’Inter. 

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Come funzionava il raggiro

Il raggiro della banda di truffatori non è durato nemmeno una giornata. In questo arco temporale, però, i rapinatori sarebbero riusciti a incassare quasi un milione di euro. Si è iniziato con una chiamata fatta con la finta voce ad almeno una decina di segreterie di grandi aziende italiane e di grandi imprenditori. 

Tra quelli che si sono esposti risultano Marco Tronchetti Provera, Diego Della Valle, Giorgio Armani, Patrizio Bertelli (del gruppo Prada), Francesco Caltagirone, Pietro Gussalli Beretta, la famiglia Aleotti (farmaceutica Menarini), qualche membro della famiglia Del Vecchio (Luxottica) e i vertici di Esselunga, nonché il già citato Massimo Moratti. Alcuni di loro sarebbero stati contattati direttamente, altri invece filtrati e bloccati dal loro staff.

Dalla chiamata quindi si sarebbe richiesto un contatto diretto per trasferire d’urgenza ingenti somme di denaro da versare su un conto estero per liberare dei giornalisti italiani detenuti in Medio Oriente. 

La richiesta seguiva quindi con un’ulteriore preghiera di massima riservatezza, trattandosi di argomenti di segretezza nazionale. Ad oggi risulterebbe solo una spedizione, ovvero quella di quasi un milione di euro da parte dell’imprenditore Massimo Moratti.

Lo stesso avrebbe effettuato infatti due bonifici su un conto in Olanda, soldi che la banda avrebbe poi trasferito ad Hong Kong dove lo scambio di informazioni sui conti correnti è più complicato rispetto all’Europa. Ad oggi, per gli inquirenti la possibilità di recuperare i soldi versati (quasi un milione di euro) è piuttosto bassa. 

L’ex presidente dell’Inter avrebbe quindi preso la telefonata, parlando direttamente con la voce clonata del ministro.

L’indagine e le denunce

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L’indagine è stata quindi aperta dalla procura di Milano per associazione per delinquere finalizzata alla truffa aggravata e sostituzione di persona. Un reato quest’ultimo su cui si concentra l’esposto del ministro Crosetto, intervenuto sul tema già in diverse occasioni.

Per il momento le denunce giunte sono quattro. L’ultima, quella di Esselunga – famiglia Caprotti -, per un tentato raggiro. Insieme a questa, quelle dell’imprenditore Massimo Moratti e delle famiglie Aleotti e Beretta, che hanno subito tentate truffe. 

A breve dovrebbe arrivare la querela di Luxottica-famiglia Del Vecchio. Altri staff dei ‘big’ dell’imprenditoria, i cui nomi sono già emersi in questi giorni, hanno preannunciato agli inquirenti che depositeranno denuncia, tra cui pare anche Giorgio Armani, non contattato direttamente dai truffatori che avrebbero parlato con suoi collaboratori.

Le parole del ministro Crosetto

Chiamato in causa su diverse trasmissioni televisive, il ministro ha calcato la mano sulla necessità di maggiori controlli: «Sono mesi che facciamo la battaglia contro questo tipo di truffe che avvengono su Facebook e su Instagram. Ogni giorno cambiano e c’è sempre qualcuno che ci casca» ha detto il ministro a «Pomeriggio Cinque» su Canale5.

Secondo Crosetto, quindi, dovrebbe innanzitutto essere interesse delle piattaforme social contrastare questo tipo di truffe, avendo loro in mano il controllo della situazione: «Io penso che sia una cosa che deve controllare la piattaforma – è il commento di Crosetto -. Perché siccome né lo Stato né io abbiamo il potere di inseguirli, chi ha in mano i cordoni, invece che può fare qualcosa, è Facebook, X, Instagram. Sono loro che devono garantire, me utente, che se vado sulle loro piattaforme non trovo nessuno che mi truffa», ha aggiunto. 



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