Napoli-Udinese 1-1, un altro stop: McTominay illude, l’Udinese pareggia

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La «nona» non è certo una sinfonia. Il nono risultato utile consecutivo per il Napoli coincide con un pareggio che suona come un bicchiere mezzo vuoto. La capolista non va oltre l’1-1 con l’Udinese al Maradona e manca la fuga sull’Inter (impegnata stasera a S. Siro contro la Fiorentina). Stesso risultato di otto giorni fa all’Olimpico con la Roma, con la capolista che si fa riprendere ancora una volta dall’avversario di turno. Non che l’Udinese abbia scippato chissà cosa, intendiamoci. Anzi. Il pari alla fine è giusto, ma è figlio di una oggettiva frenata del Napoli. Un’occasione mancata insomma. Colpa degli infortuni, di una panchina corta, di un campionato giocato finora comunque a mille allora, si dirà. Conte deve fare a meno anche di Spinazzola (che sostituiva Olivera) sulla sinistra. L’ex Roma ha rimediato “una lesione del medio gluteo destro” e ne avrà per oltre due settimane. Questa l’ipotesi più ottimistica. Molto, anzi tutto, dipenderà infatti dall’entità della lesione. Nel bollettino medico pubblicato dal club non è presente il grado dell’infortunio che potrebbe avere anche una prognosi peggiore, fino a 45 giorni insomma.

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Saldo e stralcio

 

Al posto di Spinazzola gioca Mazzocchi che non è un mancino naturale e soffre anche la tanta naftalina nelle gambe. Per il resto è il solito Napoli che però nel primo tempo soffre la pressione dell’Udinese e mal digerisce la mossa a sorpresa di Runjaic che cambia modulo, si piazza con un camaleontico 4-4-2 lasciando il solito Thauvin libero di agire dalla trequarti in su, pronto a innescare il gigante Lucca. Non è un caso, che la migliore difesa del campionato subisca qualcosa come sei tiri dalle parti di Meret soltano nel primo tempo. La fisicità è il comune denominatore delle due squadre con gli azzutrri che colpevolmente si lasciano trascinare sul campo fisico piuttosto che provare a metterla sul fronte tecnico in cui non ci sarebbe partita. Ed invece, la partita c’è ed è tutta aperta con una serie di botta e risposta che riscalda i 50mila del Maradona.

Napoli-Udinese 1-1, la pagella: dove vola McTominay, flop Lukaku e Mazzocchi

Pronti via e capisci che i friulani non sono venuto a recitare il ruolo di vittima sacrificale in casa della capolista. Una bordata di sinistro di Thauvin costringe Meret a deviare in angolo. Il Napoli accusa il colpo, ma non resta alle corde, McTominay fa le prove alzandosi in sospensione sul traversone di Di Lorenzo. A centrocampo c’è traffico e tanta intensità ed allora si prova a sfondare sulle fasce. Gli azzurri spingono sopratutto a destra. Le squadre spesso sono chiuse in un fazzoletto di venti metri. L’Udinese non teme l’uno contro uno, si prende i rischi e prova anche a rispondere colpo su colpo (Lucca calcia a botta sicura con la sfera che esce di un nulla). I friulani hanno un atteggiamento spregiudicato che sovente mette in ambasce la retroguardia azzurra.

Botta e risposta

La prima della classe comincia a tessere la sua trama ed costruisce una bella azione con Politano che apre troppo il compasso. Il Napoli alza il ritmo e comincia a spingere. McTominay ci riprova di testa, ma deve ancora registrare la mira. La partita si gioca a viso aperto. McTominay dopo aver mancato di un soffio un tap in vincente su regalo di Solet trova finalmente il colpo vincente. Sul calcio d’angolo di Politano, lo scozzese volante sale in cielo (37′), travolge Kristensen e buca Sava. Neppure il tempo di esultare che i friulani ammutoliscono il Maradona. Stavolta la difesa azzurra è in vena di regali (chiamatele amnesie) e spiana la strada ai bianconeri che non si fanno pregare e con un destro dallo spigolo dell’area azzurra Ekkelenkamp trova l’angolino lontano della porta di Meret. Tutto da rifare.

Conto e carta

difficile da pignorare

 

Nella ripresa ti aspetti l’assalto azzurro all’arma bianca ed invece arriva la sveglia di Lovric dopo pochi secondi (bravo Meret in angolo). La gara vive una fase di stanca che viene interrotta da qualche strappo di McT e dall’unica conclusione di Lukaku a metà ripresa. Conte cambia pedine, si affida ad un attacco più rapido, alzando se possibile il baricentro della squadra, ma è la musica che non cambia. La nona non è certo una sinfonia per il Napoli che resta comunque al comando davanti a tutti…





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