Superbonus e dichiarazione catastale: cosa fare per evitare sanzioni

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L’Agenzia delle Entrate avvia controlli sui beneficiari del Superbonus per verificare la dichiarazione catastale. Possibile regolarizzarsi con sanzioni ridotte. Chi ignora la comunicazione rischia accertamenti e multe più alte.

L’Agenzia delle Entrate ha introdotto nuove disposizioni per chi ha usufruito del Superbonus ma non ha presentato la dichiarazione catastale relativa alle modifiche dell’immobile. Con il provvedimento del 7 febbraio 2025, vengono definite le modalità di comunicazione per invitare i contribuenti a regolarizzare la loro posizione. Il mancato invio della dichiarazione potrebbe comportare conseguenze fiscali, ma ci sono soluzioni per mettersi in regola.

Cosa prevede questo nuovo provvedimento? Quali sono le modalità di verifica? E soprattutto, come possono i contribuenti evitare sanzioni?

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Scopriamolo insieme.

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Obbligo di dichiarazione catastale: cosa deve fare il contribuente?

Chi ha usufruito del Superbonus per interventi di riqualificazione energetica o miglioramento sismico deve verificare se la normativa prevede l’aggiornamento della scheda catastale del proprio immobile. La dichiarazione catastale è necessaria quando i lavori eseguiti hanno comportato una modifica sostanziale della struttura, della destinazione d’uso o della rendita catastale dell’unità immobiliare.

L’obbligo di presentazione della dichiarazione catastale deriva dalla necessità di mantenere aggiornato il Catasto, che rappresenta il riferimento ufficiale per il calcolo delle imposte sugli immobili. Infatti, un eventuale incremento della rendita catastale potrebbe influire su tributi come l’IMU, la TARI e la TASI.

Leggi anche: Superbonus e imposte: l’aggiornamento catastale potrebbe aumentare le tasse?

La mancata comunicazione della variazione potrebbe quindi portare a irregolarità fiscali e successivi accertamenti da parte dell’Agenzia delle Entrate.

Per rafforzare i controlli su questi aspetti, la Legge di Bilancio 2024 (articolo 1, commi 86 e 87, legge n. 213/2023) ha affidato all’Agenzia delle Entrate il compito di verificare che i contribuenti abbiano adempiuto all’obbligo di aggiornamento catastale. Questi controlli vengono effettuati mediante un’analisi incrociata dei dati a disposizione dell’Agenzia, sfruttando strumenti avanzati di monitoraggio e interoperabilità tra le banche dati.

L’obiettivo è evitare che alcuni contribuenti beneficino dell’incentivo senza aggiornare il valore fiscale dell’immobile, creando possibili discrepanze nella tassazione.

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Come funzionano i controlli dell’Agenzia delle Entrate?

Per individuare eventuali omissioni nella presentazione della dichiarazione catastale, l’Agenzia delle Entrate utilizza strumenti avanzati di analisi e incrocio di dati provenienti da diverse banche dati pubbliche. L’obiettivo è verificare se gli interventi realizzati con il Superbonus abbiano comportato variazioni rilevanti dell’immobile che avrebbero dovuto essere comunicate al Catasto.

Questi controlli si basano su liste selettive di contribuenti, elaborate attraverso algoritmi e sistemi di intelligenza artificiale in grado di confrontare le informazioni disponibili, come:

  • Dati catastali degli immobili soggetti a interventi agevolati;
  • Dichiarazioni fornite dal contribuente in merito agli interventi eseguiti;
  • Comunicazioni relative al Superbonus, tra cui quelle inerenti all’opzione per la cessione del credito o lo sconto in fattura;
  • Documentazione edilizia e urbanistica, disponibile presso i Comuni e gli uffici tecnici.

Se da questi controlli emergono incongruenze, l’Agenzia delle Entrate provvede a inviare una comunicazione formale al contribuente, invitandolo a fornire chiarimenti o a regolarizzare la propria posizione.

Leggi anche: Accesso gratuito ai dati catastali e ipotecari: cosa cambia dal 2025 con le nuove regole

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Cosa succede in caso di omissione? le comunicazioni dell’Agenzia

Se i controlli dell’Agenzia delle Entrate rilevano che un contribuente non ha presentato la dichiarazione catastale necessaria dopo aver usufruito del Superbonus, viene inviata una comunicazione ufficiale per segnalare l’irregolarità.

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Questa comunicazione viene recapitata attraverso i seguenti canali:

  • Domicilio digitale (PEC), per chi ha attivato un indirizzo di posta elettronica certificata;
  • Raccomandata A/R, per chi non dispone di un indirizzo PEC;
  • Cassetto fiscale del contribuente, accessibile dal portale dell’Agenzia delle Entrate.

All’interno della comunicazione vengono riportate informazioni dettagliate, tra cui:

  • Dati anagrafici e codice fiscale del contribuente coinvolto;
  • Identificativo catastale dell’immobile oggetto della verifica;
  • Riferimenti alla normativa vigente che impone la dichiarazione catastale in caso di variazioni significative;
  • Invito a fornire chiarimenti e documentazione integrativa tramite l’apposito servizio online “Consegna documenti e istanze”.

Questa fase non rappresenta ancora un accertamento fiscale vero e proprio, ma una richiesta preventiva di regolarizzazione. Il contribuente ha quindi la possibilità di correggere eventuali errori o dimostrare che la dichiarazione catastale non era necessaria.

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Come regolarizzare la propria posizione e quali sono le conseguenze?

Chi riceve la comunicazione dell’Agenzia delle Entrate ha la possibilità di regolarizzare la propria posizione presentando la dichiarazione catastale mancante. Questo può essere fatto seguendo le procedure previste dal decreto del Ministero delle Finanze n. 701/1994, che disciplina la presentazione delle dichiarazioni di variazione catastale.

I contribuenti possono procedere autonomamente o affidarsi a un professionista abilitato, come un geometra, architetto o ingegnere, per aggiornare i dati catastali e trasmettere la documentazione necessaria all’Agenzia delle Entrate.

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Leggi anche: Come correggere i dati catastali: guida completa all’istanza catastale

Se la dichiarazione catastale viene presentata spontaneamente dopo la comunicazione dell’Agenzia, il contribuente può beneficiare di sanzioni ridotte grazie al meccanismo del ravvedimento operoso. Questo consente di sanare l’omissione con una multa inferiore rispetto a quella prevista in caso di accertamento fiscale.

Al contrario, se il contribuente ignora la comunicazione e non regolarizza la propria posizione, l’Agenzia delle Entrate può avviare un vero e proprio accertamento fiscale, che potrebbe comportare:

  • Sanzioni amministrative più elevate, calcolate sulla base della rendita catastale non dichiarata;
  • Recupero delle imposte eventualmente non versate, nel caso in cui la rendita catastale modificata incida su tributi come IMU e TARI;
  • Possibili verifiche aggiuntive sui benefici fiscali ottenuti con il Superbonus, con il rischio di perdere l’agevolazione se si riscontrano irregolarità gravi.

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