Alla Bit di Milano si è parlato di Travel Risk Management: “un dovere per le aziende”


Un aneddoto raccontato dal Travel & Mobility Manager di Ferragamo Giuseppe Viesti fa capire come il mondo, e quello dei viaggi in particolare, sia cambiato – e sembra anche in peggio… – da quel maledetto 11 settembre 2001, il giorno dell’attentato alle Torri Gemelle di New York e al Pentagono, quando l’intero mondo si fermò: “Io ero al al desk di Amex quando accadde. E ci furono tantissime difficoltà a reperire informazioni su quello che stava succedendo, sul blocco dei cieli, sulle centinaia di cancellazioni.  E fornirle al cliente. Non c’erano società ad hoc che facevano questo lavoro…”. Ma ora ci sono e una di loro, forse la principale al mondo, ovvero International SOS c’era anche al convegno della Bit “Travel Risk management, in viaggio con il Piano B”, rappresentata dal Senior Business Development Manager, Nicola Mola Genchi.

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Il Travel Risk Management e International SOS

Problemi geopolitici, cancellazioni, ritardi, incidenti, cybersecurity ma anche problemi climatici, nuovi rischi per la salute mentale dei viaggiatori a rischio burnout e, addirittura, l’impatto delle fake news nelle decisioni di viaggio. Nuove “minacce” per i viaggiatori d’affari, che si affiancano a nuovi paesi dove viaggiare non è per tutti: “La mappa dei rischi dal 2020 ad oggi ha sempre più macchie rosse” afferma Mola Genchi, con ben 55 conflitti aperti al mondo al momento, di cui se ne parla poco. O nulla. Mola Genchi che riporta un dato della loro consueta survey che fanno sui decisori aziendali: “il 75% dei travel manager ritiene che questa perma-crisi mondiale impatta sul business, nonché sui viaggiatori”. Perciò è sempre più necessario un passaggio da un approccio reattivo a uno più proattivo, con la fase pre-viaggio fondamentale. “Noi nasciamo dal 1985 (e quest’anno quindi compie 40 anni!, ndr) grazie al medico francese Pascal Rey-Herme e all’amico di infanzia e imprenditore esperto, Arnaud Vaissié, i quali fondarono AEA International a Singapore, con l’obiettivo  di offrire ai clienti un accesso ai servizi di assistenza locale, cliniche, centri medici d’eccellenza e, se necessario, evacuazioni. Inizialmente in Asia. Ma oggi possiamo dire che l’86% delle 4 milioni di chiamate nei 26 center nel mondo sono richieste di suggerimenti di viaggio. Quindi pre-viaggio“.

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Travel Risk Management: il ruolo delle TMC e dei Travel Manager

Il Direttore Multinational Sales & Account Management di Uvet Amex Gbt Antonello Lanzellotto ha sottolineato il ruolo centrale nelle TMC nella sicurezza dei viaggi: “Grazie all’accordo che da 25 anni abbiamo con Amex, abbiamo a disposizione un team di analisti che monitorano continuamente la situazione. E da cui traiamo un sistema di newsletter informative per chi viaggia. Integriamo queste informazioni e quelle degli uffici safety e security delle aziende, con degli alert di diverso livello: il 3 necessita la presa visione di una certa documentazione, il 4 non permette una prenotazione se prima non si contatta un manager che gestisce il viaggio, mentre a livello 5 il viaggio viene bloccato. Noi abbiamo il prodotto Expert Care che serve ad alimentare i piani di viaggio dei viaggiatori che gestiamo. E che possiamo localizzare se paga con una Amex. E poi mettiamo in campo anche il team di supporto CALM, ovvero Crisis and Logistic management. Insomma un grande impegno. Naturalmente anche livello di costi” precisa Lanzellotto.

Lato costi che non dovrebbe essere importante nella scelta di un fornitore per questa tema, perché “la Tmc deve intervenire con solerzia. Io quando valuto i miei fornitori tra i plus metto l’assistenza durante e post viaggio. Il servizio conta più del saving” dice Viesti.

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Tra i servizi necessari anche una copertura assicurativa completa, come “possono essere le Polizze parametriche” afferma Miguel de Alvarado Business development manager di Heymondo, “la soluzione più innovativa sul mercato. con una copertura automatica in caso di cancellazioni, ritardi, etc. senza alcuna richiesta. Tutelano società e dipendenti. Ma con un punto debole: i massimali limitati ma dovranno aumentare“.

Il tutto perché ormai il “Duty of care è centrale nelle politiche delle aziende, la tutela della sicurezza psicofisica dei propri dipendenti è un dovere” commenta la Travel Manager di Ballestra Donatella Dattilo, a “partire dalla fase preparatoria al viaggio, con accurate analisi del rischio per poi scegliere le mitigazioni adatte. Questo è deve essere un passaggio culturale obbligatorio per ogni azienda“.

Leggi la nostra intervista a Donatella Dattilo cliccando qui

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