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CONSIGLIO REGIONALE VENETO
(Arv) Venezia 11 feb. 2025 - Il Consiglio regionale del Veneto ha iniziato oggi l’esame del Disegno di legge “Disposizioni in materia di attrazione degli investimenti nel Veneto”, incardinato nella Terza commissione e che è stato approvato dalla stessa con l’astensione dell’opposizione. Agli interventi del Relatore Cestaro e del Correlatore Lorenzoni, è seguita la discussione generale, chiusa dall’assessore Marcato. Il DL – come spiegato dal Relatore Silvia Cestaro (Lega- LV) – vuole favorire l’insediamento nel territorio regionale, già di per sé molto attrattivo, in particolare per le imprese straniere, di nuovi insediamenti produttivi di imprese o aggregazioni di imprese e l’espansione di insediamenti esistenti, anche mediante la realizzazione di programmi di riconversione produttiva o il riutilizzo di impianti inutilizzati o dismessi, con l’obiettivo di: aumentare l’attrattività del territorio regionale per gli investitori nazionali ed esteri; accrescere la competitività e la produttività del sistema economico veneto; favorire il rilancio produttivo a partire dai settori strategici contrastando la delocalizzazione anche attraverso interventi atti ad agevolare le imprese, in particolare quelle che si impegnano a mantenere la loro presenza nel territorio regionale, salvaguardando l’occupazione e il lavoro.
In base a quanto premesso, la proposta normativa, nel rispetto della disciplina europea in materia di aiuti di Stato, promuove e sostiene nuovi investimenti produttivi, particolarmente nel settore digitale, ambientale, dello sviluppo sostenibile, della transizione ecologica e dell’economia circolare, anche tramite l’attrazione o il rientro di investimenti dall’estero, con rilevanti impatti occupazionali e di innovazione; supporta le imprese che vogliono investire e produrre in Veneto attraverso incentivi e agevolazioni, anche fiscali, sia di carattere strutturale, sia per attività di ricerca, sviluppo ed innovazione; sostiene il radicamento delle imprese multinazionali anche al fine di sviluppare e qualificare le filiere produttive; promuove la riqualificazione energetica, ambientale, logistica e digitale delle aree interessate e la loro gestione integrata, anche d’intesa con gli Enti locali, i consorzi e le società che gestiscono le aree industriali, favorendo proposte di sinergia industriale in grado di attuare principi di economia circolare.
È previsto che la Giunta regionale sostenga gli interventi attraverso agevolazioni alle imprese, concesse nelle forme del finanziamento agevolato, contributo in conto interessi, contributo in conto impianti, contributo diretto alla spesa, nonché tramite la concessione di garanzie nelle diverse forme tecniche, anche in combinazione tra di loro. È previsto, inoltre, che alle imprese che sottoscrivano e realizzino gli Accordi per l’insediamento e lo sviluppo, venga applicata una riduzione di un punto dell’aliquota IRAP per l’anno di sottoscrizione dell’Accordo e per i successivi cinque anni.
Nel suo intervento, il Correlatore, il Portavoce dell’opposizione Arturo Lorenzoni, ha evidenziato come “l’iter legislativo è stato particolarmente lungo (circa un anno) anche se era molto atteso: c’era bisogno, infatti, di misure per attrarre investimenti, soprattutto esteri, per non rimanere indietro nella competizione globale. Soprattutto, bisogna essere attrattivi nei confronti di quelle imprese che fanno innovazione, attraverso incentivi mirati, come una riduzione significativa dell’IRAP. E l’azione regionale deve raccordarsi rispetto agli interventi nazionali. Sembra debole il coinvolgimento dei territori, in particolare delle associazioni di categoria. Servirebbe una mappatura delle eccellenze produttive del Veneto. Il disegno complessivo manca di una visione strategica di lungo periodo e di scelte mirate. Ci vorrebbe una maggiore ambizione per dare più risposte al territorio. E abbiamo bisogno di attrarre la finanza, facilitando l’interlocuzione con gli imprenditori”.
In discussione generale, Stefano Valdegamberi (Misto) ha affermato come “la proposta normativa sia complessivamente positiva, ma andrebbe inserita in un contesto favorevole nazionale e internazionale. Oggi, invece, l’Europa sta facendo scelte sbagliate a livello economico, soprattutto sul fronte dell’energia e dei mercati, e così si rischia di veder vanificato ogni sforzo sul fronte della competitività. C’è inoltre un problema, anche a livello nazionale, di eccessiva burocrazia. Auspico che l’Italia cominci a ragionare sempre più nell’interesse di sé stessa”.
Vanessa Camani, Capogruppo Dem, ha osservato che “vi è sempre più la necessità di un intervento pubblico per accompagnare lo sviluppo dei territori. Anche le Regioni possono agire, intervenendo nella formazione del capitale umano, investendo in infrastrutture e in politiche di ricerca. Il Progetto di legge in esame appare come una iniziativa isolata, indebolita dalla mancanza di politiche industriali in grado di incidere positivamente nella crescita dei territori. E manca, alla base, un monitoraggio del sistema produttivo regionale, una mappatura delle nostre eccellenze e anche dei punti critici. Lo slogan ‘piccolo ma bello’ non funziona più. Il Veneto, negli ultimi anni, ha subito più di tutti processi di delocalizzazione. Servono investimenti adatti, coerenti con le filiere tipiche del nostro territorio: è tempo di scelte funzionali ai bisogni sociali ed economici del contesto in cui ci troviamo. Non ci convince l’impronta di questa proposta normativa, più orientata a subire che a governare i processi in campo. È una legge generica, senza garanzie di efficacia, che affida alla discrezionalità della Giunta qualsiasi scelta, manca di una visione complessiva”.
Elena Ostanel (Il Veneto che Vogliamo) ha proposto alcune modifiche al Progetto di legge, tramite la manovra emendativa presentata: “sopra ogni aspetto, chiedo come siano stati scelti i settori strategici su cui investire. Si sarebbero dovuti inserire il manufatturiero, il tecnologico e le industrie creative. E inoltre: stiamo investendo abbastanza per raggiungere gli obiettivi prefissati, ovvero attrarre investimenti esteri di qualità? Bisognerebbe incentivare solo quei settori che stanno producendo qualità”. Renzo Masolo (Europa Verde) ha invocato “un confronto vero su un tema così importante come quello esaminato oggi. Credo che una Regione diventi attrattiva per le imprese sostenibili se attua politiche sostenibili e di economia circolare, favorendo, ad esempio, la qualità dell’aria, dell’ambiente, del cibo, pianificando la collocazione degli insediamenti produttivi, raggiungendo l’eccellenza sul piano infrastrutturale. Dobbiamo agevolare le piccole e medie imprese, non le multinazionali che non sono interessate a radicarsi nel territorio”. Francesca Zottis (Pd) ha posto l’accento sul fatto che “più di ogni altra cosa, servirebbe un investimento infrastrutturale adeguato, potenziare le reti di impresa e sviluppare la ricerca”. Alberto Villanova, presidente dell’Intergruppo Lega- Liga Veneta, nel suo intervento ha difeso “il modello veneto di impresa, sempre criticato negli ultimi anni dalle opposizioni. Invece, il nostro modello è ancora attuale e sostiene le imprese venete. Mi sarei aspettato più collaborazione dalle minoranze per attrarre investimenti che aiutino lo sviluppo del nostro territorio: non serve fare filosofia come purtroppo abbiamo sentito fare in queste ore di discussione”. Jonatan Montanariello (Pd) ha rivendicato la qualità degli interventi politici dell’opposizione, respingendo la critica di “fare filosofia”. “Il motivo per cui le imprese se ne vanno, è la mancanza, da parte di questa Regione, di una programmazione produttiva. Governare ha oneri e onori: se gli investimenti scappano, non è colpa dell’opposizione”, ha chiarito il consigliere Dem. Marzio Favero (Lega- LV) ha individuato come principali ostacoli all’attrattività degli investimenti “il peso dello Stato e della burocrazia”. Anche per Giuseppe Pan (Lega- LV) “per attrarre investimenti va ridotta la burocrazia. È ciò che le imprese ci hanno sempre chiesto di fare”. L’assessore Marcato è intervenuto alla fine della discussione generale per replicare agli interventi dell’opposizione, difendendo “la competitività e lo sviluppo del Veneto: abbiamo chiuso il 2024 con la crescita del PIL più alta, assieme a Emilia- Romagna e Lombardia, regioni ritenute punti di riferimento per misurare l’eccellenza. E faccio presente che il PIL prodotto nella nostra Regione negli ultimi cinque anni è in gran parte merito delle imprese con meno di nove dipendenti: questo dimostra come il modello Veneto sia vincente. Questo Progetto di legge, in realtà, è stato condiviso con le parti sociali, con il territorio”.
“E ritengo solo un bene che abbiamo utilizzato moltissimo i fondi europei”, ha risposto l’assessore di fronte alle critiche mosse dalle minoranze relative alla scarsità delle risorse regionali messe in campo. “La forza della proposta normativa è la semplificazione”, ha chiosato Marcato.
Dopo l’intervento dell’assessore, la seduta è stata sospesa. L’esame della proposta normativa, compresa la sua parte emendativa, proseguirà martedì 18 febbraio, alle 10.30.
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