“Estrema debolezza dei reparti di alta sicurezza”

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Prestito personale

Delibera veloce

 


La droga sull’asse Sicilia-Calabria grazie agli affari con la ‘Ndrangheta, le estorsioni ai commercianti (solo in rarissimi casi denunciate dalle vittime) come forma di controllo del territorio, le scommesse e il gioco d’azzardo, ma anche le armi e i summit di mafia, organizzati non più soltanto in vecchi casolari di campagna ma anche attraverso cellulari criptati e minicellulari utilizzati invece da chi continua a comandare dal carcere, facendo emergere una “pemerabilità” soprattutto nei reparti di alta sicurezza. C’è questo e tanto altro nel maxi blitz messo a segno dai carabinieri dopo anni di indagini coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia. “Un risultato importante perché siamo riusciti in un solo momento a neutralizzare una parte importante di Cosa nostra”, ha detto il procuratore capo di Palermo, Maurizio De Lucia, nel corso della conferenza stampa a cui hanno partecipato anche il procuratore nazionale Antimafia, Giovanni Melillo, l’aggiunto della Dda di Palermo Marzia Sabella e i vertici del Comando provinciale dei carabinieri.

I nomi dei 180 arrestati

Quella di stanotte è una delle più grandi operazioni condotte negli ultimi anni, sebbene si tratti di cinque diverse inchieste che avevano dei punti di contatto. Da qui l’esigenza di eseguire i provvedimenti contestualmente. “Abbiamo avuto la necessità – ha spiegato ancora De Lucia durante la conferenza stampa – di effettuare i fermi e di ritardare degli arresti per evitare fughe di notizie”. La lista degli indagati è lunga e trasversale sia sotto il profilo dei mandamenti che sotto quello generazionale. Quanto emerso tra intercettazioni e appostamenti, hanno spiegato i magistrati, dimostra come Cosa nostra cerchi di guardare al futuro, anche dal punto di vista tecnologico, senza mai dimenticare il passato. “I giovani, molti già inseriti nel circuito, subiscono la fascinazione della criminalità organizzata”, spiega il procuratore aggiunto Marzia Sabella. Le fa eco il comandante del Nucleo investigativo dei carabinieri Domenico La Padula: “Non sono soltanto i giovani a sfruttare le nuove tecnologie, ma in più subiscono il fascino delle vecchie regole che hanno sinora garantito la vitalità dell’organizzazione”.

Dilazioni debiti fiscali

Assistenza fiscale

 

Video | Dal cielo, dai tetti e dalle botole: il film dell’operazione

Un altro dei temi emersi nel corso dell’indagine riguarda la “permeabilità” delle prigioni nonostante non sia emersa alcuna complicità tra agenti penitenziari e forze dell’ordine. “Dobbiamo sottolineare l’estrema debolezza dei reparti carcerari di alta sicurezza perché l’inchiesta – ha detto il procuratore Melillo – mostra chiaramente il predominio delle organizzazioni criminali che riescono a comunicare con i sodali dall’interno”. Dalle loro celle i padrini riuscivano a contattare i familiari che poi, hanno spiegato gli inquirenti, li facevano parlare con gli uomini d’onore liberi consentendo loro così di organizzare dei veri e propri summit per concordare le strategie sul commercio della droga ma anche la commissionare vendette e agguati. Cosa nostra inoltre, ha raccontato il procuratore aggiunto Marzia Sabella, avrebbe utilizzato “cellulari con software di ultima generazione per sfuggire alle intercettazioni”. Tutti elementi che, secondo il procuratore Melillo, impongono nuovi spunti di riflessione anche alla luce del fatto che, nonostante arresti e sequestri, i boss sembrano non avere ancora smesso di sognare la ricostituzione della Cupola.

A seguire a distanza l’operazione – che ha colpito i mandamenti Porta Nuova, Pagliarelli, Tommaso Natale-San Lorenzo e Santa Maria di Gesù, oltre ai comuni di Bagheria-Villabate e Cinisi-Carini-Terrasini – anche il comandante generale dell’Arma dei carabinieri, Salvatore Luongo: “Mi sono tenuto in continuo e diretto contatto con il comandante provinciale seguendo in prima persona un’operazione rischiosa eseguita in modo brillante e impeccabile. Esprimo la mia piena e assoluta soddisfazione per la professionalità e l’eccezionale livello della risposta che, alle mai sopite minacce della criminalità organizzata, hanno dimostrato le donne e gli uomini dell’Arma. Il brillante risultato conseguito oggi è il frutto di lunghe, articolate e complesse attività investigative svolte dall’Arma territoriale e dal Ros Lo Stato ha nuovamente dimostrato che il diritto e la convivenza civile hanno la meglio sulla violenza e sulla prevaricazione mafiosa”.



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Sconto crediti fiscali

Finanziamenti e contributi

 

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link