Foibe, scontro tra il sindaco di Bologna e FdI: “Blitz in Comune, denuncio”. Ma la questura: era autorizzato

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Bologna, 10 febbraio 2025 – Sempre più complessa la vicenda che ha sollevato polemiche e promesse di denunce da parte del sindaco Matteo Lepore come degli esponenti di Fratelli d’Italia, dopo la manifestazione di Gioventù Nazionale che si è svolta in occasione del Giorno del ricordo. Ma nel vorticoso giro di affondi tra politici, è la questura a fare chiarezza.

Riavvolgiamo il nasto. La fiaccolata è culminata con la deposizione di una corona sotto la lapide che ricorda le vittime delle Foibe all’interno di Palazzo d’Accursio, dopo l’orario di chiusura. Motivo per cui, secondo Lepore, “non era autorizzata a entrare in Comune, non è stato concordato niente con la questura”. Il primo cittadino ha poi aggiunto che “qualcuno avrebbe dovuto renderne conto e che avrebbe sporto denuncia”.

Lo stesso hanno promesso Stefano Cavedagna, portavoce nazionale di Gioventù nazionale, e Galeazzo Bignami, capogruppo alla Camera FdI, per le “reiterate falsità del sindaco”. 

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Ma proprio dalla questura arriva la smentita: in una nota precisa di aver ricevuto il 31 gennaio il preavviso di manifestazione presentato da Stefano Cavedagna, portavoce nazionale di Gioventù Nazionale, che preannunciava un corteo con fiaccolata in ricordo dei martiri delle foibe. “Tale fiaccolata – si legge nel comunicato diffuso dalla questura – con partenza da via d’Azeglio, angolo via de’ Carbonesi, si sarebbe conclusa all’interno della corte comunale con la deposizione di una corona di fiori”.

Così come, è stato ricevuto dalla questura, il 5 febbraio, il preavviso di manifestazione presentato da Luca Cesari, rappresentante di Cambiare Rotta, che preannunciava un “corteo-manifestazione antifascista” che da piazza Verdi si sarebbe concluso in piazza del Nettuno.

“Ieri sera dopo le 19 c’è stata una manifestazione per il Giorno del Ricordo promossa da FdI, Gioventù Nazionale e altri militanti che hanno chiesto di entrare, ma il palazzo era chiuso, perché dopo le 19 il palazzo comunale è sempre chiuso – racconta Lepore – Hanno deposto una corona fuori e hanno provato insistentemente ad entrare da tutti i lati e poi, come nella scena del film ‘I soliti ignoti’, hanno trovato uno stratagemma per farsi aprire, intrufolarsi a palazzo e fare entrare alcuni militanti. Sono entrati in cortile, hanno fatto quello che volevano e poi se ne sono andati lasciando la corona all’interno del palazzo”. 

Ogni settimana “dall’estrema destra e dalla destra bolognese vediamo annunciare manifestazioni e cortei che poi puntualmente non si fanno – ha ribadito Lepore – . Si cerca di organizzare la tensione e lo scontro. Presentarsi a Palazzo d’Accursio chiuso per poi fare finta di essere respinti è veramente una scena un po’ grottesca e tragicomica. Venire con questi striscioni con caratteri che ricordano il fascismo, come quelli che usa Gioventù Nazionale, non è una scena bella. Bisognerebbe avere un po’ più di dignità”.

Manuela Zuntini, consigliera di FdI, ribatte alla ricostruzione del sindaco: “Io non ho suonato, né chiesto di entrare a Palazzo. Ma l’ha fatto la collega Foresti. Da Lepore falsità e menzogne. Io, Foresti e il consigliere regionale Francesco Sassone abbiamo deciso di depositare la corona per il Giorno del Ricordo dentro a Palazzo d’Accursio perché temevano che venisse distrutta visto che c’era a poca distanza una contromanifestazione e siamo stati scortati dalle forze dell’ordine”. Poi conferma: “Sono stata in questura per denunciare il sindaco per diffamazione“.

“In merito alle reiterate falsità espresse dal signor Lepore (sindaco di Bologna, ndr), preciso di aver affidato ai miei legali mandato al fine di tutelarmi anche in sede civile visto che Lepore continua a sostenere che avrei contribuito a un presunto ingresso abusivo in una sede comunale. L’oggettiva falsità di tali affermazioni è comprovata da testimoni, compresi due agenti di polizia che mi hanno preceduto nel percorso fino al mio mezzo privato e che ho salutato mentre mi allontanavo. Tale circostanza verrà confermata anche dai video che lo stesso Lepore sostiene di aver dato indicazione di acquisire. Le somme che eventualmente saranno corrisposte, le devolverò alle associazioni impegnate nel tenere vivo il Giorno del Ricordo“. Lo dichiara, in una nota, il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, Galeazzo Bignami.

Stefano Cavedagna, europarlamentare meloniano, portavoce di Gioventù nazionale, specifica di avere dato comunicazione alla Questura sia del corteo sia della deposizione della corona all’interno della sede municipale. “Sto denunciando Lepore, un atto dovuto, e voluto, per le sue menzogne – affonda Cavedagna –. Diffamazione e falsità nei nostri confronti. Premettendo che nessun ‘corteo’ è entrato in Comune, nonostante la manifestazione di Gioventù Nazionale fosse peraltro autorizzata a deporre una corona nel cortile comunale come da comunicazione che ho formulato alla Questura, come da 15 anni a questa parte. Semplicemente le porte erano chiuse, come mi hanno detto quando ho suonato il campanello, per disposizioni del gabinetto del sindaco non potevano aprire. Da quanto ne so, alla fine della manifestazione, sono entrati due consiglieri, suonando al campanello”.

La consigliera di Fratelli d’Italia Elena Foresti ricostruisce così la vicenda: “La fiaccolata di Gioventù nazionale per ricordare le vittime delle Foibe è iniziata alle 19. Finita la manifestazione io con la consigliera Manuela Zuntini, accompagnate da altre quattro persone, siamo arrivate a Palazzo d’Accursio. Il portone era chiuso, così ho suonato il campanello chiedendo di poter entrare. Non ho detto che volevo depositare la corona in ricordo delle vittime delle Foibe, mi sono solo qualificata. E mi hanno aperto. Non ci è venuto in contro nessuno… Le quattro persone con noi? Ci hanno accompagnato per una questione di sicurezza, visto che c’era anche la manifestazione dei collettivi”. 

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Dal Comune, invece, fanno sapere che al cerimoniale – come da prassi – non è arrivata alcuna mail di richiesta per entrare a Palazzo d’Accursio. E, stando alla ricostruzione, sarebbe stata Zuntini a chiedere di entrare per recuperare effetti personali.

Critici in Aula i consiglieri del Pd. La consigliera dem Loretta Bittini ha definito “il blitz di Fratelli d’Italia squallido”, con il collega Maurizio Gaigher che ha puntato il dito contro i meloniani: “Il cortile di pietra di Palazzo d’Accursio non è la sede di FdI, ma lo spazio democratico di tutti i cittadini”. Attacca il dem Maurizio Mazzanti: “Gli amici di FdI smettano con queste provocazioni durante una festa che unifica il Paese e che dev’essere di tutti”.

“Mi preoccupa la possibilità di un aumento della tensione: non ne abbiamo bisogno, dobbiamo invece lavorare tutti per tenere la situazione tranquilla e i toni bassi, ed essere il più razionali e sereni possibile”. A dirlo, parlando della manifestazione di Gioventù nazionale in occasione del Giorno del Ricordo e della contromanifestazione del collettivo Cambiare Rotta, è il questore di Bologna Antonio Sbordone. “Su quello che è successo i contorni sono ancora da chiarire”, precisa, aggiungendo che, “al di là dell’ingresso in Comune, abbiamo dovuto gestire ancora una volta una contrapposizione in piazza, e questa è una cosa che vorremmo evitare”.



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