Li metto, li tolgo, li rimetto: nel gioco dell’oca dei dazi che il presidente Usa Donald Trump gioca con l’Universo Mondo, l’ultima notizia è l’imposizione di tariffe del 25% su tutto l’import d’acciaio e alluminio, da qualsiasi Paese arrivi. La misura colpisce soprattutto il Canada, principale fornitore degli Stati Uniti, e il Messico e, in misura minore, la Cina, che da sola esporta più della metà dell’acciaio mondiale e che patisce i contraccolpi di turbolenze sui mercati internazionali. Marginale l’impatto sull’Europa che, comunque, annuncia contro-misure.
La firma dei dazi e di ancora altri ordini esecutivi è l’occasione per una ridda di dichiarazioni. Trump dice che il cessate-il-fuoco tra Israele e Hamas dovrebbe essere revocato, se la restituzione degli ostaggi non continuerà come previsto, e che su Gaza dovrebbe “scatenarsi l’inferno”, ma ammette che tocca a Israele decidere.
Il magnate presidente aggiunge che potrebbe tagliare gli aiuti a Egitto e Giordania, se il Cairo e Amman si rifiutano di accogliere in modo permanente sul loro territorio gli oltre due milioni di palestinesi che dovranno lasciare la Striscia di Gaza se il suo piano sarà attuato. Oggi, Trump avrà modo di spiegarlo di persona al re di Giordania Abdallah II, in visita alla Casa Bianca.
In un’intervista alla Fox, Trump ha anche chiarito che la deportazione dei palestinesi sarà definitiva e non temporanea: non ci sarà per loro un ritorno a casa in una Striscia “di proprietà Usa”, perché – dice – “staranno meglio dove saranno”. Gli alleati degli Stati Uniti in Medio Oriente, e pure altrove, hanno finora respinto il piano, che, per l’Onu e per gli esperti, viola la legge internazionale.
Le nuove dichiarazioni e i nuovi ordini del presidente Trump rientrano in una strategia che l’Ap sintetizza così: “Creare il caos per distrazione nella comunità internazionale”. I leader stranieri s’affannano a rispondere rispondere e la gente si chiede se continuerà ad avere, e a che prezzo, cibo e medicine.
Trump 2: il match con i giudici e la tendenza a ignorare le sentenze
Ovviamente, la frenesia del Trump 2 ha strascichi giudiziari. Ieri, un giudice federale ha constatato che l’Amministrazione non ha pienamente rispettato l’ordine di non congelare la spesa federale e ha quindi ordinato alla Casa Bianca di fare tutti i versamenti previsti. Contemporaneamente, 22 Stati hanno fatto ricorso contro il taglio dei fondi alla ricerca medica, che hanno allarmato le comunità accademica e scientifica. Ci sono poi ricorsi individuali contro licenziamenti e demansionamenti.
Il Washington Post vede emergere, da parte del presidente, del suo vice JD Vance e del suo sodale Elon Musk, una strategia di sfida alle corti, ignorandone, in tutto o in parte, le ordinanze. Un modo per alimentare quella “crisi costituzionale” che è oggi evocata dal New York Times, ma che è ormai ricorrente sui media ‘liberal’.
Secondo l’Ap, la terza settimana del Trump 2 è stata un susseguirsi di ordini esecutivi specialmente intesi a tagliare spesa pubblica e dipendenti federali, di ‘stop and go’ sui dazi e di sortite ad effetto sulla Striscia di Gaza. Inoltre, l’agenzia cita funzionari ed esperti secondo cui il lassismo mostrato dell’Amministrazione Trump nei confronti dei facinorosi del 6 gennaio 2021 e le ‘purghe’ in atto degli agenti dell’Fbi che li perseguirono ceano un clima di tolleranza al crimine di cui potrebbero profittare organizzazioni estremistiche.
Quanto all’Ucraina, Trump dice di volere un negoziato e chiede a Kiev di rimborsare gli aiuti finora ricevuti con terre rare. Ma non è chiaro se il presidente russo Vladimir Putin voglia trattare, adesso che sul terreno sta per raggiungere i suoi obiettivi.
Trump 2: la vicenda del sindaco di New York Eric Adams
Il Dipartimento della Giustizia, retto dall’ex legale di Trump Pam Bondi, ha ordinato che le accuse di corruzione nei confronti del sindaco di New York Eric Adams, un democratico, siano lasciate cadere.
Adams era stato incriminato nel settembre scorso per avere accettato bustarelle in varie forme. Mentre autorità e cittadini della Grande Mela manifestavano disagio per la situazione, Adams cercava l’appoggio di Trump, che gli mostrava simpatia. Il Dipartimento della Giustizia ha ora motivato la sua decisione col fatto che Adams è candidato a essere rieletto e si prepara ad affrontare le primarie democratiche e deve potersi concentrare sul contrasto all’immigrazione illegale.
Insomma, che sia corrotto non importa, se dà una mano al presidente.
Trump 2: musk alla battaglia per OpenAI
A margine delle vicende dell’Amministrazione, c’è da registrare un botta e risposta tra Elon Musk e il responsabile di OpenAI Sam Altman, che progetta di cambiare lo status della sua start-up (finora una nonprofit). Musk ha fatto un’offerta d’acquisto da 97,4 miliardi di dollari. Altman ha risposto “No, grazie”, ma ha controproposto di acquistare X per 9,74 miliardi di dollari.
Nel dare la notizia, l’Ap osserva che le tattiche sperimentate da Musk dopo avere acquistato l’allora Twitter, cacciare gli addetti alla qualità dell’informazione e preoccuparsi solo del profitto, possono non funzionare nell’Amministrazione pubblica, ammesso che lo abbiano fatto sulla piattaforma.
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