L’Inps respinge la richiesta di ammortizzatori sociali per la Bms: pronto il ricorso

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A rischio il piano di salvataggio della Brindisi Multiservizi. Dopo una prima richiesta di integrazione documentale, infatti, l’Inps ha respinto la richiesta per l’utilizzo del Fondo di integrazione salariale, che rappresenta uno dei tasselli della strategia per portare la società in house del Comune fuori dalla crisi.

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Il Comune pronto a battersi

Una decisione, quella dell’Inps, fortemente contestata dall’amministrazione comunale, oltre che dalla stessa società, tant’è vero che è in arrivo il ricorso alla stessa Inps per chiedere l’annullamento in autotutela del provvedimento. Che mette a rischio il pagamento degli stipendi per circa 126 lavoratori. «Un provvedimento – commenta il sindaco Giuseppe Marchionna – assolutamente illegittimo, senza neanche un preavviso di diniego. Ecco perché stiamo procedendo immediatamente al ricorso». L’utilizzo degli ammortizzatori sociali riguarda, infatti, tutti i dipendenti eccezion fatta per quelli del settore Verde pubblico e prevede una riduzione delle ore lavorative del 25 per cento. In particolare, in questi primi mesi, fino al prossimo luglio, il piano prevedeva proprio l’utilizzo della Fis. Dopo di che, fino alla fine dell’anno, il contratto di solidarietà. E infine, per altri due anni, la cassa integrazione.

Ammortizzatori sociali e taglio delle spese

All’interno del piano di risanamento della società in house del Comune, infatti, si legge che “verranno adottate le seguenti due strategie per la gestione del personale. Nel breve-medio termine, riduzione dell’orario di lavoro del 25% per 126 dipendenti, a partire da gennaio 2025, che consentirà un risparmio annuale stimato di circa 700mila euro. Nel medio-lungo termine, incentivazione all’esodo per ridurre l’organico, con focus sui dipendenti ultra sessantenni; si stima che la forza lavoro passerà dagli attuali 148 dipendenti a 111 dipendenti entro il 2027, a fronte di un esborso complessivo di 370mila euro per gli incentivi all’esodo. Per i primi sei mesi lo strumento identificato è il Fondo integrazione salariale (Fis), per il secondo semestre si farà ricorso al contratto di solidarietà, e per i restanti due anni alla cassa integrazione guadagni (Cig)”.

L’aumento delle entrate grazie ai parcheggi

Il secondo pilastro del piano di risanamento è quello che riguarda le entrate ed in particolare quelle legate al servizio parcheggi. L’aumento dei costi dei ticket dovrebbe portare ad un incremento teorico delle entrate del 9 per cento mentre quello di pass e abbonamenti del 33% che, però, viene ridotto prudenzialmente al 25% (al termine dei tre anni) sulla base di due effetti: possibile rinuncia di alcuni degli attuali residenti a causa rialzo delle tariffe; l’utilizzo dei pass ridurrà gli incassi a tariffa (vale per zona verde, ma non solo).

La composizione negoziata della crisi

Da qualche settimana, ormai, la Bms è in fase di composizione negoziata. Procedimento entrato nel vivo una quindicina di giorni fa con l’amministratore unico Rossana Palladito che ha scritto ai creditori con lo scopo di rimodulare, anzi in questo caso di rateizzare, i debiti accumulati dalla società. Dopo avere ricordato il mandato ricevuto dal consiglio comunale per l’applicazione del piano di risanamento e per l’avvio dell’iter per la composizione negoziata, sulla base di quanto previsto dall’articolo 12 del Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza, l’avvocato Palladino ha comunicato ai creditori che l’advisor nominato dalla Camera di commercio di Bari ha accettato l’incarico lo scorso 8 gennaio. Proprio a seguito dell’avvio della procedura, “è fatto obbligo alla Bms di attivarsi per concludere accordi con i creditori, rispettando la par condicio creditorum e per l’effetto le formulo la seguente proposta di rientro”, scrive l’amministratore rivolgendosi ai creditori. L’accordo, aggiunge, “avrà efficacia a far tempo dalla chiusura della composizione negoziata (che ci si augura di concludere in tempi rapidi e che comunque non supererà i sei mesi)”.

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Una “difesa” contro le azioni dei creditori

La società ha deciso di usufruire anche delle cosiddette misure di protezione, previste dall’iter della composizione negoziata. Un “atto necessario a garantire alla società la serenità del percorso di negoziazione con i creditori – le cui ragioni saranno soddisfatte integralmente all’esito della procedura – ed in nessun modo intende contrapporre gli interessi della Bms con quelli dei creditori con i quali la società intende conservare proficui e duraturi rapporti commerciali in vista del superamento della crisi”.





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