Perché lo stop a Usaid è un rischio per la salute globale

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Dilazione debiti

Saldo e stralcio

 


Mentre il mondo politico e diplomatico guarda alle prime decisioni del Governo Trump con sconcerto e disorientamento, quello scientifico è indignato e sotto choc per l’ordine esecutivo di chiudere – di fatto – l’Usaid, l’Agenzia per la cooperazione internazionale degli Stati Uniti, fondata dal presidente Kennedy 60 anni fa. Nel corso di questi decenni, l’Usaid ha goduto di un enorme sostegno bipartisan e ha contribuito in modo decisivo al miglioramento delle condizioni di vita e alla salute di centinaia di milioni di persone in tutto il mondo, in particolare nei Paesi più poveri.
L’assistenza fornita da Usaid si presenta in molte forme e, con un budget inferiore all’1% della spesa pubblica annuale degli Stati Uniti, non è, da sola, una panacea per le principali sfide del mondo, ma alcuni investimenti salvano vite immediatamente, come i medicinali distribuiti a 500.000 bambini con Hiv o il cibo ricco di nutrienti che salva i bimbi affamati dalla morte. Dei 38 miliardi di dollari che Usaid ha speso nel 2023, quasi 20 miliardi di dollari sono stati destinati a programmi sanitari (come quelli che combattono la malaria, la tubercolosi, l’Hiv/Aids e le epidemie di malattie infettive) e all’assistenza umanitaria per rispondere alle emergenze e aiutare a stabilizzare le regioni devastate dalla guerra. Altri investimenti sono meno visibili ma danno i loro frutti a lungo termine, come dare alle ragazze la possibilità di ricevere un’istruzione e di entrare nel mondo del lavoro o di far crescere le economie locali.

Al contrario di quella di Kennedy, l’amministrazione Trump pare intrecciare crudeltà, ignoranza e miopia, e questa combinazione sembra particolarmente evidente nel suo attacco all’assistenza umanitaria americana. Il Segretario di Stato Rubio ha effettivamente detto che ci sono parti del lavoro dell’Usaid che dovrebbero essere preservate, ma ha informato che prevede di mantenere solo circa 290 dei 14.000 dipendenti in tutto il mondo. Lo staff americano dell’Usaid e le loro famiglie che vengono richiamati bruscamente dal campo meriterebbero molto di meglio. Molti sono stati dispiegati nelle regioni più pericolose del mondo; più di 100 dipendenti sono morti nell’adempimento del dovere, mentre lavoravano per l’agenzia in luoghi come Sudan, Haiti, Afghanistan ed Etiopia.
Con il loro lavoro hanno restituito la vita a migliaia di donne e ragazze con fistola ostetrica, un orribile trauma da parto, con un intervento chirurgico da meno di 600 dollari. Hanno combattuto la poliomielite, la malaria e l’elefantiasi riducendo enormemente il carico di queste malattie. Hanno consentito a migliaia di persone di non perdere la vista a causa del tracoma, della cecità fluviale o della cataratta. Hanno aiutato l’Africa meridionale devastata dall’Aids a uscire dall’emergenza e, grazie al programma storico del presidente George W. Bush, chiamato Pepfar, hanno salvato finora 26 milioni di vite.
Con la chiusura dell’Usaid molte delle persone affamate e malate che dipendono dai programmi dell’Agenzia rischiano di morire, ma le conseguenze ci saranno anche per gli americani. La cessazione dei programmi di lavoro con i giovani a rischio in America Centrale per prevenire la violenza delle gang aumenterà la pressione migratoria, ma il rischio più immediato riguarda le malattie infettive. Negli Usa una persona è già morta di influenza aviaria e c’è una crescente preoccupazione per una pandemia, eppure la sospensione degli aiuti esteri da parte di Trump ha interrotto la sorveglianza dell’influenza aviaria in 49 Paesi.
Ricordate il panico in tutto il mondo per l’epidemia di Ebola nell’Africa occidentale nel 2014? Alla fine, una pandemia è stata evitata grazie anche al lavoro di Usaid in Guinea, Liberia e Sierra Leone. Attualmente, un’altra epidemia di Ebola è stata appena segnalata in Uganda, con 234 contatti identificati finora e un’altra febbre emorragica da virus di Marburg è scoppiata in Tanzania il mese scorso. Gli operatori umanitari si stanno affrettando a contenere il virus, ma senza l’aiuto di Usaid come faranno?
Un’altra tragica conseguenza della chiusura dell’Agenzia è l’immediata interruzione di centinaia di studi clinici con migliaia di pazienti che ora, abbandonati a sé stessi, rischiano la vita. È difficile conoscere il numero totale di sperimentazioni chiuse o quante persone sono state colpite, perché la rapida demolizione dell’Usaid negli ultimi giorni ha cancellato i registri pubblici. Oltre al sito Web disabilitato, l’agenzia non ha più un dipartimento di comunicazione e l’ordine di sospensione dei lavori proibisce a qualsiasi agenzia esecutiva di parlare pubblicamente di quanto accaduto. Il New York Times ha identificato più di 30 studi congelati che avevano già volontari sotto la cura dei ricercatori, tra cui sperimentazioni di trattamento della malaria nei bambini di età inferiore ai 5 anni in Mozambico, trattamento del colera in Bangladesh, un metodo di screening e trattamento per il cancro cervicale in Malawi, trattamento della tubercolosi per bambini e adolescenti in Perù e Sudafrica, supporto nutrizionale per bambini in Etiopia e altri interventi.
Tagliare i fondi a queste attività non è solo crudele ed insensato, come sottolineava il presidente Kennedy quando propose la creazione dell’agenzia nel 1961, è anche miope perché «a lungo termine sarebbe anche più costoso, con la nostra sicurezza e la nostra prosperità che sarebbero messe a repentaglio». Forse è per questo che la Russia ha elogiato la mossa di Trump. Per i miliardari della Casa Bianca potrebbe sembrare un gioco, ma per chiunque abbia un cuore e un minimo di interesse per il bene comune, ciò che sta accadendo è disgustoso.

Prestito personale

Delibera veloce

 





Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link