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Bilbao, 11 Feb – Come ricordato nei giorni scorsi in un  articolo del nostro giornale, l’Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro ( EU-OSHA), una importante agenzia dell’Unione europea, ha annunciato il lancio della sua nuova strategia per il periodo 2025-2034. L’obiettivo è rafforzare l’impatto delle politiche dell’Agenzia sulla sicurezza e la salute dei lavoratori, rispondendo alle sfide emergenti del mondo del lavoro.

 

La strategia mira ad affrontare le conseguenze dei profondi mutamenti in atto, ad esempio in relazione alla trasformazione digitale, alla transizione ecologica e all’ invecchiamento della forza lavoro. Si tratta di un’iniziativa di grande rilievo che, come dimostrano le numerose campagne – tra cui l’attuale “ Lavoro sano e sicuro nell’era digitale” – potrà avere ricadute significative sul miglioramento della prevenzione di infortuni e malattie professionali nelle aziende europee.

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A partire dall’importanza di questa nuova strategia, abbiamo intervistato William Cockburn, Direttore Esecutivo dell’EU-OSHA, che, come ricordato dal nostro giornale nella presentazione delle nuove linee strategiche, ha definito la strategia EU-OSHA 2025-2034 una tappa fondamentale che consentirà di affrontare con determinazione le sfide attuali e future in materia di salute e sicurezza sul lavoro.

 

 

L’intervista, realizzata da PuntoSicuro, ha toccato diversi temi, a cominciare dal ruolo dell’Agenzia nell’Unione europea e dalla situazione della salute e sicurezza nei Paesi membri UE.

 

Per garantire un’analisi approfondita, abbiamo deciso di pubblicarla in due parti: in questa prima parte si parlerà della genesi e delle funzioni dell’Agenzia, dello stato attuale della sicurezza sul lavoro nell’UE e dei progressi della campagna dedicata all’ evoluzione digitale. Inoltre, William Cockburn ci offrirà alcune anticipazioni sulla campagna prevista per il triennio 2026-2028.

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La seconda parte, che verrà pubblicata nei prossimi giorni sarà dedicata ai punti chiave della nuova strategia, al metodo di lavoro adottato per la sua elaborazione, agli strumenti che l’EU-OSHA intende sviluppare e promuovere, alle principali sfide da affrontare e ai criteri con cui verranno misurati i progressi e i successi nel tempo.

 

L’articolo di presentazione della prima parte dell’intervista si sofferma sui seguenti argomenti:

 

La fondazione dell’Agenzia EU-OSHA e il suo ruolo nell’Unione europea

Potrebbe descrivere come è stata fondata l’Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro? Qual è stato il ruolo iniziale dell’Agenzia e come si è evoluto nel tempo all’interno dell’Unione europea?

 

William Cockburn: La sicurezza e la salute sul lavoro (SSL) sono state al centro del progetto europeo fin dalla nascita della Comunità europea del carbone e dell’acciaio. Un momento cruciale si è avuto con l’adozione della Direttiva quadro ( 89/391/CEE) nel 1989, che ha stabilito principi comuni ed enfatizzato la valutazione dei rischi nelle pratiche di SSL. All’inizio degli anni ’90, l’Europa ha dovuto affrontare un numero impressionante di infortuni sul lavoro, che superava i 4 milioni all’anno, di cui 8.000 con esito mortale. In risposta, la Commissione europea ha dichiarato il 1992 Anno europeo della sicurezza e della salute sul lavoro.

Ciò ha gettato le basi per l’istituzione dell’Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro (EU-OSHA) nel 1994, per rispondere alla crescente necessità di un organismo centralizzato dedicato alla sicurezza e alla salute sul lavoro (SSL).

 

Il nostro ruolo principale è quello di raccogliere, analizzare e diffondere informazioni sulla SSL per migliorare le condizioni di lavoro in tutta l’UE. Nel corso degli anni, il nostro mandato si è notevolmente ampliato. Oggi svolgiamo un ruolo cruciale nel sostenere il processo decisionale, fornendo informazioni tecniche, scientifiche ed economiche e promuovendo una cultura della prevenzione attraverso la nostra vasta rete di punti focali nazionali e di parti sociali.

 

La nuova strategia 2025-2034 dell’EU-OSHA affronta le sfide in evoluzione nel campo della SSL e prepara l’agenzia a rispondere a importanti sviluppi sociali, come le transizioni digitali e verdi, oltre all’invecchiamento della forza lavoro.

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La sicurezza sul lavoro nella UE: miglioramenti, stagnazione e aree di interesse

Secondo lei, qual è la situazione nell’Unione Europea per quanto riguarda la protezione e la gestione degli infortuni e delle malattie professionali sul posto di lavoro? I dati sono migliorati o peggiorati negli ultimi anni?

 

William Cockburn: La situazione nell’UE per quanto riguarda gli infortuni e le malattie professionali rimane una sfida significativa. Nonostante i miglioramenti ottenuti nel corso dei decenni, ci troviamo ancora di fronte a gravi conseguenze per i lavoratori, le aziende e la società. Ogni anno si registrano oltre 3.300 infortuni mortali sul lavoro e circa 170.000 decessi per malattie professionali. Nonostante i progressi compiuti, i dati indicano che dobbiamo continuare a impegnarci per migliorare la sicurezza e la salute sul lavoro. Anche l’impatto economico è notevole, con costi pari a circa il 3,3% del PIL.

 

Miglioramenti

La legislazione, la formazione e lo sviluppo di strumenti analogici e digitali hanno permesso di compiere progressi significativi in materia di SSL. Questi miglioramenti hanno portato a migliori sistemi di gestione della SSL, a una maggiore consapevolezza dei rischi specifici e a innovazioni tecniche che riducono i rischi per la salute. La riduzione complessiva degli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali dalla metà degli anni ’90 è in gran parte dovuta a migliori misure di prevenzione, organizzative e tecniche, sostenute da cambiamenti economici, tecnologici e da una migliore assistenza medica. Inoltre, le organizzazioni internazionali e l’UE hanno svolto un ruolo cruciale nell’ammodernamento della legislazione in materia di SSL e nella promozione di sforzi globali per ambienti di lavoro più sicuri.

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Stagnazione

Nonostante questi miglioramenti, in alcuni settori si è registrata una stagnazione. La percentuale di lavoratori esposti ai rischi tradizionali per la sicurezza e la salute, come il rumore, la polvere e gli agenti chimici, è rimasta stabile dal 2005. Anche i rischi ergonomici, tra cui i movimenti ripetitivi e la permanenza prolungata in posizione seduta, non sono diminuiti in modo significativo. L’attuazione e l’applicazione delle normative in materia di SSL non sono progredite in modo uniforme in tutti i settori, con alcune aree che registrano una limitata conformità. Inoltre, il passaggio a lavori più amministrativi ed emotivamente impegnativi ha portato a un aumento delle sfide psicosociali ed emotive, con un’attuazione limitata delle misure di mitigazione.

 

Aree di interesse

L’incompleto rispetto delle norme di SSL è più evidente nei settori con modalità di lavoro mobili, a domicilio e non standard. Queste tipologie di lavoro spesso non hanno un rapporto chiaro tra datore di lavoro e lavoratore, e ciò mina il principio della responsabilità del datore di lavoro in relazione alle condizioni di lavoro.

L’aumento del lavoro sommerso e illegale complica ulteriormente il panorama della SSL, poiché questi lavoratori spesso si trovano ad affrontare condizioni peggiori e non sono adeguatamente rappresentati nelle statistiche. Inoltre, la crescente prevalenza del lavoro fisicamente inattivo pone seri rischi per la salute, contribuendo a malattie diffuse come l’obesità. Persistono notevoli disparità nelle condizioni di lavoro tra gli Stati membri dell’UE e le catene di approvvigionamento globali continuano a presentare una distribuzione iniqua dei rischi per la SSL.

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Maggiori dettagli sono disponibili nel rapporto Occupational safety and health in Europe: state and trends 2023 e nelle pubblicazioni correlate.

 

I dati più recenti dell’Indagine europea tra le imprese sui rischi nuovi ed emergenti ( ESENER) 2024 evidenziano che la posizione seduta prolungata e i movimenti ripetitivi sono i principali problemi di sicurezza sul posto di lavoro, segnalati rispettivamente dal 64% e dal 63% dei luoghi di lavoro. Anche le sfide psicosociali e l’impatto della digitalizzazione sono importanti, con il 56% delle organizzazioni che ha individuato problemi come la gestione di clienti difficili.

L’indagine rileva un aumento del lavoro a distanza, dal 13% nel 2019 al 23% nel 2024, e una maggiore attenzione alle tecnologie digitali nella valutazione dei rischi.

Nonostante questi risultati, il 25% delle organizzazioni non riesce ancora a riconoscere i rischi psicosociali e la partecipazione dei dipendenti alla progettazione di misure preventive è diminuita. La campagna Ambienti di lavoro sani e sicuri, prevista per il 2026, mira ad affrontare questi rischi psicosociali e a migliorare la salute mentale dei lavoratori.

 

La campagna sulla digitalizzazione e la futura campagna sulla salute mentale

Come procede la campagna “Lavoro sano e sicuro nell’era digitale”? Quale sarà il tema della prossima campagna Ambienti di lavoro sani e sicuri?

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William Cockburn: La campagna ” Lavoro sano e sicuro nell’era digitale” sta procedendo bene, con un impegno significativo da parte dei nostri stakeholder. Stiamo sensibilizzando sui rischi e le opportunità della digitalizzazione sul posto di lavoro e promuovendo le migliori pratiche per la gestione di questi cambiamenti.

La nostra rete di punti focali ha partecipato attivamente, organizzando oltre 80 eventi negli Stati membri entro la fine del 2024. Un’altra importante iniziativa per promuovere la campagna a livello nazionale è stato il concorso relativo al Premio per le buone pratiche. I Focal Point hanno già presentato i loro finalisti nazionali e i membri della giuria europea si sono riuniti a febbraio per selezionare i vincitori del concorso.

 

Per l’attuale campagna contiamo sull’adesione di oltre 90 organizzazioni di vari settori in tutta Europa come partner ufficiali della campagna. Questi partner, tra cui organizzazioni di parti sociali, aziende e associazioni del settore pubblico e privato, hanno dimostrato grande entusiasmo e impegno. Nel primo anno della campagna hanno già realizzato molte attività, alcune delle quali hanno raggiunto migliaia di membri della loro rete o di dipendenti.

 

Inoltre, la nostra comunità di media in materia di SSL conta ora più di 30 partner di 17 paesi che diffondono i messaggi dell’EU-OSHA al loro pubblico nazionale. Nel corso della campagna, i media partner hanno dimostrato impegno attraverso il loro lavoro editoriale, gli eventi e altre attività fuori dagli schemi, per un totale di oltre 1.300 attività di promozione della campagna Ambienti di lavoro sani e sicuri e di altri progetti dell’EU-OSHA

L’imminente vertice sugli ambienti di lavoro sani e sicuri concluderà la campagna “Lavoro sicuro e sano nell’era digitale”. Alla fine dell’autunno, i principali esperti e decisori europei si riuniranno a Bilbao per una conferenza di due giorni per riflettere sui risultati della campagna e per condividere le idee sul futuro della digitalizzazione nei luoghi di lavoro.

 

La campagna Ambienti di lavoro sani e sicuri 2026-2028Insieme per la salute mentale sul lavoro” affronterà la questione di come i fattori di rischio psicosociali influenzino la salute mentale dei lavoratori, includendo gruppi, settori e aree professionali nuovi e trascurati.

La campagna contribuirà a soddisfare le esigenze di una popolazione lavorativa sempre più eterogenea e a realizzare gli obiettivi della SSL di concentrarsi sulle malattie professionali. Il tema della salute mentale sul lavoro è coerente con il piano strategico pluriennale dell’EU-OSHA e con le più ampie priorità strategiche dell’UE.

 

La campagna mira a sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza e sui costi dei rischi psicosociali, promuovendo procedure di valutazione e gestione dei rischi adeguate. Cerca inoltre di evidenziare gli impatti positivi di una buona salute mentale sui lavoratori, sulle aziende e sulla società, incoraggiando al contempo la cooperazione tra tutte le parti interessate per creare un ambiente di lavoro sano e sicuro. Si concentrerà su cinque aree prioritarie:

  • Valutazione e gestione dei rischi psicosociali,
  • Lavorare con problemi di salute mentale, 
  • Rischi fisici e salute mentale,
  • Rischi psicosociali nel settore dell’assistenza sanitaria e sociale
  • Molestie, violenza e molestie sessuali.

 

(…)

 

— fine della prima parte dell’intervista —

 

 

 

Articolo e intervista a cura di Tiziano Menduto

 

 

N.B.: La seconda parte dell’intervista sarà pubblicata nei prossimi giorni.

 

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