EIT Manufacturing preme l’acceleratore sull’Italia. Con un’agenda ricca di eventi e iniziative strategiche, l’organizzazione sarà protagonista di appuntamenti chiave per la manifattura, come ad esempio A&T Torino (dal 12 al 14 febbraio), Sps Italia (dal 13 al 15 maggio) ed Ecomondo (dal 4 al 7 novembre). In effetti, afferma Silvia Zancarli, business development & innovation senior manager in EIT Manufacturing South, «la nostra organizzazione sta intensificando il suo impegno soprattutto nella consulenza e nella disseminazione, diffondendo una cultura dell’innovazione industriale allineata ai valori europei. Ci sono sfide importanti da affrontare, ma abbiamo sviluppato una metodologia solida per guidare il settore manifatturiero verso un futuro più sostenibile, competitivo e aperto al cambiamento».
Ma cos’è EIT Manufacturing e perché ne parliamo? Anzitutto, è una delle nove Comunità della conoscenza e dell’innovazione (Kic) supportate dall’Istituto Europeo di Innovazione e Tecnologia (EIT), un organismo che l’UE ha creato per sviluppare settori chiave per la competitività del Continente. Come le altre Kic, la sua missione è quella di costruire un ecosistema integrato in cui collaborano oltre 200 tra università, centri di ricerca, imprese (tra queste, Brembo, Bonfiglioli, Prima Industrie, Renishaw, Beko e Volvo) e start-up; il focus è fare della manifattura un motore di crescita e di progresso sociale. Guidata dalla ceo Caroline Viarouge, è stata istituita nel 2019 come partenariato strategico pubblico-privato. Ha gli headquarter a Parigi, ma sedi regionali a Darmstadt, Vienna, Göteborg, Atene, Milano, San Sebastián. EIT Manufacturing South (Italia, Svizzera, Malta, Bosnia Erzegovina, Montenegro, Kosovo e Israele) è invece guidata dal managing director Gian Mario Maggio. L’attuale attivismo nel Belpaese di EIT Manufacturing può rivelarsi cruciale per l’Italia, dal momento che da noi l’industria manifatturiera, la seconda in Europa dopo quella tedesca, rappresenta il 20% del Pil, e visto che l’organizzazione possiede le chiavi per leggere, interpretare e modellare le traiettorie del settore.
Si accennava alle sfide decisive che la manifattura deve affrontare per rimanere competitiva. La carenza di competenze rende difficile trovare lavoratori qualificati, mentre la scarsa diversità limita la capacità di innovare e adattarsi. Il settore deve inoltre superare il modello produttivo lineare, puntando su un’economia circolare che riduca sprechi e dipendenza da risorse vergini. La decarbonizzazione è un’altra priorità: abbattere le emissioni e investire in energie pulite non è solo una scelta etica, ma una necessità economica. Allo stesso tempo, la resilienza del manifatturiero è messa alla prova da crisi globali e catene di fornitura fragili. Accorciare le filiere, digitalizzare i processi e rafforzare la produzione locale sono le chiavi per costruire un’industria più solida, sostenibile e competitiva. Si accennava anche alla metodologia che EIT Manufacturing ha definito per promuovere lo sviluppo della manifattura.
L’organizzazione investe nelle idee che possono fare la differenza, selezionando e sostenendo progetti innovativi capaci di portare nelle fabbriche le tecnologie più avanzate. Dall’intelligenza artificiale alla robotica, dalla manifattura circolare all’energia pulita, il suo ruolo è quello di colmare il divario tra ricerca e industria, trasformando le scoperte scientifiche in soluzioni accessibili e indirizzando le aziende verso i bandi europei. Inoltre, l’organizzazione lavora per formare una nuova generazione di professionisti, aiutando i lavoratori ad aggiornare le proprie competenze e rendendo la manifattura più attrattiva per i giovani. Infine, al centro della sua azione c’è anche il sostegno alle imprese emergenti, realtà che possono cambiare il volto della manifattura con soluzioni efficienti e sostenibili. Le connette con grandi aziende, investitori e partner strategici, affinché le loro idee possano crescere, scalare e diventare motori di cambiamento.
Un esempio dell’attività di EIT Manufacturing? La trasformazione di SmartFab da una start-up con difficoltà di accesso al mercato a un’impresa competitiva, facilitando connessioni strategiche con aziende, offrendo supporto finanziario e accelerando la sua crescita attraverso networking, test sul campo e opportunità di internazionalizzazione.
Tra gli obiettivi del business plan 2023-2025, raggiungere un coefficiente di sostenibilità finanziaria del 30,5%, generando entrate da servizi, quote associative e investimenti in startup. Nei tre anni, verranno investiti 165 milioni di euro, di cui 119,8 milioni finanziati dall’EIT, suddivisi tra innovazione (42,8 milioni), formazione (30,7 milioni), supporto alle startup (15,4 milioni) e sviluppo regionale (15,7 milioni).
Peraltro, EIT Manufacturing ha istituito Ris Hub (iniziative dedicate a Paesi europei a basso indice di innovazione): fungono da punti di interazione tra la comunità EIT e gli ecosistemi territoriali. In Italia, l’EIT Community Hub Italy sarà inaugurato il 18 febbraio 2025 al Tecnopolo Manifattura di Bologna, con un mix di partecipazione in presenza e online. Ne abbiamo parlato con Silvia Zancarli, business development & innovation senior manager in EIT Manufacturing South
Le sfide della manifattura europea secondo EIT manufacturing: competenze, diversità, sostenibilità e resilienza per un settore innovativo e competitivo
Per EIT Manufacturing il settore manifatturiero europeo si trova ad affrontare sfide cruciali che richiedono un approccio innovativo e sistemico. Tra queste, spiccano problemi strutturali come le lacune nelle competenze, la mancanza di diversità, i modelli di produzione lineari, le alte emissioni di gas serra e l’insufficiente resilienza di fronte ai cambiamenti globali.
Quanto alle competenze, per Silvia Zancarli il settore soffre di una significativa carenza di personale qualificato. «Anzitutto, pochi giovani si laureano nelle discipline Stem (Scienza, tecnologia, ingegneria e matematica)». E poi c’è un problema di genere culturale. «I ragazzi, una volta completati gli studi, non sono attratti dal lavoro “in fabbrica”, ancora percepita come un ambiente poco stimolante e poco pulito».
Un altro aspetto critico è la mancanza di diversità. Peraltro, secondo Silvia Zancarli non è solo un tema di equità, ma anche di competitività: la diversity non riguarda solo una maggiore inclusione di donne e giovani, ma anche la creazione di team eterogenei per competenze, esperienze e prospettive, che si dimostrano più produttivi e capaci di generare soluzioni creative: «le aziende che abbracciano l’inclusione sono più pronte a rispondere alle sfide e a cogliere opportunità»
Sul fronte della sostenibilità, i modelli di produzione lineari e le alte emissioni di gas serra rappresentano un ostacolo al progresso. Silvia Zancarli sottolinea come sia necessario abbandonare l’idea di «produrre come se non ci fosse un domani» e ripensare i processi produttivi in un’ottica più consapevole quanto al consumo delle risorse: «Abbiamo bisogno di creare un’industria che sia rispettosa dell’ambiente e delle persone», afferma, auspicando una transizione verso modelli circolari, che privilegino la riparazione, il riutilizzo e, più in generale, il remanufacturing. Questo approccio permette non solo di prolungare la vita dei prodotti, ma anche di recuperare valore dalle risorse già impiegate, riducendo al minimo lo spreco e contribuendo a un uso più responsabile dei materiali disponibili.
Quanto alla resilienza, per Zancarli «non si costruisce semplicemente producendo di più»: è necessario ripensare profondamente i modelli di produzione e di consumo, puntando su sistemi più robusti e sostenibili. Questo significa, ad esempio, favorire catene di fornitura più corte, investire nelle competenze locali e sviluppare distretti industriali più integrati, che possano rispondere rapidamente ai cambiamenti senza dipendere eccessivamente da risorse o fornitori esterni. Un altro elemento cruciale, secondo Silvia Zancarli, è l’adozione di tecnologie innovative che possano aumentare la flessibilità e l’efficienza del settore. Tecnologie come l’intelligenza artificiale, i digital twin e l’industrial IoT giocano un ruolo fondamentale nel creare sistemi produttivi che siano non solo più efficienti, ma anche capaci di adattarsi rapidamente a condizioni mutevoli.
Per Silvia Zancarli occorre un approccio europeo alla resilienza, diverso dai modelli adottati da altre economie globali. «Non possiamo competere copiando il modello cinese o americano. Dobbiamo trovare una nostra strada che valorizzi le nostre competenze, le nostre imprese e il nostro modo di lavorare». Ad esempio, La resilienza europea passa anche attraverso la creazione di ecosistemi industriali interconnessi, in cui aziende, start-up e centri di ricerca collaborano per sviluppare soluzioni innovative: «Più ci apriamo e più lavoriamo in termini di ecosistemi e distretti, più diventiamo resilienti. Le aziende devono capire che l’innovazione non può essere solo interna: devono aprirsi alle startup, ai centri di ricerca, alla cooperazione internazionale».
Un’altra arma per superare la dipendenza dalle catene globali di approvvigionamento è il reshoring: «abbiamo visto che avere tutto lontano è problematico. Il reshoring sta tornando d’attualità: le aziende vogliono accorciare le catene di fornitura e avere un maggiore controllo sui processi produttivi».
Il triangolo della conoscenza di EIT manufacturing: un approccio integrato tra educazione, innovazione e creazione d’impresa per trasformare il manifatturiero
1) Formazione e Innovazione: educare i talenti per il futuro del Manifatturiero
EIT Manufacturing offre percorsi formativi personalizzati che supportano il reskilling e l’upskilling. I contenuti dei corsi spaziano dalla tecnologia digitale ai temi legati alla sostenibilità, come l’economia circolare e l’industria 5.0. Questa varietà garantisce una formazione ampia e mirata, in grado di preparare i professionisti ad affrontare le sfide di un settore in continua evoluzione.
Un punto di forza dell’offerta formativa di Eit Manufacturing è rappresentato dalla sua piattaforma di e-learning, che ha già ottenuto risultati notevoli: dal 2021 al 2023, più di 5.200 studenti hanno partecipato ai corsi e sono stati resi disponibili oltre 230 percorsi di apprendimento. Questi corsi sono progettati per essere pratici, modulari e facilmente fruibili, così da integrarsi senza difficoltà nella routine lavorativa dei partecipanti. «Sono pensati per fornire contenuti aggiornati, sia tecnici che trasversali, e per essere facilmente adattabili alle esigenze di chi studia e lavora», spiega Silvia Zancarli, sottolineando l’importanza di un design didattico diversificato per massimizzare l’impatto formativo.
Un aspetto distintivo è la presenza delle Learning Factory, ambienti fisici collocati presso istituti di istruzione superiore e centri di ricerca in tutta Europa. Questi spazi offrono ai partecipanti l’opportunità di apprendere in contesti realistici, sperimentando tecnologie avanzate direttamente in ambienti simili a quelli industriali. Per Silvia Zancarli «l’accesso a una rete unica di Learning Factory consente un apprendimento pratico basato su processi e tecnologie reali di siti industriali». Questa combinazione di teoria e pratica aiuta i partecipanti a sviluppare competenze direttamente applicabili nel loro lavoro.
Infine, con la Deep Tech Talent Initiative, l’organizzazione che ha già formato un milione di persone in Europa, concentrandosi sulle competenze avanzate necessarie per le tecnologie emergenti. «Vogliamo creare un bacino di talenti in grado di affrontare le sfide tecnologiche più complesse e di sostenere il futuro del manifatturiero europeo», sottolinea Silvia Zancarli. Questa iniziativa non solo migliora la competitività del settore, ma contribuisce a formare una nuova generazione di professionisti pronti a guidare l’innovazione nel manifatturiero avanzato.
2) Accelerare il cambiamento nel manufacturing: innovazione concreta, sostenibile e orientata al mercato
Per Silvia Zancarli l’innovazione sostenuta da EIT Manufacturing deve avere applicazioni pratiche. «Per noi l’innovazione non è quella che resta chiusa in laboratorio, ma quella che finisce sul mercato», afferma. Questo si traduce in progetti che coinvolgono consorzi di aziende, startup e centri di ricerca, con l’obiettivo di testare soluzioni direttamente nelle imprese e promuovere il trasferimento tecnologico.
EIT Manufacturing finanzia progetti innovativi attraverso bandi annuali, con un budget totale di oltre 10 milioni di euro. I progetti selezionati devono dimostrare un alto potenziale di impatto, trovarsi in uno stadio avanzato (TRL6 o superiore) e coinvolgere almeno due utenti finali e un fornitore tecnologico. I progetti devono risolvere problemi concreti delle aziende.
Il supporto all’innovazione include lo sviluppo di Proof of Concept (PoC) e collaborazioni mirate tra aziende e startup. Attraverso programmi come il Corporate Innovation Challenge, EIT Manufacturing identifica soluzioni tecnologiche innovative e le collega ai bisogni specifici delle aziende. Un esempio emblematico è il progetto SoftDream, che nasceva con l’idea di utilizzare robot industriali per la stampa 3D, superando i limiti delle tradizionali stampanti additive. L’obiettivo era quello di sviluppare un software capace di convertire i robot industriali in stampanti 3D versatili e ad alte prestazioni, permettendo alle aziende di produrre componenti in modo più efficiente e flessibile. Grazie al supporto di EIT Manufacturing, il progetto ha potuto accedere a finanziamenti e collaborazioni con aziende e centri di ricerca, portando alla nascita di Adaxis, una start-up che ha sviluppato e commercializzato il software. Oggi, Adaxis offre questa tecnologia a industrie che vogliono ridurre i costi e migliorare la qualità della produzione additiva, rendendo il processo più accessibile e adattabile a diversi materiali e applicazioni.
L’innovazione promossa da EIT Manufacturing si concentra sui citati temi strategici, come la sostenibilità, la resilienza e l’industria digitale. Cinque aree prioritarie. L’economia circolare è una delle leve fondamentali per rendere il manifatturiero più efficiente e sostenibile, riducendo la dipendenza da risorse vergini e trasformando gli scarti in nuove opportunità. Ottimizzare il ciclo di vita dei prodotti e ridurre gli sprechi non solo migliora l’impatto ambientale, ma permette alle aziende di abbattere i costi e adottare modelli di business innovativi basati sulla rigenerazione e la servitizzazione. In parallelo, l’intelligenza artificiale e la gestione avanzata dei dati stanno rivoluzionando le fabbriche, trasformandole in ecosistemi intelligenti capaci di ottimizzare la produzione in tempo reale, prevedere guasti e ridurre inefficienze. L’integrazione di machine learning e digital twin consente di simulare processi produttivi prima di implementarli, aumentando precisione e flessibilità operativa. La transizione verso un’industria a emissioni zero è un altro obiettivo chiave, con l’adozione di processi più efficienti, supply chain ottimizzate e sistemi avanzati di monitoraggio per ridurre l’impronta di carbonio. Un ruolo centrale è svolto dalle energie rinnovabili, come solare, eolico e idrogeno verde, che garantiscono una maggiore indipendenza dai combustibili fossili e una produzione più stabile e sicura. Infine, il metaverso industriale sta trasformando il modo in cui le aziende progettano e ottimizzano i loro processi: grazie alla realtà virtuale e alla simulazione avanzata, le imprese possono testare configurazioni produttive, formare operatori e migliorare la gestione degli impianti in ambienti immersivi, riducendo costi e tempi di sviluppo.
Un altro aspetto distintivo è il focus continuo sulle tecnologie emergenti. Attraverso strumenti come il Tech Radar, EIT Manufacturing monitora e analizza tendenze tecnologiche per orientare le strategie industriali. Inoltre, l’organizzazione offre supporto per la protezione della proprietà intellettuale e per lo sviluppo di piani commerciali, garantendo che le innovazioni trovino spazio sul mercato.
Per Zancarli occorre un approccio collaborativo per affrontare le sfide del settore. «Per fare innovazione bisogna aprirsi agli stimoli esterni e coinvolgere più attori nel processo, dalle grandi aziende alle startup, fino ai centri di ricerca», afferma. Questo approccio integrato consente di sfruttare al meglio le competenze e le risorse disponibili, creando soluzioni che rispondano alle esigenze del mercato.
3) Creazione di impresa: EIT Manufacturing non si limita a favorire la nascita di nuove imprese, ma lavora per creare un ecosistema in cui le startup possano svilupparsi, connettersi al mercato e contribuire al progresso del manifatturiero europeo in modo sostenibile e competitivo
Nel contesto di EIT Manufacturing, la “creazione di impresa” si riferisce al supporto concreto che l’organizzazione offre alle start-up e Pmi innovative, dove gioca un ruolo cruciale nel facilitare il percorso delle startup, creando le condizioni per il loro successo.
Il supporto alle start-up è strutturato su diversi livelli e inizia già dalla definizione dei temi chiave per l’innovazione. «I temi su cui lavoriamo, come resilienza, sostenibilità e industria 5.0, sono identificati attraverso consultazioni con la nostra comunità e gruppi tematici. Su questi temi si basano i bandi e i progetti che supportiamo», spiega Silvia Zancarli. Le start-up che partecipano a questi bandi devono dimostrare di avere soluzioni innovative e quasi pronte per il mercato, con l’obiettivo di completare l’ultimo miglio necessario per la commercializzazione.
Una volta selezionate, le start-up ricevono un ampio spettro di supporto da EIT Manufacturing. Questo include mentoring, coaching personalizzato e accesso a reti di contatti strategici. Attraverso iniziative come la OpenInnovation Challenge, le start-up vengono messe in contatto con aziende che cercano soluzioni per problemi specifici. «Il nostro obiettivo è far sì che queste collaborazioni vadano oltre il semplice interesse, portando a risultati concreti come un PoC, un Mvp o un contratto commerciale», afferma Silvia Zancarli.
EIT Manufacturing offre anche strumenti pratici per aiutare le startup a navigare le complessità del mercato. Tra questi figurano il supporto nella protezione della proprietà intellettuale, l’accesso a tecnologie emergenti attraverso il citato Tech Radar e l’assistenza nello sviluppo di piani aziendali e strategie di go-to-market.
Uno dei modi in cui EIT Manufacturing aiuta concretamente le nuove imprese è cercando di facilitarne l’accesso ai finanziamenti e, in alcuni casi, entrando direttamente nel capitale sociale dell’impresa. Questo approccio rafforza il legame tra l’organizzazione e le startup, garantendo un supporto più strutturato e a lungo termine. Come spiega Zancarli, «soprattutto una volta che l’impresa si è formata, cerchiamo di supportarla nei finanziamenti, entrando nel capitale se possibile, o quantomeno aiutandola ad aprirsi al mercato». Questo intervento diretto rappresenta un impegno concreto da parte di EIT Manufacturing per favorire la sostenibilità economica e il successo delle startup, andando oltre il semplice ruolo di facilitatore o consulente.
EIT Manufacturing, si diceva, facilita la collaborazione tra grandi aziende e start-up. Un esempio è il Volkswagen Industrial Challenge, un progetto nato per rispondere a una necessità specifica di Volkswagen: migliorare l’automazione della flotta industriale utilizzando l’intelligenza artificiale. Grazie al supporto di EIT Manufacturing, l’azienda ha potuto individuare e selezionare soluzioni innovative attraverso un evento dedicato, che ha permesso di connettere Volkswagen con startup promettenti nel settore dell’automazione industriale. Tra queste, è stata scelta l’irlandese Mavarick, con la quale è stato avviato un progetto pilota nello stabilimento di Dresda, con l’obiettivo di estendere la soluzione ad altri impianti, tra cui quello di Zwickau. Il programma si inserisce perfettamente nella strategia “goTOzero” del gruppo Volkswagen, che punta a ottimizzare l’uso delle risorse e ridurre l’impatto ambientale attraverso tecnologie avanzate.
Secondo Silvia Zancarli, i risultati di questo approccio integrato sono già visibili: molte start-up non solo riescono a testare le loro soluzioni, ma trasformano queste opportunità in contratti reali con grandi aziende, accelerando il loro sviluppo e contribuendo a innovare il settore manifatturiero. «Il successo non è solo creare imprese, ma fare in modo che queste crescano, prosperino e abbiano un impatto duraturo», conclude.
Il caso SmartFab: come EIT manufacturing trasforma startup in imprese competitivi attraverso finanziamenti, networking e supporto operativo
Silvia Zancarli cita l’esempio della start-up smartFab, guidata da Ann LoCicero, per illustrare come EIT Manufacturing supporta concretamente le giovani imprese. smartFab ha sviluppato una soluzione innovativa per affrontare i problemi di blocchi e interruzioni nei processi di produzione, un’esigenza condivisa da molte aziende manifatturiere. La start-up ha trovato difficoltà iniziali nel far conoscere e adottare la propria soluzione sul mercato, nonostante avesse identificato una problematica concreta e diffusa.
È stato proprio grazie al supporto di EIT Manufacturing che la smartFab ha potuto compiere il salto decisivo. L’organizzazione ha infatti messo a disposizione una serie di strumenti strategici per facilitare l’accesso al mercato e creare connessioni con le aziende giuste. Uno dei momenti chiave di questo percorso è stato l’evento Access 2 Tech, un’opportunità esclusiva in cui startup selezionate possono interagire direttamente con aziende interessate a soluzioni innovative. In questa cornice, SmartFAB ha avuto modo di presentare la propria tecnologia a potenziali clienti e partner strategici, avviando le prime interlocuzioni concrete.
Successivamente, la start-up ha partecipato a un bando di innovazione promosso da EIT Manufacturing, riuscendo a formare un consorzio con tre aziende utilizzatrici finali. Questo non solo le ha permesso di ottenere un finanziamento per testare la propria soluzione in contesti reali, ma ha anche favorito l’instaurarsi di relazioni commerciali solide. Il vero valore aggiunto del supporto ricevuto non è stato infatti solo il finanziamento, quanto piuttosto le connessioni strategiche create. Grazie a queste interazioni, SmartFab è riuscita a firmare contratti diretti con diverse aziende, indipendentemente dai fondi ricevuti.
Oltre a facilitare il networking e l’accesso a finanziamenti, EIT Manufacturing ha supportato SmartFab anche nel processo di internazionalizzazione e crescita formativa. La start-up ha partecipato a eventi europei, ampliando il proprio raggio d’azione e raggiungendo nuovi clienti al di fuori del mercato italiano. Inoltre, grazie alla collaborazione con uno dei partner di EIT Manufacturing, ha sviluppato un corso di formazione sulla gestione dei dati industriali, aiutando le aziende a comprendere il valore delle informazioni già in loro possesso e a ottimizzare i propri processi produttivi. Tuttavia, come sottolinea Silvia Zancarli, «la cosa più interessante non è stato il finanziamento in sé, ma il fatto che grazie alle introduzioni e alle connessioni create, smartFab ha firmato contratti con diverse aziende, indipendentemente dai fondi ricevuti».
I servizi: come EIT manufacturing supporta le imprese con consulenza, networking e trasformazione digitale
Oltre a quanto detto a proposito di progetti innovativi, EIT Manufacturing offre un’ampia gamma di servizi per aiutare aziende e istituzioni a crescere e adattarsi alle nuove sfide della manifattura. Il suo ruolo non si limita a fornire risorse economiche, ma si estende alla consulenza strategica, al matchmaking tra imprese e al supporto alla digitalizzazione e alla trasformazione industriale.
Uno degli aspetti più rilevanti è la capacità di connettere realtà diverse, favorendo collaborazioni tra grandi aziende, Pmi, startu-p e centri di ricerca. Attraverso eventi, incontri e piattaforme digitali, EIT Manufacturing aiuta le imprese a trovare partner tecnologici e industriali, creando nuove opportunità di sviluppo e innovazione. Un supporto fondamentale è offerto anche nella ricerca di finanziamenti europei, semplificando l’accesso a bandi e risorse per accelerare la crescita delle aziende più promettenti.
Inoltre, l’organizzazione affianca le imprese nella digitalizzazione dei processi produttivi, aiutandole a integrare tecnologie avanzate come intelligenza artificiale, IoT e automazione intelligente per ottimizzare l’efficienza e ridurre l’impatto ambientale. Questo approccio permette di colmare il divario tra innovazione e implementazione, trasformando le idee in soluzioni concrete e scalabili.
Il ruolo strategico dei partner di EIT manufacturing: come università, centri di ricerca e aziende collaborano per un ecosistema di innovazione resiliente e orientato al futuro
I partner di EIT Manufacturing ricoprono un ruolo fondamentale nel raggiungimento degli obiettivi dell’organizzazione. Non si tratta solo di aziende, ma anche di università e centri di ricerca, che contribuiscono con competenze specifiche e una visione strategica di lungo termine.
Le università, ad esempio, non si limitano a partecipare direttamente ai progetti, ma svolgono un lavoro cruciale per preparare i professionisti del futuro. «Le università stanno pensando alle persone che entreranno nel mercato tra dieci anni», afferma Zancarli, mettendo in evidenza come questo tipo di partner non solo risponda alle esigenze attuali dell’industria, ma lavori anche per anticipare e affrontare le sfide future.
I partner, inoltre, non offrono solo soluzioni, ma portano anche problemi e domande, aiutando a definire meglio le necessità dell’ecosistema industriale. «Sono portatori di valore perché sono innovatori di per sé, ma sono anche portatori di questioni, di problemi, di domande che ci aiutano a capire dove possiamo andare insieme per risolverle», spiega Zancarli. Questo approccio permette di costruire soluzioni più mirate e di creare un sistema più resiliente e orientato al futuro.
Grazie all’ecosistema, i partner possono accedere a risorse come il finanziamento di progetti, l’interazione con altre realtà innovative e la possibilità di sperimentare soluzioni concrete. «Il fatto di partecipare a questo ecosistema è un vantaggio considerevole per loro, perché si sta trattando di temi non solamente cogenti e riferiti all’oggi, ma anche di quelli che possono riguardare il futuro», aggiunge Zancarli.
Gli obiettivi di EIT manufacturing al 2030: verso un manifatturiero europeo più competitivo attraverso economia circolare, digitalizzazione, formazione e crescita imprenditoriale
Entro il 2030, EIT Manufacturing mira a trasformare il settore manifatturiero europeo rendendolo più sostenibile, innovativo e competitivo a livello globale. Per raggiungere questo obiettivo, ha definito traguardi chiari e misurabili che spaziano dalla sostenibilità ambientale allo sviluppo tecnologico, dalla crescita delle imprese alla formazione delle competenze chiave per il futuro.
L’industria dovrà diventare sempre più circolare, con almeno il 30% dei materiali provenienti da processi di riciclo e il 60% della produzione basata su pratiche sostenibili, riducendo l’impatto ambientale e contribuendo alla decarbonizzazione del settore. La trasformazione sarà guidata dall’innovazione tecnologica, con 360 nuove soluzioni sviluppate per il manifatturiero, dall’intelligenza artificiale alla robotica avanzata, fino al metaverso industriale. Per garantire che queste innovazioni si traducano in crescita economica concreta, 1.000 startup verranno create e supportate, alimentando un ecosistema imprenditoriale in grado di portare sul mercato prodotti e servizi ad alto impatto, con 325 milioni di euro di investimenti attratti tra fondi pubblici e privati.
A questo si affianca un forte impegno nella formazione: almeno 50mila lavoratori verranno riqualificati per rispondere alle nuove esigenze industriali, grazie a piattaforme digitali, Learning Factory e programmi di sviluppo delle competenze. Infine, per rafforzare la sovranità industriale europea, verranno promosse catene di fornitura più flessibili e resilienti, capaci di ridurre la dipendenza da mercati esterni e rendere l’Europa più autonoma e competitiva.
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