Valutazione degli effetti dei dispositivi contro il malsecco nei limoneti siciliani

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L’agrumicoltura sta vivendo in Sicilia una fase di profonda trasformazione, grazie alla ricerca scientifica, all’innovazione tecnologica e alle nuove pratiche sostenibili. Grazie al progetto Top Citrus, sarà l’intera filiera agrumicola a trarre vantaggio con la selezione e qualificazione di nuove varietà di pregio di arance pigmentate e limoni apireni, con l’utilizzo di dispositivi di protezione e di sensoristica per il controllo del malsecco e con l’estensione della shelf life su limoni di elevato valore commerciale, attraverso l’applicazione di rivestimenti edibili (edible coatings) antifungini.


In foto, Salvatore Rapisarda, Renato Maugeri e Silvia Di Silvestro

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l progetto è Inserito nella misura 16.1 del PSR della Regione Siciliana, basato sull’attività dell’innovation broker Giuseppe Spina e con il coordinamento scientifico di Maria Concetta Strano, Top Citrus è frutto di una performante partnership trasversale tra pubblico e privato.

Maria Concetta Strano

Tra i protagonisti del progetto figurano il Consorzio Euroagrumi O.P. (direttore Salvatore Rapisarda) in qualità di capofila e poi ancora vivaisti, aziende di produzione e di trasformazione e soprattutto il CREA OFA di Acireale, oltre al laboratorio Agrobiotech. Top Citrus non solo sostiene la competitività, ma favorirà nel tempo anche la sostenibilità e il valore aggiunto dei prodotti agrumicoli sui mercati globali.

Una “giornata di campagna” aperta agli studenti
Nel corso della recente “Giornata di Campagna” – svolta nel limoneto dell’azienda agricola Maugeri di Riposto, in provincia di Catania – il progetto Top Citrus è stato illustrato, nella sua interezza, dai ricercatori, dai tecnici e dai borsisti del CREA OFA di Acireale a una delegazione di studenti dell’Istituto Tecnico Statale “Pietro Branchina” di Adrano.

Dopo i saluti di Renato Maugeri, titolare dell’azienda ospitante e presidente del Consorzio di Tutela del limone dell’Etna IGP e di Salvatore Rapisarda, direttore del Consorzio Euroagrumi, è stata la dott.ssa Maria Concetta Strano a fornire una panoramica sull’intero progetto Top Citrus, supportata dallo staff del CREA OFA di Acireale. La successiva visita al limoneto ha permesso – in particolare – di fare il punto sull'”Azione 3″ atta alla valutazione dell’effetto di dispositivi di protezione, dotati di sensori specifici, sul controllo del malsecco.

Il limoneto dell’azienda Maugeri è irrigato, piantumato su un terreno vulcanico ben drenato e sviluppato in sesto dinamico; la cultivar è Femminello Zagara Bianca innestata su arancio amaro (C. aurantium L.) e limone Volkameriano (C. volkameriana Ten. et Pasq.).

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“Nel corso della ricerca condotta qui durante il periodo vegetativo 2024 – ha precisato la dott.ssa Silvia Di Silvestro, responsabile della sede CREA OFA di Acireale e referente dell’Azione 3 – è stato analizzato l’effetto delle coperture con reti antigrandine e della protezione con frangivento artificiali sulla diffusione del malsecco e sulla fisiologia delle piante, sulla produzione e la qualità dei frutti. La rete di colore bianco – si è osservato – riduce del 15% circa la radiazione incidente fotosinteticamente attiva. L’impianto sotto dispositivo di protezione è stato messo a confronto – ovviamente – con un impianto analogo coltivato in piena aria”.

Effetti positivi grazie all’impiego dei dispositivi di protezione
“Sono stati registrati – ricorda la dott.ssa Di Silvestro – i sintomi di malsecco, tramite valutazione visiva e analisi diagnostica molecolare, sono stati rilevati i principali parametri che descrivono l’efficienza fotosintetica (scambio gassoso, fluorescenza clorofilliana e contenuto di clorofilla e polifenoli nelle foglie) ed è stata valutata la produzione derivante dalle fioriture estive (verdelli) per le caratteristiche qualitative e quantitative”.

“Dalle osservazioni preliminari – ha precisato la dott.ssa Di Silvestro che durante la visita in campo è stata supportata dal dott. Biagio Torrisi e dalla dott.ssa Giuseppina Las Casas (in foto) – la rete sembra determinare sulla pianta un effetto positivo come protezione dalla diffusione delle infezioni, così come sulla gestione delle acque, aumentando la qualità dei limoni e riducendo il fabbisogno idrico”.

Sebbene le piante in campo aperto non sembrino sottoposte a stress leggero significativo, la concentrazione più alta di flavonoli in questi trattamenti suggerisce un aumento nella pressione di eccitazione su PSII e il cambiamento successivo nello stato redox della catena di trasporto fotosintetica dell’elettrone, che serve come segnale retrogrado per regolare la biosintesi del flavonoide.

“Gli effetti positivi sia sulla fisiologia che sulla qualità del frutto – ha aggiunto la dott.ssa Di Silvestro – sembrano essere maggiori nelle piante con un alto livello di crescita vegetativa, sebbene i portainnesti che inducono un elevato vigore siano normalmente scartati nella coltivazione del limone in aree soggette a malsecco, in quanto favoriscono la rapida progressione della malattia“.

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Un progetto che sostiene le pratiche sostenibili
Secondo la dott.ssa Di Silvestro e il suo team: “La coltivazione di limoni sotto rete potrebbe determinare – oltre a una minore incidenza del malsecco – lo scopo primario del suo uso, cioè un effetto non meno importante sulla protezione dalla luce e sulla gestione delle acque, aumentando così la qualità dei limoni e riducendo il fabbisogno stesso della risorsa idrica”.



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