Sicurezza e controlli, domenica sera controllate due donne che dormono da anni sotto i portici. Con le sanzioni anche un ordine di allontanamento per 48 ore
Zone rosse, a quattro giorni dall’avvio della maxi area di controlli e soprattutto alla luce di un episodio accaduto domenica sera, quando due senzatetto sono state controllate, multate e allontanate dall’area della stazione, parla il sindaco di Padova. Lunedì, rompendo il silenzio che durava dal giorno dell’approvazione del provvedimento da parte del Cosp, Sergio Giordani ha parlato della vicenda.
Già di primo mattino, man mano che si era diffusa la notizia delle due donne abituate a trascorrere la notte sotto il porticato di piazzale Stazione, erano state sanzionate non solo con una multa di 300 euro, ma anche con un ordine di allontanamento di 48 ore dalla stessa zona rossa, a Palazzo Moroni si sono convinti che, stavolta, fosse necessario farsi sentire in qualche modo. E così, facendo ben capire che due persone che dormono per strada rappresentano semmai un problema sociale e non di sicurezza, il sindaco Sergio Giordani ha deciso di alzare la voce, provando però ad evitare lo scontro diretto con il prefetto Giuseppe Forlenza e i vertici delle forze dell’ordine.
«Marginalità va gestita con umanità»
«Penso che, oltre a me e alla mia giunta, tutte le istituzioni della nostra città vivano nella convinzione che i fenomeni di marginalità estrema debbano essere gestiti con grande umanità, prestando attenzione alla dignità delle persone e con percorsi di accompagnamento virtuosi». «E in questo senso — ha aggiunto Giordani — non vanno cercati colpevoli o responsabili per quello che è successo, ma bisogna invece capire che tutti quanti, io per primo, dobbiamo coordinarci in maniera sempre maggiore e, assieme, fare molto di più».
Quindi, la stoccata: «Gli episodi di cui si discute (lo stazionare per strada dei senza fissa dimora, ndr) — ha evidenziato il sindaco — esulano da quanto previsto dalla recente ordinanza prefettizia (quella con cui è stata appunto istituita la zona rossa, ndr), che infatti parla di reati contro il patrimonio e contro la persona. E dunque, come primo cittadino, proprio nell’interesse di chi è più fragile, sento il dovere di affermare con chiarezza che Padova è una comunità in cui l’umanità è di casa e dove nessuno vuole fare la guerra ai poveri». E poi, riferendosi in particolare alle cucine popolari di via Tommaseo, dov’è quotidiana la pressione delle forze dell’ordine, Giordani ha scandito: «La città di don Giovanni Nervo (il primo presidente nazionale della Caritas scomparso dodici anni fa, ndr), nella quale centinaia di persone ed associazioni si battono ogni giorno per superare le diseguaglianze, non può vivere la povertà come un fastidio, ma — ha sottolineato il sindaco — come un pungolo che ci spinge a fare sempre di più per proteggere chi ha meno». Parole, insomma, molto nette.
«No comment» del questore
E mentre il questore Marco Odorisio, in mattinata sul Listòn, a margine della cerimonia per il Giorno del ricordo, non aveva voluto rilasciare alcuna dichiarazione, la consigliera regionale del Veneto che vogliamo, Elena Ostanel, è intervenuta a ruota di Giordani: «È sbagliato pensare che siano le persone senza fissa dimora a rendere Padova più o meno sicura. Ed è proprio per garantire maggiore sicurezza che la povertà va combattuta e presa in carico, senza appunto cadere nel tranello di chi ci vorrebbe far credere che sia sinonimo di insicurezza».
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