CirculART 4.0 per la sostenibilità tra moda e arte


La sostenibilità nel mondo della moda è sempre più centrale. L’11 febbraio ha preso via a Biella, presso la Fondazione Pistoletto Cittadellarte, la quarta edizione di CirculART 4.0, un progetto innovativo di Fashion B.E.S.T. che connette arte, moda e sostenibilità. Quest’anno il progetto è in partnership con il Material Innovation Lab (MIL) del gruppo Kering, in collaborazione con Temera per la tracciabilità e l’innovazione tecnologica e altre 16 aziende d’eccellenza, e offre a tre artisti e tre fashion designer selezionati la possibilità di collaborare con le imprese manifatturiere fino a giugno, con l’obiettivo di sviluppare opere e abiti incentrati su temi come circolarità, trasparenza e responsabilità.

L’Advisory Board del progetto CirculART include esperti di rilievo, tra cui membri del Material Innovation Lab di Kering, Temera, Ellen MacArthur Foundation, Copenhagen Fashion Week, Fondazione Sozzani e altri. Il progetto con le opere degli artisti e fashion designer sarà presentato a settembre 2025, in occasione della Milano Fashion Week, a cui seguiranno altri eventi culturali ed espositivi.

Avvio di CirculART 4.0: un progetto per una moda più responsabile con il Material Innovation Lab di Kering e Fondazione Pistoletto Cittadellarte. In foto, Camilla Alberti che nel 2024 ha iniziato un progetto di ricerca presso l’Istituto di Biologia di Graz, in Austria, dove ha collaborato con un team di microbiologi per creare sculture metamorfiche composte da biomateriali, sulla cui superficie sono stati impiantati licheni vivi. Ha partecipato a residenze di ricerca internazionali, tra cui LaWayaka Current nel Deserto di Atacama, in Cile (2023), dove ha studiato le tecniche di tessitura in relazione alle pratiche sciamaniche e alla cosmogonia andina, e la Residenza MMCA Changdong al Museo Nazionale di Arte Moderna e Contemporanea di Seoul, dove ha approfondito lo studio delle pratiche sciamaniche legate alla trasformazione della materia nelle tradizioni coreane del Mudang.
A CirculART Mako Ishizuka cerca di intervenire nelle distanze psicologiche e fisiche che emergono dove il globale incontra l’ordinario, utilizzando le sue esperienze personali e la sua immaginazione come trampolino di lancio. Avendo vissuto come “altri” in varie società, ha giocato con le loro regole, norme e logiche nelle sfumature delle distanze. La sua pratica prende forme diverse, come installazioni che enfatizzano la struttura sottostante; atti che contemplano l’impercettibile attraverso azioni semplici; progetti relazionali che utilizzano oggetti familiari e gesti quotidiani come social media; laboratori con dialogo e collaborazione per esercitare l’umanità; e saggi che riflettono i margini. In questo spazio, invita le persone a guardare con occhi nuovi la propria relazione con il mondo circostante. Negli ultimi anni, si è concentrata su difetti e/o ha deliberatamente accolto elementi incontrollabili per esplorare le aperture/il senso di apertura generato da questi, godendo di una certa tensione portata dalla natura organica e dall’incertezza. Collocando la sua pratica in un contesto sociale che specifica il suo tempo, luogo e le persone coinvolte, sfida le questioni che emergono “qui e ora”, e, inoltre, si interroga su come tradurre le esperienze senza renderle di seconda mano, ma tangibili e relazionabili per il pubblico assente e/o distante. Mako Ishizuka è nata a Kobe, Giappone, e ha studiato Studi Interdisciplinari (cultura/filosofia/sociologia) in Giappone, e arte libera alla Gerrit Rietveld Academy di Amsterdam e alla Malmö Art Academy in Svezia. Molti dei suoi progetti sono stati sviluppati attraverso residenze artistiche, come Capacete (Brasile), Bag Factory (Sud Africa), Rupert (Lituania) e IASPIS (Svezia); e anche attraverso collaborazioni interdisciplinari, come con il collettivo di architetti Septembre (Francia) e con la Graduate School of Intercultural Studies della Kobe University (Giappone). Ha presentato la sua pratica alla Biennale di Architettura di Venezia, EHESS (Istituto Nazionale di Studi Superiori in Scienze Sociali) a Parigi, al Museum of Contemporary Art di Tokyo, a Södertälje Konsthall a Stoccolma, alla Kunsthalle Exnergasse di Vienna, al Festival Internazionale della Letteratura di Riga, alla National Gallery of Zimbabwe di Harare, tra gli altri. La sua pratica è stata sostenuta da diverse istituzioni, come l’Agenzia Giapponese per gli Affari Culturali, il Swedish Arts Grants Committee, il Nordic Culture Point, la Pola Art Foundation e il Längmanska Cultural Fund. Per il suo progetto sociale, ha vinto il Illy Art Award dalla Fondazione Pistoletto in Italia.

In foto di apertura, per CirculART Giulia Filippi (IT, 1982) è un’artista visiva e ricercatrice nel campo dell’educazione. Dopo aver studiato arti visive a Venezia (IT) e Lahti (FIN), ha frequentato un master in sociologia e botanica a Firenze (IT). Dal 2006, lavora con diverse istituzioni per ampliare il programma educativo, utilizzando la pratica artistica per creare connessioni con la conoscenza attraverso l’esperienza. Tra queste: Collezione Peggy Guggenheim, Viaindustriae, La Galleria Nazionale, La Biennale di Venezia, OVS e WWF Italia, Fondazione Marino Golinelli, Studio Orta (FR), UNE restaurant*, Raumars (FIN), Felcos Umbria, Istituto Europeo di Design, Cooperativa Densa, Palazzo Lucarini e molte scuole di tutti i livelli. Nel 2012, insieme a Leonardo Bastianelli, ha fondato Cinquepiùdue, un gruppo collettivo di ricerca sulle pratiche artistiche, il design e le tecniche tradizionali. Dal 2020 al 2023 ha sviluppato un progetto editoriale artistico chiamato Bollettino, insieme a Virginia Di Lazzaro, pubblicato dalla Viaindustriae publishing. Dal 2001, le sue ricerche artistiche e i suoi lavori sono stati esposti in numerose occasioni in contesti indipendenti e istituzionali, tra cui: La Galleria Nazionale (Roma), Collezione Peggy Guggenheim (Venezia), Cittadellarte (Biella), Palazzo Te (Mantova), Palazzo della Penna (Perugia), Magazzino del Sale 3 (Venezia), Accademia del disegno (Firenze), Colli independent (Roma), Galleria A+A (Venezia), Parco per l’Arte in Cancelli (Foligno, PG), Bevilacqua la Masa (Venezia), Palazzo Lucarini (Trevi, PG), Palazzo Collicola (Spoleto, PG), Palazzo Orti Manara (Verona), Rauma Art Museum (Rauma, FIN), Bjcem (Salonicco, GR), Bivy Gallery (Anchorage, AK). Le opere sono raccolte in diverse pubblicazioni e fanno parte di collezioni private e pubbliche, tra cui il fondo Giorgio Maffei della GAM (Torino, IT).



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