Giorno del dono: celebrare la solidarietà con le scuole e gli studenti

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Lo sapevate che l’Italia è stato il primo Paese al mondo a dedicare una festa nazionale al dono, con una legge approvata nel 2015 e promossa tra gli altri dall’ex Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi? Ebbene sì, il 4 ottobre di ogni anno si celebrano la donazione e la solidarietà, proprio nella stessa giornata dedicata a San Francesco e alla pace tra i popoli. Insomma, una ricorrenza speciale per far comprendere agli alunni l’importanza di una forma di impegno e partecipazione come il volontariato, la scelta coraggiosa e generosa di chi si mette al servizio degli altri.

Il contest per le scuole #DonareMiDona#

Anche quest’anno l’Istituto Italiano della Donazione (IID) in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione lancia il contest per le scuole #DonareMiDona#. Il progetto, dalla sua nascita nel 2015 ad oggi, ha coinvolto 810 istituti e oltre 120.000 studenti. L’invito è rivolto alle scuole di ogni ordine e grado presenti sul territorio italiano.

Per partecipare la scuola (o anche una singola classe oppure un gruppo di ragazzi o il singolo studente) dovranno realizzare uno o più prodotti artistici raccontando la propria idea di dono. La libertà di espressione è massima: negli anni passati alcuni hanno inviato video (l’unico limite in questo caso è la durata: un minuto e 30 secondi), oppure fotografie, grafiche, dipinti, canzoni, testi in prosa o poesia, oggetti. Si possono inviare anche più elaborati per ogni scuola o classe, entro il termine del 16 giugno. Le informazioni per iscriversi saranno disponibili sul sito istitutoitalianodonazione.it. La partecipazione è gratuita.

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L’esperienza del volontariato con bambini e anziani

«Lo scorso anno per il contest abbiamo deciso di fare qualcosa di concreto e abbiamo proposto ai nostri studenti un’esperienza di volontariato con bambini e anziani -racconta Elisabetta Bersani, docente di Tecniche e Tecnologie di Rappresentazione Grafica all’ITA Carlo Gallini di Voghera, in pronvincia di Pavia -. I nostri alunni sono adolescenti che hanno già le loro criticità: in questi anni ne rileviamo tantissime rispetto al passato. Quindi sono molto fragili a livello emotivo e spesso hanno bisogno di un sostegno. Pensare che loro stessi potessero portare un’aiuto agli altri non sembrava così semplice».

«Tuttavia, abbiamo voluto provare. I ragazzi hanno contattato asili, scuole materne, centri per anziani e la Caritas, anche grazie ai suggerimenti delle loro famiglie. Così, con il supporto del dirigente scolastico, abbiamo fissato i primi incontri. Gli studenti erano entusiasti ma anche un po’ preoccupati: soltanto alcuni avevano già avuto esperienze di volontariato. Per questo li abbiamo lasciati liberi di scegliere se partecipare di persona agli incontri o dare una mano nelle retrovie. Inizialmente erano previsti solo due appuntamenti di un’ora, ma poi, vedendo l’entusiasmo degli alunni, le attività si sono prolungate. E anche i ragazzi che erano rimasti dietro le quinte, sentendo le testimonianze dei compagni hanno voluto tutti partecipare direttamente. E proprio quelli con maggiori criticità hanno dato il meglio, noi docenti siamo rimasti a bocca aperta».

Un impatto profondo sui ragazzi

Negli incontri con gli anziani delle case di riposo, gli studenti hanno preparato dolci fatti in casa, portato giochi da tavolo come la tombola e alcuni hanno suonato strumenti musicali. «Sono stati bravissimi nell’intrattenere gli anziani, creando un ambiente di festa e condivisione -racconta Bersani-. Ho visto tanti alunni che prendevano sotto braccio gli ospiti, anche quelli che magari avevano qualche difficoltà motoria, e li coinvolgevano. Nelle scuole materne hanno organizzato laboratori di pittura e attività creative».

«In alcune classi c’erano bambini con difficoltà emotive che guardavano un po’ intimoriti o magari avevano scatti di ira: i nostri studenti non si sono impauriti e sono riusciti a coinvolgerli con dolcezza e pazienza. Un’esperienza particolarmente intensa è stata quella nelle case famiglia, dove erano ospitati adolescenti con situazioni familiari difficili. All’inizio, questi ragazzi erano a disagio nel ricevere aiuto dai loro coetanei, ma ben presto si è creato un legame autentico, tanto che l’amicizia è proseguita anche al di fuori degli incontri organizzati».

«Forse l’esperienza più toccante è stata alla Caritas. Gli alunni hanno aiutato nella distribuzione dei pacchi alimentari e hanno visto con i loro occhi persone che avevano bisogno di cibo e vestiti. Molti di loro hanno detto di non essersi mai resi conto prima di quanto fosse concreta questa necessità. Tutto questo ha avuto un impatto profondo sui ragazzi. Alcuni hanno detto di aver rivisto nei volti degli anziani i loro nonni, altri hanno riconosciuto nei bambini le loro stesse difficoltà di quando erano piccoli. Questa esperienza ha aiutato a creare legami più forti tra i compagni di classe e ha reso il gruppo più unito. La cosa più bella è che molti hanno deciso di continuare a fare volontariato anche dopo il concorso».

Solidarietà e gentilezza

La scuola secondaria di primo grado Santorre Di Rosa di Savigliano in provincia di Cuneo lo scorso anno ha vinto il premio della giuria tecnica con un video realizzato dagli studenti, che hanno intervistato alcune persone per strada chiedendo loro di spiegare cosa sono la felicità, la gentilezza, l’amore.

«Erano già due anni che lavoravamo in maniera interdisciplinare sui temi della solidarietà e della gentilezza -racconta Emanuele Bertolini, docente di Religione-. Io, in particolare, mi sono occupato di un laboratorio di video editing, cui hanno partecipato alcuni studenti di seconda e terza. È stato interessante vedere come un laboratorio del genere, trattando un argomento serio come il dono, potesse trasformarsi non solo in un momento di apprendimento tecnico ma anche in un’occasione di crescita personale. Alcuni alunni di terza hanno portato questa esperienza al colloquio d’esame».

Il tema del dono è stato affrontato sotto molteplici aspetti, coinvolgendo tante Materie e sempre con un approccio esperienziale. «Gli alunni devono viverlo sulla loro pelle, non solo ascoltarne parlare -spiega Bertolini-. Faccio un esempio: un’attività con cui introduciamo il tema della solidarietà è quella del custode segreto. Per una settimana, ogni ragazzo deve prendersi cura in modo anonimo di un compagno a lui assegnato. Poi, durante il circle time si ragiona sulla fatica del donarsi agli altri. Gli studenti di terza hanno anche partecipato a un laboratorio d’arte con i ragazzi di un centro diurno. Si sono sentiti coinvolti, è un lavoro che lascia il segno, che resta. Stiamo costruendo l’umanità di oggi, i cittadini di oggi e non soltanto di domani».

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Tanti modi per partecipare al Giorno del Dono

I docenti possono scegliere anche altre modalità di partecipazione al Giorno del dono, diverse dal contest. Possono ad esempio proporre ai propri studenti di creare un logo che celebri il decennale del Giorno del Dono e poi inviarlo in formato PNG all’indirizzo comunicazione@istitutoitalianodonazione.it. Naturalmente anche qui non ci sono limiti alla creatività e si può utilizzare qualsiasi strumento, dalla matita ai programmi di grafica.

Il logo vincitore sarà impiegato in occasione delle comunicazioni relative al Giorno del Dono 2025 e la scuola vincitrice riceverà un premio speciale. Oppure possono scegliere di diventare testimonial, impegnandosi a diffondere tra gli studenti i valori della solidarietà e della sussidiarietà e le iniziative collegate alla giornata di festa. In questo caso è sufficiente compilare il form entro il 4 ottobre 2025 e scegliere l’opzione “adesione morale. È possibile anche portare il Giorno del Dono nella vostra scuola: da remoto, in presenza o nelle modalità che, alla data stabilita, saranno per voi possibili.

Riceverete un kit Roadshow del Dono e gli esperti dell’Istituto Italiano della Donazione potrebbero collegarsi con voi. Per informazioni, meglio scrivere una mail. Infine, l’istituto invita i docenti e i loro studenti a raccontare le loro storie di dono inviando una mail o taggando l’IID su Facebook/Instagram. Le storie saranno pubblicate sui profili dell’istituto per diffondere sempre di più la cultura del dono.



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