“il 72,9% degli interventi welfare riguarda sostegno al reddito e potere di acquisto”

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Dopo il passaggio da Sodexo Brs A Pluxee, torniamo a intervistare Anna Maria Mazzini, Chief Growth Officer di Pluxee Italia, approfondendo l’impegno nelle strategie e prodotti di welfare aziendale

Oltre al rebranding qual è ad oggi il bilancio del passaggio da Sodexo BRS a Pluxee?

Il bilancio è certamente positivo, infatti, poter contare su oltre 40 anni di esperienza come Sodexo BRS e, allo stesso tempo, lavorare a tutte le novità che Pluxee ha portato con sé, ci ha consentito di investire maggiori energie e di creare nuove sinergie con clienti e partner. La X di Pluxee è il simbolo del nostro nuovo modo di lavorare e racchiude i nostri quattro stakeholders: i clienti, gli utilizzatori, gli esercenti e i Pluxeers, ovvero tutti noi come dipendenti. L’armonia di questo sistema ha costituito la nostra azione di rilancio, con un focus maggiore rispetto al passato sull’innovazione tecnologica e digitale. Abbiamo anche lavorato approfonditamente alla nostra brand identity e alla nostra brand awareness affinché le aziende clienti possano comprendere il nostro potenziale e quello dei benefit aziendali come strumento che aumenta il potere d’acquisto dei propri dipendenti.

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Circa due anni fa, in una precedente intervista, affermava che il buono pasto è “un’opportunità ancora inespressa che riguarda le PMI: non è chiaro, infatti, per le piccole medie imprese il beneficio che potrebbe comportare loro la defiscalizzazione”. Qual è lo stato attuale, ci sono stati dei margini di miglioramento e, in questa direzione, cosa si dovrebbe fare ulteriormente?

Quando parliamo di strumenti di welfare e PMI, tutti nostri studi e le nostre ricerche ci confermano che i buoni pasto sono gli strumenti preferiti delle piccole e medie imprese, proprio per la loro facilità di gestione, l’alto gradimento da parte dei dipendenti e per il trattamento fiscale, tanto che rispetto al 2023 la loro diffusione aumentata (e la quota degli intervistati che considerano molto diffuso lo strumento passa dal 39,8% al 54,3%). Tra i benefici che citavo, quello della defiscalizzazione è sicuramente fondamentale per orientare le aziende nella scelta dei benefit, ma non bisogna mai dimenticare che il vero valore aggiunto del buono pasto è quello di offrire ai dipendenti una soluzione per la pausa pranzo comoda e conveniente. Ma non sono solo i buoni pasto ad accendere l’interesse delle PMI. Infatti, ci stiamo rivolgendo ad esse anche con i buoni acquisto, sempre nella categoria dei benefit aziendali. In tal senso, è bene ricordare che sono state confermate le soglie di defiscalizzazione introdotte inizialmente dal Governo con la Legge di Bilancio 2024: infatti, per il periodo di imposta 2025-2027 la soglia di defiscalizzazione dei fringe benefit è di 2.000 euro per chi ha figli a carico, mentre per chi non ha figli il tetto è di 1.000 euro. Sempre per le PMI, stiamo aprendo a nuove piattaforme di welfare aziendale che comprendono maggiori possibilità di spesa e di fruibilità. Tutto ciò perché il vantaggio della defiscalizzazione deve andare di pari passo con la soddisfazione dei dipendenti e queste due componenti devono procedere parallelamente per offrire soluzioni che possano rispondere all’eterogeneità dei bisogni.

Su quali aspetti della vita sia professionale che personale incidono oggi i fringe benefit?

Come dicevo in precedenza, abbiamo a disposizione diversi studi di settore e l’opportunità di lavorare con decine di migliaia di aziende e PMI per capire sia gli orientamenti delle imprese che del loro personale. Rispetto alle aziende: confermo che è crescente l’interesse per tutti gli strumenti che supportano il potere d’acquisto e che la loro scelta è predominante rispetto agli altri ambiti, infatti nel 2024 il 72,9% degli interventi in ambito welfare riguardavano il sostegno al reddito e al potere di acquisto. Lato dipendenti, osserviamo che la maggior parte dei benefit sono usati per le spese di tutti i giorni in coerenza con il punto relativo al sostegno al reddito. Segnali positivi provengono anche dall’interesse verso i servizi per la conciliazione vita-lavoro e il supporto alla genitorialità (scuola, formazione, salute). In crescita pure il settore dell’entertainment e dello shopping.

Lo scorso anno avete attivato partnership significative in materia di welfare e CSR, quali sono stati i case studies approfonditi e che sono serviti ad ampliare il vostro osservatorio dati?

Per quanto riguarda le partnership, abbiamo due ambiti paralleli e entrambi molto significativi. Alcune sono prettamente commerciali e grazie a queste collaborazioni coniughiamo attività sia a livello nazionale che locale, favorendo un dialogo aperto con diverse associazioni e piccole e medie imprese del territorio. Il secondo ambito è quello della Corporate Social Responsibility, che per Pluxee significa fare impresa in modo sostenibile e con impatti positivi a 360°. Siamo orgogliosi di essere la prima azienda nel nostro settore ad aver convalidato gli obiettivi Net Zero secondo gli standard Science-Based Targets (SBTi). La strategia ambiziosa di Pluxee per ridurre la nostra impronta ambientale ci ha condotti, nel 2023, a presentare il nostro obiettivo Net Zero (riduzione del 90% delle emissioni di carbonio entro il 2035) alla Science-Based Targets (SBTi), adottando il Net-Zero Corporate Standard, la prima certificazione scientifica per gli obiettivi di net zero delle aziende.
A livello locale, abbiamo lanciato una partnership “verde” con Treedom, creando la “foresta Pluxee”. Questa iniziativa è utilizzata anche per sensibilizzare i nostri clienti ed esercenti. Segnalo, inoltre, la partnership con Unobravo, che ci permette di attivare un focus determinante per il benessere mentale sulla nostra piattaforma welfare.

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Quali sono i prossimi step previsti per il 2025?

Quanto alla CSR, abbiamo parlato di ambiente, ma la sostenibilità è un tema ampio e come Pluxee Italia abbiamo un comitato CSR cross-department, che integra concretamente i temi ESG nel nostro fare business, toccando gli aspetti legati al prodotto, agli impatti sociali sulle comunità in cui operiamo e alle nostre persone. Riferendoci ai prodotti, nel 2025 continueremo a innovare gli aspetti tecnologici e digitali delle nostre piattaforme, soprattutto in termini di accessibilità per tutte le categorie utenti in ottica Diversity, Equity & Inclusion. Rispetto all’impatto sociale, negli ultimi mesi del 2024 abbiamo avviato diverse attività di volontariato su Milano e Roma e sulle quali ci concentreremo anche quest’anno coinvolgendo tutto il personale. Non dimentichiamo poi le attività sui piccoli esercenti, i quali rappresentano le eccellenze di quartiere e che vogliamo sostenere come parte di un’azione a favore dell’economia territoriale tramite progetti speciali.

Lucia Medri

L’articolo Mazzini (Pluxee): “il 72,9% degli interventi welfare riguarda sostegno al reddito e potere di acquisto” proviene da WeWelfare.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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