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Cercare di vivere in modo da preservare le risorse naturali e l’ambiente per le generazioni future, assicurando al contempo il benessere delle persone nel presente sono le linee guida seguite dell’Agenda 2030 e dai suoi 17 Obiettivi. Alcuni di questi Obiettivi dal 1985 sono anche quelli di ACAV (Associazione Centro Aiuti Volontari) che lavora per promuovere la solidarietà con l’Africa (in particolare in Uganda e Repubblica Democratica del Congo) attraverso progetti di cooperazione internazionale sostenibili e condivisi localmente nel rispetto del contesto culturale. Ci siamo fatti raccontare la loro storia e il loro impegno.

 Come è nata e perché l’esperienza di ACAV (Associazione Centro Aiuti Volontari)?

ACAV: La legge 38 del 1979 segnò l’avvio di una vera politica di cooperazione internazionale allo sviluppo in Italia, creando un’architettura istituzionale specifica all’interno del Ministero degli Affari Esteri. Furono in quegli anni che un gruppo di persone di buona volontà con a cuore i problemi dell’Africa iniziarono ad organizzarsi insieme ai gruppi missionari per dare una struttura e un’organizzazione alle risorse da destinare ai Paesi in via di sviluppo. Fu così che esattamente 40 anni fa, nacque ACAV, che sarebbe diventata l’unica ONG del Trentino Alto Adige per decenni. L’obiettivo era passare dall’improvvisazione e dagli interventi sporadici a una progettualità mirata, con l’intento di sostenere sia progetti di emergenza che di sviluppo, in particolare nell’Africa subsahariana. 

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Qual è stato il primo progetto dell’Associazione e dove è stato realizzato? 

ACAV: I primi progetti avviati da ACAV si concentrarono sulla perforazione di pozzi, un intervento fondamentale per rispondere a uno dei bisogni più urgenti nelle comunità africane più remote e rurali: l’accesso all’acqua. Inizialmente, l’associazione affiancò quindi i missionari presenti in Africa, rispondendo alle loro richieste di aiuto per fornire acqua potabile alle popolazioni più vulnerabili. Con il tempo, questi interventi hanno posto le basi per l’ampliamento delle attività di ACAV, che ha iniziato a diversificare i suoi progetti e ad affrontare altre sfide legate allo sviluppo e al miglioramento delle condizioni di vita nelle zone più disagiate allargando il suo campo di azione ai settori agricolo e dell’educazione. 

Come sono cambiati nel tempo i bisogni delle persone e i contesti dove operate? In particolare  come è cambiata la condizione delle donne?

ACAV: Nel corso degli anni, i bisogni delle persone e i contesti in cui operiamo sono cambiati certamente, così come è cambiato il lavoro di ACAV che ha saputo adattarsi. Come detto in precedenza, inizialmente ACAV si concentrava principalmente sull’accesso all’acqua, un problema fondamentale che riguardava molte zone isolate e difficilmente raggiungibili. Si faceva ricorso principalmente a risorse umane provenienti dal Trentino, comprese figure specializzate nel settore della perforazione, in quello agricolo, manager e persino autisti. Con il tempo, questa struttura è cambiata, evolvendo verso un modello che coinvolge sempre di più risorse locali. Oggi, ACAV fa quasi esclusivamente ricorso a personale africano, in particolare a giovani ragazze e ragazzi locali, che hanno studiato e imparato mestieri e competenze professionali in vari settori.

Anche il nostro intervento sul territorio si è evoluto. Se prima ci concentravamo principalmente sulla fornitura diretta di acqua, sopperendo a una mancanza di imprese locali attive nel settore, oggi ci siamo spostati verso un modello più complesso che oltre ai settori tradizionali include l’assistenza tecnica alle istituzioni locali nella gestione e rendicontazione dei progetti di grandi donatori, quali la UE e il coordinamento delle risorse locali. 

Per quanto riguarda la condizione delle donne nonostante i cambiamenti stiano avvenendo lentamente e con difficoltà, ci sono molti segnali positivi. Le donne stanno progressivamente conquistando spazi e opportunità, pur in un contesto maschilista che ancora caratterizza molte società tra cui anche quelle africane. Molti di questi miglioramenti sono dovuti a iniziative legislative messe in atto da politici illuminati, che hanno lavorato per migliorare la parità di genere e l’accesso delle donne alla politica, all’istruzione e al lavoro.

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Anche all’interno dello staff africano di ACAV oggi, abbiamo donne che ricoprono ruoli importanti, contribuendo in maniera significativa al successo delle nostre attività. È un cambiamento concreto verso una maggiore inclusione e empowerment femminile, che speriamo continui a crescere nei prossimi anni.

Tra gli ambiti nei quali avete sviluppato il vostro impegno ci sono la Governace e lo sviluppo locale, l’educazione, l’agricoltura e la forestazione e l’accesso all’acqua. Ci raccontate secondo quali linee guida sviluppate il vostro impegno e a quali Obiettivi dell’Agenda 2030 corrispondono?

ACAV: Il nostro impegno si sviluppa secondo un approccio integrato e sostenibile, con una forte attenzione alle necessità locali, ai piani di sviluppo elaborati dagli enti territoriali e alla creazione di soluzioni durature. Ogni intervento è progettato per rispondere ai bisogni specifici delle comunità con cui lavoriamo, si integra in percorsi gia’ avviati da loro, rispettando il contesto culturale, sociale ed economico, e cercando di promuovere la loro autonomia e resilienza nel lungo periodo.

1. Governance e sviluppo locale

Lavoriamo per rafforzare la governance locale, affiancando le istituzioni locali con l’obbiettivo di migliorare l’efficacia, la trasparenza e l’inclusione. In particolare, puntiamo a migliorare la gestione delle risorse e l’efficacia dei servizi pubblici, in modo che le comunità possano gestire autonomamente le sfide locali. 

Obiettivi dell’Agenda 2030: 16. Pace, giustizia e istituzioni forti

2. Educazione

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Crediamo che l’educazione sia la chiave per il cambiamento e l’emancipazione delle persone. Sosteniamo programmi educativi che vanno oltre la scuola tradizionale, offrendo formazione professionale per giovani, con un focus particolare sulle ragazze e le donne escluse da percorsi educativi e lavorativi, per garantire pari accesso al mercato del lavoro.

Obiettivi dell’Agenda 2030: 4. Istruzione di qualità

3. Agricoltura e forestazione

Promuoviamo l’agricoltura sostenibile per migliorare produttività e sicurezza alimentare, favorendo il passaggio dalla sussistenza all’imprenditorialità. Offriamo formazione agricola, socioeconomica e imprenditoriale, oltre a sementi, attrezzi e assistenza tecnica durante il ciclo produttivo e la fase post-raccolta.

Obiettivi dell’Agenda 2030: 2. Fame zero

4. Accesso all’acqua

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Lavoriamo per fornire soluzioni per l’accesso a risorse idriche sicure, sia attraverso la costruzione di pozzi, che il miglioramento delle infrastrutture esistenti e l’educazione della comunità sull’importanza di una gestione sostenibile dell’acqua.

Obiettivi dell’Agenda 2030: 6. Acqua pulita e servizi igienico-sanitari.

Come ci ricorda l’Obiettivo n.6 raggiungere l’accesso globale all’acqua potabile sicura e ai servizi igienici entro il 2030, promuovendo la qualità dell’acqua, l’efficienza nel suo utilizzo e la protezione degli ecosistemi idrici è un Goals strategico. Ci raccontate perché questo tema è così centrale anche per la salute delle persone e per la dimensione sanitaria dei contesti dove operate?

ACAV: L’Obiettivo 6 dell’Agenda 2030, che mira a garantire l’accesso universale all’acqua potabile sicura e ai servizi igienici, non è solo un traguardo fondamentale per lo sviluppo sostenibile, ma anche una questione cruciale per la salute pubblica e la qualità della vita. L’accesso all’acqua potabile e a infrastrutture igienico-sanitarie adeguate rappresenta infatti il primo passo per combattere malattie che derivano da condizioni insalubri, come diarrea, colera, tifo e altre infezioni trasmesse per via idrica. Queste malattie colpiscono in particolare i gruppi più vulnerabili, come bambini, donne e rifugiati, aggravando ulteriormente situazioni di povertà e precarietà.

Nei contesti in cui operiamo, il legame tra acqua e salute è immediatamente evidente. La carenza di acqua potabile e di servizi igienici adeguati non solo compromette la salute individuale e collettiva, ma ha anche un impatto diretto sullo sviluppo economico e sociale delle comunità. La mancanza di servizi igienici costringe le persone, spesso donne e ragazze, a percorrere lunghe distanze per accedere a fonti idriche non sicure, esponendole a rischi fisici, sanitari e sociali. Inoltre, senza un adeguato accesso all’acqua, le strutture sanitarie locali non possono garantire condizioni igieniche sicure, aumentando i rischi di infezioni e riducendo l’efficacia degli interventi sanitari.

Per questo motivo, i nostri progetti mettono al centro la creazione e il rafforzamento di infrastrutture idriche e sanitarie, integrandole con programmi di sensibilizzazione e formazione che promuovano l’uso consapevole e sostenibile delle risorse idriche.

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ACAV: Negli ultimi 5 anni abbiamo riabilitato 200 pozzi e perforato 36 di nuovi, si sono quindi formati 236 comitati di gestione dell’acqua e dato accesso all’acqua a quasi 250.000 persone

Quanto è importante lavorare nel rispetto del contesto locale e quali sono le difficoltà incontrate in un percorso di cooperazione come il vostro, che vuole valorizzare lo scambio culturale, il confronto e il reciproco arricchimento?

ACAV: Abbiamo capito che lavorare nel rispetto del contesto locale è fondamentale per ottenere risultati duraturi e sostenibili in un percorso di cooperazione internazionale. Questo approccio non solo garantisce che le iniziative siano realmente rilevanti per le esigenze delle comunità, ma permette anche di costruire una partecipazione attiva da parte dei beneficiari, rendendo i progetti più efficaci nel lungo periodo. L’obiettivo non è solo fornire assistenza, ma costruire capacità locali per far sì che le comunità possano autogestirsi e affrontare in modo autonomo le sfide future.

ACAV lo fa in 4 modi:

Coinvolgendo le istituzioni locali: Collaborare con amministrazioni, autorità e associazioni è cruciale per integrare i progetti nel territorio. Affiancare e rafforzare le iniziative pianificate in modo condiviso dalle istituzioni locali,  garantisce continuità agli interventi e rafforzano il legame con le comunità.

Valorizzando le risorse umane locali: La presenza continuativa in un territorio permette di investire sulle competenze delle persone del posto favorisce l’autonomia delle comunità, promuove la leadership locale e riduce la dipendenza da risorse esterne. 

Co-creando il cambiamento: Il cambiamento deve nascere insieme ai protagonisti locali. Ogni intervento va costruito in sinergia con le comunità, rispettandone priorità ed esigenze, per facilitare processi di sviluppo condivisi.

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Realizzando interventi sostenibili: Solo con un approccio partecipativo si possono sviluppare soluzioni sostenibili e adeguate alle risorse disponibili.

Un altro fattore cardine è sicuramente la valorizzazione delle risorse umane locali, anche nei ruoli strategici. Condividere procedure e logiche di progettazione, verifica e rendicontazione nel rispetto della differente cultura non è sempre facile, ma non impossibile. Ci sono in questo campo delle storie o dei percorsi professionali che avete piacere di condividere e farci conoscere?

ACAV: Un esempio significativo è l’evoluzione di un progetto pilota iniziato nel 2019 finanziato dall’Unione Europea (EUTF) nella città di Koboko per sostenere la città nella risposta alla pressione creata dalla massiccia presenza di rifugiati. Grazie a questo progetto che è stato interamente gestito molto bene dai nostri colleghi ugandesi, abbiamo potuto ottenere un secondo finanziamento, più importante per sostenere due amministrazioni locali in Uganda, la città di Koboko e di Arua. Insieme hanno ottenuto un finanziamento di 4 milioni di euro per rispondere alle sfide legate alla migrazione e rafforzare i servizi pubblici. Lo staff locale di ACAV ha saputo trasformare una complessa procedura di candidatura in un’opportunità concreta per il loro territorio.

Questo percorso non solo ha permesso di migliorare i servizi per la popolazione, ma ha anche creato una rete di professionisti locali più preparati e autonomi, in grado di gestire progetti futuri. È una dimostrazione pratica di come la cooperazione possa generare risultati sostenibili, aprendo nuove prospettive per lo sviluppo locale.

I tagli al mondo della solidarietà internazionale sono la cifra politica di questi ultimi anni sia a livello locale che nazionale. Assicurare la realizzazione dell’obiettivo dello 0,70% del reddito interno lordo per la solidarietà internazionale, quota in linea con gli obiettivi internazionalmente concordati dall’Italia, pensate possa diventare in futuro una realtà a livello locale e nazionale?

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ACAV: Come attori del settore, ci auspichiamo fortemente che questa cifra diventi una realtà e siamo pronti a fare la nostra parte. Riteniamo fondamentale non solo garantire un utilizzo efficace delle risorse, ma anche sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni sull’importanza della solidarietà internazionale.

La cooperazione non è solo un atto di generosità: è una risposta strategica alle sfide globali, che contribuisce a creare stabilità, a rafforzare i legami tra i Paesi e a promuovere sviluppo sostenibile in linea con gli Obiettivi dell’Agenda 2030. Continueremo a lavorare per rendere possibile questa visione e a essere disponibili a collaborare con chiunque condivida questo impegno.

“Fare del bene”, con una cooperazione partecipata e condivisa è un percorso lento, che non sempre è facile far conoscere. Quali sono le iniziative di ACAV sul territorio locale per diffondere e promuovere le vostre attività? 

ACAV: Per questo, ACAV si impegna costantemente a promuovere le proprie attività sul territorio locale attraverso diverse iniziative. Tra queste, il Giornalino ACAV Informa, pubblicato due volte all’anno, in cui diamo spazio alle voci dei beneficiari, del nostro staff e condividiamo aggiornamenti sui progetti, sul contesto e sull’attualità dei Paesi in cui operiamo. A ciò si affiancano la newsletter mensile e una presenza attiva sui social media.

Inoltre, organizziamo progetti di educazione alla cittadinanza globale e promuoviamo eventi sul territorio. L’ultimo esempio è stato il Concerto di Natale con il Coro Stella del Cornet, una preziosa occasione per presentare il progetto nella scuola di Amuru e per promuovere la campagna Amore per Amuru – Un pasto al giorno può cambiare il futuro. Queste iniziative ci permettono di far conoscere meglio le nostre attività e sensibilizzare la comunità sui temi della cooperazione internazionale

Grazie per la vostra disponibilità e per l’impegno nella cooperazione con l’Africa che con costanza ed impegno portate avanti dal 1985.

Grazie a voi!

Articolo uscito anche su Abitarelaterra.org





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