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Dopo diverse ore di incertezza in merito alla presunta offerta di acquisto che Elon Musk sarebbe intenzionato a muovere per mettere la mani su OpenAI – attualmente di proprietà di Sam Altman, che avrebbe prontamente rigettato la sedicente offerta – grazie ad una spesa di 97,4 miliardi di dollari, a mettere un punto (più o meno) definitivo ci ha pensato il direttore dell’azienda proprietaria di ChatGPT, Larry Summers.



In un breve scambio di battute con Bloomberg Television in calce al parigina AI Action Summit che si è tenuto all’inizio di questa settimana – infatti – Summers ha precisato che in qualità di membro del consiglio “non ho ricevuto alcun tipo di comunicazione formale al di fuori dei resoconti dei media”, smentendo di fatto che quella mossa da Musk sia un’offerta vera; mentre dal conto suo Sam Altman ha precisato – sempre ai microfoni di Bloomberg – che dietro all’operazione del COE di Tesla, SpaceX e X ci sia solamente la volontà di “rallentarci” dato che non sarebbe in grado di competere con l’effettiva portata dell’attuale modello di OpenAi. (agg di LD)

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SCONTRO MUSK-ALTMAN PER L’ACQUISTO DI OPENAI: “NON È IN VENDITA”

Elon Musk, insieme ad un gruppo di investitori, ha presentato un’offerta da 97,4 miliardi di dollari per acquistare l’organizzazione no-profit che controlla OpenAI, l’azienda più famosa al mondo nel campo dell’intelligenza artificiale. E’ infatti la produttrice di ChatGPT, ad oggi il modello di IA più diffuso al mondo, e creato dal genio di Sam Altman. Quest’ultimo ha ringraziato Elon Musk e gli altri imprenditori, rimandando comunque al mittente la proposta. L’offerta, come riferisce il Wall Street Journal, è stata presentata nella giornata di ieri, ma non è stata appunto accolta.



L’avvocato dell’uomo più ricco al mondo, Marc Toberoff, ha fatto sapere che: “È tempo che OpenAI torni a essere la forza open source e incentrata sulla sicurezza che era una volta – le parole di Musk riportate dal suo legale – faremo in modo che ciò accada”. Elon Musk sembra quindi intenzionato a proseguire per la sua strada, nonostante il rifiuto della proposta economica, nel frattempo Altman è uscito allo scoperto: “No grazie, ma se vuoi compreremo Twitter per 9,74 miliardi di dollari”, riferendosi ad X.com, il social acquistato da Elon Musk due anni fa, che si chiamava appunto Twitter, e spostando anche la virgola decimale nell’offerta per OpenAI.

ELON MUSK VUOLE ACQUISTARE OPENAI, COSA C’E’ ALLA BASE DI QUESTA OFFERTA

Forse non tutti sanno che l’azienda è stata fondata sia da Altman quanto da Musk nel 2015 come ente di beneficenza, dopo di che nel 2019 Musk ha lasciato la stessa, con il co-fondatore che ne è quindi diventato l’amministratore delegato.

Nel contempo OpenAI ha dato vita ad una sussidiaria a scopo di lucro (OpenAI è no profit), per raccogliere denaro da vari investitori, a cominciare da Microsoft, divenendo il colosso che è ora. Obiettivo di Altman, trasformare la sussidiaria in un’azienda tradizionale e scorporarla dalla no profit. L’offerta da 97,4 miliardi di dollari presentata da Elon Musk, come scrive ancora il Wall Street Journal, è stata supportata da xAI, la società di intelligenza artificiale di Musk, che si fonderebbe con OpenAI se vi fosse un accordo.

ELON MUSK VUOLE ACQUISTARE OPENAI, COSA DICE IL SUO AVVOCATO

Fra gli investitori a sostegno della proposta vi sono anche Valor Equity Partners, ma anche Baron Capital e Ari Emanuel, CEO della società di Hollywood Endeavor. Nel corso degli ultimi tempi Elon Musk ha più volte puntato il dito nei confronti di Sam Altman e OpenAI, accusandoli di aver tradito la missione iniziale no-profit, creando invece una divisione a scopo di lucro, “colludendo” poi con Microfon per dominare il mercato dell’intelligenza artificiale.

Per OpenAI le rivendicazioni legali di Musk sono infondate, rilasciando inoltre dei documenti in cui lo stesso imprenditore di origini sudafricane avesse sostenuto la trasformazione della società da no profit a scopo di lucro. Ma Musk tira dritto e tramite il suo avvocato Toberoff, fa sapere: “Se Sam Altman e l’attuale consiglio di amministrazione di OpenAI Inc. hanno intenzione a diventare una società completamente a scopo di lucro, è fondamentale che l’ente di beneficenza venga equamente compensato per ciò che la sua leadership le sta togliendo: il controllo sulla tecnologia più trasformativa del nostro tempo”.

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