persi 380 miliardi. Ecco cosa cambia

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Sconto crediti fiscali

Finanziamenti e contributi

 


Si sblocca in Senato la partita sulla rottamazione. Dopo una lunga giornata di trattative in commissione Affari costituzionali tra i partiti di governo e tra maggioranza e opposizioni, i relatori del decreto Milleproroghe hanno deciso di ritirare l’emendamento sulla quarta definizione agevolata.  Il testo, da quanto si apprende, verrà riformulato depennando l’estensione al 30 settembre per le adesioni al concordato preventivo e precisando che la proroga della rottamazione quater riguarderà solo chi ha già aderito alla definizione agevolata ma non è in regola con i pagamenti. Soddisfatte dunque, da un lato, le richieste delle forze di minoranza – contrarie a un’estensione del concordato – e, dall’altro, le diverse sensibilità interne alla maggioranza sul tema della rateizzazione delle cartelle esattoriali.

Prestito personale

Delibera veloce

 

Dopo l’audizione informale del neo-direttore dell’Agenzia delle Entrate, Vincenzo Carbone, chiamato a fornire alle opposizioni i dati sugli effetti della misura, la commissione ha deciso di riaggiornarsi a questa mattina. I lavori riprenderanno alle 8:30 con il voto sugli emendamenti: l’obiettivo è chiudere la pratica in giornata così da inviare il testo in Aula non oltre domani e consentire il via libera di Palazzo Madama entro sabato quando alla scadenza dei termini per la conversione in legge del Milleproroghe mancheranno solo 10 giorni. E il decreto deve ancora passare al vaglio della Camera.

Tasse sullo auto aziendali, verso il rinvio della stretta: ipotesi clausola di salvaguardia. Ecco cosa cambia

CONVERGENZE

Che tra i partner di governo fosse in corso un riavvicinamento era apparso chiaro già nel pomeriggio quando Forza Italia aveva annunciato la presentazione di una proposta di legge «praticamente identica» a quella del Carroccio «che vede insieme la rottamazione quinquies e la riapertura dei termini, decaduti, della quater, con le stesse modalità». A darne notizia, il capogruppo azzurro in commissione Finanze della Camera, Vito De Palma: «La nostra proposta – spiegava – è quasi identica a quella dei colleghi della Lega: serve la rottamazione quinquies al 31 dicembre 2024 in 120 rate e ci sono le condizioni perché il ministero dell’Economia la valuti positivamente». Archiviato il capitolo quater, resta dunque in piedi la partita sulla rottamazione quinquies, che ora vede in campo anche gli azzurri. Le differenze tra le due proposte si appunterebbero, in buona sostanza, sul fatto che la proposta leghista si ferma al 31 dicembre 2023 e prevede la decadenza dalla sanatoria dopo otto rate non pagate, mentre quella forzista arriva a coprire tutto il 2024. Anche sulle tempistiche si è registrata una ritrovata sintonia tra Lega e Fi: «Ci sono tutte le condizioni per arrivare all’approvazione del provvedimento entro primavera», ha dichiarato De Palma.

L’intesa raggiunta in Senato è delizia per il Carroccio e croce per Fratelli d’Italia. Non solo perché il partito di via della Scrofa è sostanzialmente allergico alle sanatorie, anche se, ancora nelle scorse ore, il vicepresidente della commissione Finanze di Palazzo Madama, Filippo Melchiorre, escludeva la contrarietà sul piano politico parlando di «problema di coperture». Ma anche perché FdI ha dovuto rinunciare alla proroga del concordato, vessillo che il vice dell’Economia Maurizio Leo – espressione della Fiamma – ha issato sul pennone di via XX Settembre suscitando non pochi mal di pancia tra gli alleati. Con Leo i forzisti condividono invece la necessità di dare priorità al taglio di 1-2 punti dell’aliquota mediana Irpef del 35% estendendola ai redditi fino a 60mila euro per venire incontro al ceto medio: a ribadirlo, oltre a De Palma, anche il leader di Fi, Antonio Tajani. E tuttavia, proprio su questo punto, le strade di leghisti e azzurri potrebbero dividersi: per le coperture infatti, entrambi i partiti guardano al gettito legato al vituperato concordato preventivo.

IL VERTICE

Nelle stesse ore in cui il Senato riprenderà i lavori, si apriranno i lavori del consiglio federale della Lega convocato da Matteo Salvini con primo punto all’ordine del giorno proprio la pace fiscale. In vista dell’incontro, il numero uno di via Bellerio ha ribadito l’intenzione di «formalizzare una proposta dettagliata» sulla rottamazione che parta dal dato delle Entrate sulle cifre regolarmente dichiarate da cittadini e imprese tra 2017 e 2023 ma non incassate dallo Stato: 380 miliardi di euro, «più del 10% del debito pubblico». Ecco allora la necessità della rottamazione quinquies per tendere la mano a 10 milioni di contribuenti onesti ma in difficoltà e garantire un maggior gettito fiscale e contributivo, come ha garantito il leghista Alberto Gusmeroli: «siamo convinti che possa essere condiviso da tutti superando i temi contabili». Temi contabili che, inevitabilmente, chiamano in causa il Mef. L’ultimo nodo da sciogliere (anche se Salvini assicura che nel partito c’è piena sintonia sul tema) resta, infatti, cosa Giorgetti abbia realmente in animo di fare: rottamazione quinquies sì o no? La risposta potrebbe arrivare proprio oggi.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Dilazione debiti

Saldo e stralcio

 





Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Conto e carta

difficile da pignorare

 

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link