Manifestanti a Dehdasht, nel sud dell’Iran, facendo segni di vittoria in mezzo a audaci scontri con le forze di sicurezza l ‘ 11 febbraio 2025.
L’11 febbraio, le proteste sono scoppiate in tutto l’Iran mentre lavoratori, infermieri e acquirenti di case truffati sono scesi in strada, esprimendo la loro rabbia per il disagio economico e la cattiva gestione del governo. Manifestazioni sono state segnalate a Teheran, Bushehr, Qazvin, Gilan, Dehdasht e fuori dalla prigione di Evin, dove i cittadini si sono radunati contro l’inflazione, i salari non pagati e il crescente numero di esecuzioni.
A Dehdasht, nell’Iran occidentale, le tensioni sono aumentate quando i manifestanti hanno tentato di conquistare la stazione di polizia n.12 in mezzo alla crescente indignazione pubblica. I manifestanti si sono riuniti nella piazza centrale del mercato dell’oro della città, cantando contro la repressione del governo e sollecitando la solidarietà nazionale. Le riprese video che circolano online mostrano i manifestanti che si scontrano con le forze di sicurezza mentre chiedono resistenza. Chiamate di ” Non lasciare Dehdasht da solo!”diffuso sui social media, indicando la portata in espansione del movimento di protesta.
A Teheran, la capitale della nazione, le infermiere dell’ospedale Rasoul Akram hanno inscenato una protesta, cantando: “Le promesse vuote sono sufficienti, i nostri tavoli sono vuoti!”La loro dimostrazione arriva in mezzo al peggioramento delle condizioni di lavoro e ai salari non pagati nel fatiscente settore sanitario iraniano.
A Bushehr, nel sud dell’Iran, i lavoratori a contratto della raffineria di gas Fajr Jam hanno fatto eco a simili frustrazioni, cantando: “Basta con le promesse, i nostri tavoli sono vuoti!” L’industria petrolifera e del gas, una volta un pilastro dell’economia iraniana, è stata duramente colpita da cattiva gestione, sanzioni e ritardi nei salari, portando a crescenti disordini del lavoro.
A Qazvin, nel nord dell’Iran, le vittime del National Housing Plan si sono radunate davanti all’ufficio del governatore, protestando per il fallimento del governo nel consegnare le case promesse nonostante gli anni di pagamento. Cantavano: “La protesta è un nostro diritto innegabile!”e” Lavoratore, alza la voce, chiedi i tuoi diritti!”La loro frustrazione evidenzia la diffusa crisi immobiliare, aggravata dall’inflazione e dalla corruzione dilagante nei progetti immobiliari.
Nel frattempo, a Gilan, nel nord dell’Iran, i lavoratori dello stabilimento siderurgico Foolad Khazar hanno organizzato uno sciopero per i salari non pagati e l’insicurezza del lavoro. I rapporti indicano un crescente attivismo del lavoro nel settore industriale mentre l’inflazione erode il potere d’acquisto.
A Khash, nel sud-est dell’Iran, le forze di sicurezza hanno condotto un violento raid nel quartiere di Islamabad di Khash, usando munizioni vere e arrestando con la forza il 30enne Mahmoud Shahnawazi, padre di due figli. I rapporti indicano che è stato portato in un luogo segreto, senza accuse ufficiali annunciate. L’escalation delle operazioni di sicurezza nelle regioni a maggioranza baluci segue mesi di disordini e un’intensificata repressione contro le minoranze etniche in Iran.
Rapporti da Chabahar, nel sud-est dell’Iran, hanno rivelato un violento raid delle forze di sicurezza su Hootabad il 9 febbraio, dove la polizia ha attaccato lavoratori locali e demolito case appartenenti ai residenti baluci senza preavviso o giustificazione legale.
Secondo i media statali, i genitori indignati dei migliori studenti uccisi in un incidente di autobus hanno affrontato il Ministro dell’Istruzione nei pressi delle loro tombe a Kerman. Una madre in lutto ha lanciato sporcizia contro il ministro, mentre la sorella di una vittima ha chiesto la responsabilità: “Perché sei qui se ti rifiuti di assumerti la responsabilità?”La tragedia, causata dalla negligenza del governo, ha suscitato una diffusa indignazione pubblica.
Le proteste arrivano in mezzo a gravi turbolenze finanziarie, con il rial iraniano che ha toccato i minimi storici, il mercato azionario che è precipitato di 37.000 punti e il 93% della borsa di Teheran che ha chiuso in rosso martedì. Con il crescente disagio economico e la rabbia pubblica che ribolle, l’Iran sta assistendo a una crescente ondata di disordini civili, segnalando una profonda insoddisfazione per la gestione del paese da parte del regime clericale.
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