Incontro a Roma tra il sindaco Trantino e il ministro Urso. Intervengono M5s, Cisl e Pd
CATANIA – StMicroelectronics in Italia chiederà la cassa integrazione guadagni ordinaria per il sito di Catania, eccetto il nuovo investimento chiamato WSiC, per circa una settimana in marzo e circa una settimana in aprile. Saranno coinvolti un massimo di 2.500 dipendenti su un totale di 5.400 dipendenti a Catania.
Lo scenario
È quanto si apprende da fonti qualificate. La riduzione temporanea non è correlata al programma globale annunciato da Stm per ridisegnare la base manifatturiera, accelerando la capacità produttiva del silicio e del carburo di silici ridimensionando la struttura di costo globale.
Lo scenario di riferimento di Stm, come comunicato dalla multinazionale a fine gennaio, resta difficile nel primo trimestre 2025. Continuando a far fronte ad un ritardo nella ripresa e ad una correzione delle scorte nel settore Industrial e ad un rallentamento nell’Automotive, entrambi in particolare in Europa.
Per gestire proattivamente la situazione, come si è soliti fare in un’industria “ciclica” come quella dei semiconduttori, spiegano fonti del dossier, si interviene riducendo fra l’altro i livelli di attività in tutte le strutture manifatturiere globalmente.
Le misure varate includono riduzioni temporanee dei livelli di produzione, così come chiusure selettive delle fabbriche dai 5 ai 19 giorni come durata, a seconda dei siti, soprattutto nel primo trimestre.
L’incontro al ministero
Il ministro Adolfo Urso ha incontrato al Mimit il sindaco di Catania, Enrico Trantino, per un confronto sullo sviluppo del polo tecnologico e digitale dell’EtnaValley, con un focus sulle prospettive dello stabilimento di STMicroelectronics e della gigafactory di 3Sun. Della situazione della multinazionale italo-francese di microelettronica il ministro Urso ha parlato nei giorni scorsi con esponenti del governo d’Oltralpe.
Barbagallo (Pd): “Intervenga il governo”
“Torniamo a chiedere, con forza, che il governo intervenga sul caso di ST Microelettronics, ora che da indiscrezioni di stampa si fa sempre più concreta la possibilità che la multinazionale avvii la cassa integrazione per 2 settimane, che riguarderà 2500 dei 4500 dipendenti, gran parte dei quali impiegati nel sito di Catania“. Lo dice il segretario regionale del Pd Sicilia e deputato alla Camera, Anthony Barbagallo.
“La settimana scorsa ho depositato una interrogazione – aggiunge – per sollecitare l’intervento del governo al fine di tutelare sia il personale in servizio sia la produzione d’eccellenza, scongiurando il ridimensionamento del sito catanese ed ogni eventuale impatto, in negativo, sugli attuali livelli occupazionali. Ma sia Roma, il ministro Urso sia in Sicilia, l’assessore regionale alle Attività produttive Edy Tamajo si spendono solo in annunci cui non segue alcun atto concreto”.
Il pressing del M5s su Tamajo
“Abbiamo appena depositato un ordine del giorno che impegna l’assessore alle attività produttive Tamajo a sollecitare con urgenza un tavolo ministeriale che affronta la questione Stm alla presenza del Governo nazionale, della proprietà e di tutte le parti sociali coinvolte che hanno già chiesto di essere parte integrante del confronto”.
Lo dicono i deputati regionali del Movimento 5 Stelle Lidia Adorno e Nuccio Di Paola, che è anche coordinatore regionale del M5S.
“Ancora una volta – aggiungono Adorno e Di Paola – un’azienda che beneficia di un fiume di denaro pubblico, affida allo Stato il destino dei suoi lavoratori, incidendo per due volte sulle tasche dei contribuenti e rovinando il futuro di migliaia di famiglie. La richiesta di cassa integrazione per la metà dei 5.000 lavoratori di STMicroelectronics a Catania conferma purtroppo le nostre preoccupazioni e ribadisce la necessità di un intervento immediato da parte dei governi nazionale e regionale”.
Interviene la Cisl
Pietro Nicastro, segretario generale Fim Cisl Sicilia. “La Gico – dichiara – è stata chiesta con carattere di urgenza a causa di una, così recita la comunicazione di Confindustria, ‘temporanea contrazione dei carichi produttivi derivante da una significativa riduzione di ordini e commesse’. In merito a ciò la direzione aziendale ha comunicato che è previsto un incontro per il prossimo 20 febbraio”.
“L’audizione in commissione Attività produttive all’Assemblea regionale Siciliana tra i rappresentanti della Regione e le parti sociali – ricorda Francesco Rimi, coordinatore Rsu Fim Cisl – è stata interlocutoria a causa dell’assenza dei rappresentanti dell’azienda che ha motivato con il breve avviso per la presenza dei vertici nazionali”.
“Con lo stesso carattere di urgenza – continuano Nicastro e Rimi – abbiamo chiesto fortemente, ieri al presidente della commissione attività produttive, Vitrano, che il governo regionale attivasse con urgenza (l’orologio della microelettronica viaggia a velocità doppia) i propri canali e si facesse promotore di un tavolo tecnico al ministero del Made in Italy per un tavolo e affrontare la questione del piano industriale del sito di Catania e del design center di Palermo, fondamentale per l’economia siciliana e catalizzatore di eccellenze siciliane”.
“Sempre come Fim Cisl – concludono Nicastro e Rimi – valutiamo positivamente l’accoglimento di tale proposta, a stretto giro, con la partecipazione al tavolo nazionale dall’assessore regionale alle Attività produttive, Tamajo. Ancora di più rispetto a ieri, bisogna fare presto, bisogna dare risposte e certezze a più di 5.000 lavoratori dei siti siciliani”.
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