Aumento delle pensioni nel 2025, da giugno 440 euro in più, ecco perché

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Ci sono argomenti che, in una determinata fase dell’anno, acquistano maggiore rilevanza rispetto ad altri periodi. La stagionalità di alcuni temi che, ad esempio, riguardano le pensioni, provoca queste situazioni. Infatti, ci sono momenti dell’anno – di solito da settembre a dicembre, quando si lavora alla legge di Bilancio – in cui la riforma delle pensioni, i requisiti di accesso e le regole di pensionamento sono molto dibattuti. Poi ci sono i periodi in cui si parla quasi esclusivamente di quattordicesima (tra maggio e giugno), mentre all’inizio dell’anno il tema dominante diventa il modello RED.
Tra la fine dell’anno e l’inizio di quello nuovo, uno degli argomenti più discussi è quello degli aumenti della pensione.

Ed è proprio di questo che ci accingiamo a parlare ora, perché potrebbe esserci una grande novità all’orizzonte.

“Buonasera, sento dire che in estate le pensioni saliranno di importo. Potete darmi delle spiegazioni in merito? Si fa riferimento alla riforma fiscale, vero? E se è così, io che prendo una pensione di 1.000 euro al mese troverò aumenti o no?”

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Aumento delle pensioni nel 2025, da giugno 440 euro in più, ecco perché

In effetti, ogni anno le pensioni subiscono variazioni di importo legate al tasso di inflazione, e per questo gli aumenti delle pensioni sono sempre un argomento molto sentito dai pensionati. Il meccanismo di perequazione è ciò che genera queste variazioni, ed è un meccanismo che incide notevolmente sui trattamenti percepiti.

Adesso, però, che le pensioni sono state adeguate da gennaio proprio al tasso di inflazione, si parla di nuovi aumenti. Perché si affaccia una potenziale grande novità che potrebbe determinare, per alcuni pensionati, un cospicuo aumento dei trattamenti percepiti.

E in questo caso parliamo di trattamenti netti, dal momento che la novità riguarda la tassazione. Il governo Meloni sta lavorando a un taglio dell’IRPEF per il ceto medio, e per questo motivo alcuni pensionati sono in attesa di buone nuove dall’esecutivo.

Come cambia l’IRPEF e perché i pensionati possono prendere aumenti sui trattamenti

Da tempo, diversi esponenti della maggioranza parlano del taglio dell’IRPEF come di un intervento sul quale il governo continua a lavorare in maniera incessante. Significa che presto potrebbero arrivare a conclusione, determinando di fatto un nuovo cambiamento dell’IRPEF, dopo quello già avvenuto nel 2024.

Infatti, lo scorso anno l’IRPEF è passata da quattro a tre scaglioni, con il secondo scaglione (quello che andava da 15.000 a 28.000 euro di reddito) inglobato nel primo, e con l’aliquota applicata su questa fascia di reddito che è scesa dal 25% al 23%.

In quell’occasione, molti pensionati ottennero circa 260 euro in più all’anno, grazie alla minore tassazione subita, così come gli altri contribuenti con redditi sopra 15.000 euro. Adesso, invece, l’attenzione si concentra sull’attuale secondo scaglione, quello dei redditi da 28.000 a 50.000 euro. L’idea è di ridurre l’aliquota dal 35% al 33%, un altro 2% in meno che, tradotto in soldi, significa altri 440 euro in più.

In estate la riforma che porta benefici anche sulle pensioni

Secondo le ultime indiscrezioni, in estate la riforma potrebbe essere portata a termine, completando così il secondo passaggio del riordino dell’IRPEF. E anche sulle pensioni, come detto, si avrebbero benefici considerevoli.

Si parla di una modifica che potrebbe portare anche ad una estensione del tetto massimo dello scaglione da 50.000 a 60.000 euro, un’ipotesi già circolata in legge di Bilancio. Tuttavia, in quell’occasione, le risorse su cui il governo puntava – provenienti dagli incassi del concordato preventivo biennale – si sono rivelate esigue, facendo slittare il progetto. Ora, però, se ne torna a discutere e qualcosa potrebbe muoversi a breve.

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Va detto, però, che non ci sarà alcun vantaggio per i pensionati con trattamenti che rientrano nel primo scaglione, ossia fino a 28.000 euro. In quel caso, nulla cambierà, perché la novità, se davvero vedrà la luce, interesserà esclusivamente il ceto medio e le pensioni più alte di 28.000 euro. Una volta che si avranno notizie ufficiali, torneremo ad approfondire l’argomento.



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