Così la sanità privata del Piemonte fa affari d’oro anche grazie alla mobilità sanitaria. Ma il saldo dei conti pubblici è negativo: -6,3 milioni

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Contributi e agevolazioni

per le imprese

 


di
Simona De Ciero

La fondazione Gimbe: «Un paziente su due viene in Piemonte a curarsi in una struttura privata»

Finanziamenti e agevolazioni

Agricoltura

 

Il governatore Alberto Cirio e l’assessore regionale alla sanità Federico Riboldi continuano a dichiarare di essere per una sanità a trazione pubblica ma il modello locale è (ancora) troppo orientato sul privato, almeno per quanto riguarda la mobilità attiva verso il Piemonte, ovvero tutte quelle persone che, pur abitando fuori regione, decidono di farsi curare entro i confini di questo territorio.

Lo sottolinea l’ultima analisi pubblicata dalla fondazione scientifica indipendente Gimbe (dati 2022) secondo la quale, in linea generale «la mobilità sanitaria non è più una libera scelta del cittadino, ma una necessità imposta dalle profonde diseguaglianze nell’offerta dei servizi sanitari regionali dove sempre più persone sono costrette a spostarsi per ricevere cure adeguate, con costi economici, psicologici e sociali insostenibili».
 




















































Stando ai dati, infatti, il Piemonte — che si colloca in nona posizione a livello nazionale — eroga il 50,6 per cento della mobilità sanitaria attiva attraverso strutture private. Certo, una tendenza leggermente inferiore a quella nazionale, il cui valore percentuale tocca quota 54,4 ma, estremamente di più rispetto alla vicina Liguria, che non arriva al 12%, e della confinante Valle d’Aosta, dove i valori si attestano al 16,9%. Allo stesso tempo, però, l’appeal del privato piemontese genera valori di gran lunga inferiori rispetto a quelli dei dirimpettai lombardi, dove la media tocca addirittura quota 71,4%, secondi in Italia dopo il Molise.

«La crescita del privato accreditato nella mobilità sanitaria — spiega Nino Cartabellotta, presidente della fondazione — è un indicatore sia dell’indebolimento del servizio pubblico, sia dell’offerta che della capacità attrattiva del privato, seppur molto diversa tra le varie Regioni». E l’ultima analisi di Gimbe si concentra su fattori strategici anche da un punto di vista economico. Il saldo totale, cioè la differenza tra risorse ricevute per curare pazienti provenienti da altre Regioni e quelle versate per i propri cittadini che si sono spostati altrove. La mobilità attiva ovvero il rimborso che la Regione ospitante riceve dalla Regione di residenza del paziente per le cure erogate (crediti). E la mobilità passiva ovvero il rimborso che la Regione di residenza del paziente deve versare alla Regione ospitante per le prestazioni ricevute (i debiti).

A livello piemontese, Gimbe rileva un saldo negativo minimo della mobilità sanitaria regionale, pari a meno 6,3 milioni di euro e a meno 18,5 milioni rispetto al 2021. Nel dettaglio, a livello nazionale la Regione si colloca in quinta posizione per ciò che concerne i debiti (poco meno di 287 milioni di euro); e ottava per quanto riguarda i crediti (293 milioni). Al livello nazionale, però, l’ultima analisi Gimbe rileva una mobilità sanitaria interregionale che ha raggiunto la cifra record di 5,04 miliardi, il livello più alto mai toccato dal Paese e superiore del 18,6% rispetto alla rilevazione precedente.

E, chi fugge dalla propria regione di residenza per essere curato altrove si dirige per oltre la metà in Lombardia (22,8%), Emilia-Romagna (17,1%) e Veneto (10,7%), seguite da Lazio (8,6%), Piemonte (6,1%) e Toscana (6,0%).
Sul fronte opposto, chi genera i maggiori debiti per cure che i propri residenti hanno ricevuto altrove sono il Lazio (11,8%), la Campania (9,6%) e inaspettatamente la Lombardia (8,9%), che da sole contano un terzo della mobilità passiva, con un esborso superiore ai 400 milioni di euro ciascuna. Seguono Puglia, Calabria e Sicilia che peggiorano nel tempo e superano i 300 milioni di euro ciascuna.  


Vai a tutte le notizie di Torino

Carta di credito con fido

Procedura celere

 

13 febbraio 2025 ( modifica il 13 febbraio 2025 | 07:44)

Finanziamo agevolati

Contributi per le imprese

 

Finanziamo agevolati

Contributi per le imprese

 



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link