Il programma di lavoro 2025 della Commissione Ue

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Home > Policy > Policy Europa > UE. Il programma di lavoro 2025 della Commissione punta sulla decarbonizzazione industriale: -90% emissioni entro il 2040

Presentato dalla Commissione europea il programma di lavoro per il 2025. Obiettivo promuovere la competitività, rafforzare la sicurezza e migliorare la resilienza economica nell’Unione. Il Clean Industrial Deal motore centrale della decarbonizzazione. Transizione energetica in quattro punti: stop importazioni russe, rinnovabili, reti elettriche e nucleare. Da USA e Cina doppia pressione geopolitica sulle ambizioni europee.

Un piano strategico per rilanciare l’industria e ridurre le dipendenze energetiche

La Commissione europea ha adottato il programma di lavoro per il 2025, delineando le iniziative chiave per rafforzare la competitività dell’Unione, promuovere la transizione energetica e garantire una maggiore sicurezza economica.

L’agenda si basa sugli impegni stabiliti nelle Linee guida politiche annunciate dalla Presidente Ursula von der Leyen e punta a consolidare la crescita sostenibile dell’UE attraverso investimenti mirati, innovazione tecnologica e una strategia industriale più solida.

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Il Clean Industrial Deal motore della decarbonizzazione Ue

Elemento centrale del piano è il Competitiveness Compass, un quadro strategico per guidare la crescita dell’Europa puntando su innovazione e digitalizzazione. La EU Start-up and Scale-up Strategy aiuterà gli imprenditori con un migliore accesso ai capitali, mentre il Savings and Investment Union creerà un vero mercato unico per gli investimenti, consentendo alle istituzioni finanziarie europee di competere su scala globale.

In questo contesto, il Clean Industrial Deal sarà il motore della decarbonizzazione dell’industria, con un target ambizioso: riduzione del 90% delle emissioni entro il 2040.
C’è da chiedersi quanto questa roadmap sia praticabile concretamente. Non basta esser capaci di attrarre investitori, perché poi i piani vanno promossi, supportati e realizzati e non sempre il settore industriale recepisce favorevolmente certe soluzioni.

Il piano, comunque, a quanto si legge nel documento, mira a rafforzare le capacità manifatturiere europee per le clean technologies, semplificare le normative per il settore chimico e sostenere le imprese con una revisione del regolamento REACH, che garantirà un equilibrio tra competitività, sicurezza e protezione ambientale.

Transizione energetica in quattro punti: stop importazioni russe, rinnovabili, reti elettriche e nucleare

Nel programma l’energia è rappresentata come pilastro centrale, con un focus sulla creazione di un mercato energetico più accessibile e sostenibile.

La Commissione proporrà un nuovo quadro di aiuti di Stato per accelerare l’adozione delle fonti energetiche rinnovabili e l’industrializzazione delle tecnologie pulite. Parallelamente, verrà adottata una roadmap per l’eliminazione totale delle importazioni di energia dalla Russia, riducendo ulteriormente la dipendenza dell’UE da fornitori esterni.

Un altro punto chiave è il potenziamento delle infrastrutture energetiche digitalizzate, con particolare attenzione alla rete elettrica e ai sistemi di riscaldamento e raffreddamento sostenibili.

La Commissione presenterà inoltre il 2025 Nuclear Illustrative Programme, un piano strategico per supportare lo sviluppo dei Small Modular Reactors (SMRs), che rappresentano una soluzione sicura e flessibile per la transizione energetica.

Sostenibilità nei trasporti e investimenti in mobilità verde

Un’economia resiliente richiede un sistema di trasporti moderno e sostenibile. Per questo, il Sustainable Transport Investment Plan fornirà una strategia chiara per lo sviluppo e la distribuzione di carburanti a basse emissioni, promuovendo infrastrutture di ricarica e rifornimento per la mobilità elettrica e a idrogeno.

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Verso la COP30 in Brasile. L’Ue mira alla leadership nella decarbonizzazione, ma deve fare i conti con Usa e Cina

Il programma di lavoro della Commissione si prepara anche alla COP30 di Belém (Brasile) nel novembre 2025, dove verrà presentata la visione europea per la transizione climatica ed energetica globale.

L’UE punterà anche sul biotech e sulla bioeconomia, settori chiave per l’innovazione industriale e la resilienza economica di fronte alle sfide climatiche.

Il programma 2025 della Commissione Europea, in sintesi, segna una svolta strategica per rilanciare la competitività dell’UE, rafforzare la sicurezza economica e accelerare la transizione energetica, con l’obiettivo almeno ipotetico di posizionare l’Europa come leader globale nella decarbonizzazione e nell’innovazione tecnologica.

Da USA e Cina doppia pressione geopolitica sulle ambizioni europee

Una strada difficile da perseguire, anche in termini geopolitici. Le politiche di Stati Uniti e Cina hanno e avranno un impatto significativo sulle ambizioni dell’Europa di posizionarsi come leader globale nella decarbonizzazione e nell’innovazione tecnologica. Sebbene l’UE abbia messo in campo strategie ambiziose come il Green Deal europeo e il piano Fit for 55, le dinamiche geopolitiche e le scelte industriali delle altre grandi economie mondiali possono influenzare profondamente il raggiungimento degli obiettivi europei.

L’Inflation Reduction Act (IRA), approvato negli USA nel 2022, ha stanziato oltre 370 miliardi di dollari in incentivi per la transizione energetica, attirando investimenti globali verso l’industria americana delle rinnovabili e dei veicoli elettrici. Questo ha messo sotto pressione l’industria europea, che fatica a competere con sussidi così generosi, rischiando un “green investment drain”, ovvero il trasferimento di capitali e know-how verso gli Stati Uniti.

Inoltre, le politiche protezionistiche dell’amministrazione Trump (che vorrebbe limitare l’IRA, ma non gli sarà facile), con la guerra dei dazi appena iniziata, potrebbero aggravare le tensioni commerciali tra le due sponde dell’Atlantico. L’UE potrebbe trovarsi a fronteggiare dazi sulle tecnologie verdi europee o limitazioni all’accesso ai mercati americani, rendendo più difficile l’espansione delle sue imprese innovative. Senza contare la richiesta di Washington di comprare più gas naturale liquefatto (GNL) americano.

La Cina, dal canto suo, controlla gran parte delle catene di approvvigionamento globali per le materie prime critiche, come litio, cobalto e terre rare, essenziali per batterie, pannelli solari e turbine eoliche. Pechino ha già introdotto restrizioni all’export di gallio e germanio nel 2023 e potrebbe estendere queste misure, creando ulteriori ostacoli all’industria europea.

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Allo stesso tempo, la Cina è il principale produttore mondiale di pannelli fotovoltaici e batterie, grazie a economie di scala che abbassano i costi e rendono difficile per le imprese europee competere su prezzo e produzione.



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