La lettera di un ‘pentalluvionato’ di Riolo Terme: “Siamo ancora qui, sommersi, senza risposte”

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Una testimonianza di dolore e denuncia: “Festeggeremo due anni da sfollati, ma senza risposte”

A Riolo Terme, in via Fornace 5, l’alluvione non è un evento straordinario: è una tragedia che si ripete con una drammatica regolarità. Gianluca Ierpi, residente della zona, si definisce amaramente un “pentalluvionato”. In una lettera inviata alla nostra redazione, racconta la sua storia e lancia un appello disperato alle istituzioni. “Dopo quasi due anni dalle alluvioni di maggio 2023, continuiamo a vivere nel fango, sia materialmente che psicologicamente. La nostra casa è stata colpita cinque volte: nel settembre 2014, due volte a maggio 2023, poi a novembre 2023 e di nuovo nel settembre 2024. E in almeno sei altre occasioni il Torrente Senio si è fermato a pochi centimetri dalla nostra abitazione. Undici eventi alluvionali in sedici anni non sono un caso, ma il segnale di un territorio abbandonato.”

Il lettore lamenta la lentezza burocratica ma anche la mancanza di visione

Il problema idrogeologico della zona è evidente da tempo, eppure, denuncia Ierpi, nessuno sembra voler prendere decisioni risolutive. “Viviamo in una trappola per topi, con un canale che raccoglie le acque del Senio, un lago perennemente a rischio esondazione e un’area che a ogni allerta arancione o rossa diventa parte integrante del fiume. I lavori svolti finora si sono rivelati inefficaci: nel settembre 2024 la nostra casa è stata nuovamente invasa da un metro d’acqua. Qualcuno in Comune ci ha detto che rispetto ai due metri del 2023 ci sono stati miglioramenti. Ma noi siamo ancora qui, sommersi, senza risposte.”

Conto e carta

difficile da pignorare

 

“Serve delocalizzare”

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Il Piano Speciale di intervento, secondo Ierpi, è già obsoleto: “Le soluzioni proposte sono tarate su un passato che non esiste più. In sedici anni abbiamo visto il problema aggravarsi, eppure le autorità sembrano chiuse nella loro torre d’avorio, incapaci di un approccio nuovo.” Ciò che preoccupa maggiormente gli sfollati di Via Fornace 5 non è solo la lentezza burocratica, ma la mancanza di una visione per il futuro. “Non si tratta di ricostruire: questa zona non è sicura, non ha senso investire in un’area che continuerà ad essere travolta dal Senio. Serve la delocalizzazione delle abitazioni più a rischio, quelle al piano terra sul bordo del canale. Se qualcuno deciderà di ignorare la nostra situazione per inerzia o per cavilli burocratici, si assumerà una responsabilità enorme, morale e civile.”

Conclude amaramente: “A maggio 2025 ‘festeggeremo’ due anni da sfollati, ma soprattutto una vita senza futuro. Oggi la nostra casa non rappresenta più sicurezza e intimità, ma paura, degrado e disperazione. Chiediamo solo una risposta concreta dalle istituzioni, per sapere se esiste ancora un futuro per noi.”

“Ogni temporale la nostra vita può essere sconvolta. Di nuovo”

La lettera di Gianluca Ierpi è un grido di dolore che non può essere ignorato. La sua vicenda e quella di tanti altri alluvionati pongono un interrogativo cruciale: quanto tempo dovrà ancora passare prima che le istituzioni rispondano con soluzioni concrete e definitive? Nel frattempo, gli abitanti di Riolo Terme non possono fare altro che convivere con l’incubo dell’acqua che torna, con la consapevolezza che a ogni temporale la loro vita può essere nuovamente sconvolta. “Viviamo con le valigie pronte, sempre in allerta, con il terrore di svegliarci ancora una volta sommersi. Non è una vita, questa.” La frustrazione e l’esasperazione crescono di giorno in giorno, alimentate dalla sensazione di abbandono da parte delle istituzioni e dalla mancanza di risposte concrete. Il futuro della zona resta incerto. “Abbiamo provato a parlare con gli enti locali, con la Regione, con chiunque potesse aiutarci. Ma le risposte tardano ad arrivare e noi non possiamo aspettare all’infinito. Serve un piano chiaro e immediato per mettere in sicurezza questa area o per consentirci di trasferirci altrove, lontano dal pericolo costante.”

La situazione di Riolo Terme non è un caso isolato, ma il simbolo di una più ampia emergenza idrogeologica che colpisce molte zone dell’Emilia-Romagna. Serve un cambiamento di prospettiva nella gestione del territorio, con interventi mirati e duraturi. Fino ad allora, Gianluca Ierpi e gli altri sfollati di via Fornace continueranno a lottare per il loro diritto a un futuro senza paura. “In via Fornace, 5 a Riolo Terme il problema non è se e quando ricostruiremo – scrive il lettore -, ma quanto tempo passerà da oggi alla prossima alluvione”.



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