Piccole e medie imprese, l’indagine CNA Firenze sul 2024: – 1,5% sul fatturato

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Le piccole e medie imprese della Città Metropolitana di Firenze hanno chiuso il 2024 con una contrazione dell’1,5% del fatturato sul 2023. Un calo che, considerando l’inflazione regionale all’1,1% (dato Istat per la Toscana, superiore alla media nazionale), si traduce in una perdita ancora più marcata.

Lo rileva CNA Firenze Metropolitana, che ha analizzato l’andamento economico delle imprese amministrate dai propri uffici. L’indagine si affianca a quella, già allarmante, sulle aspettative imprenditoriali, che ha restituito l’immagine di un tessuto produttivo sotto pressione, frenato da criticità strutturali e da fattori esterni sempre più difficili da governare. Tant’è che il 42% delle imprese intervistate ha dichiarato di voler ridurre gli investimenti e l’occupazione nel 2025.

Se a questo scenario aggiungiamo i dati del recente Rapporto Irpet, che mostrano come la Toscana stia evitando la recessione solo grazie alle risorse del PNRR, il clima di incertezza internazionale e una produzione in calo dal 2022, le prospettive per il futuro appaiono ancora più preoccupanti dichiara Giacomo Cioni, presidente di CNA Firenze Metropolitana.

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L’analisi di CNA Firenze conferma che la crisi ha colpito duramente la manifattura, che nel 2024 ha visto il fatturato ridursi del 5,3%, principalmente per le difficoltà dei settori moda e meccanica. Nel comparto delle costruzioni, la progressiva riduzione degli incentivi ha innescato una flessione del 3,3%. Male anche le professioni, che hanno registrato un calo del 6%, penalizzate dalla fragilità delle nuove attività e da un rallentamento economico che ha ridotto la domanda di servizi specializzati.

In controtendenza il turismo, con il settore dell’alloggio e della ristorazione che ha segnato un +14%, spinto dall’elevata affluenza turistica. Cresciuti anche i servizi (+8%), grazie a una maggiore marginalità dovuta a costi di investimento più contenuti. Il mercato immobiliare ha registrato un incremento del 7%, trainato principalmente dall’aumento delle compravendite di immobili destinati a locazione turistica.

A livello territoriale, le aree legate alla moda registrano le flessioni più marcate. Scandicci-Lastra a Signa, polo della pelletteria, ha perso quasi l’8% del fatturato, mentre l’Empolese Valdelsa, specializzato nelle confezioni, ha registrato un calo di poco più del 6%. Difficoltà anche per il Valdarno Valdisieve (-0,6%), penalizzato dalla crisi della moda, e per il Mugello (-2%), dove hanno pesato le difficoltà del comparto meccanico. Firenze ha mostrato un lieve aumento del 2%, ma, al netto dell’inflazione, il dato si ridimensiona, confermando una crescita solo apparente.

Se non si interviene rapidamente, il rischio è un indebolimento strutturale delle nostre imprese, con conseguenze difficilmente reversibili – avverte Cioni – Non basta affidarsi alle sole dinamiche di mercato: servono un’inflazione sotto controllo, una politica monetaria adeguata, la riduzione dei costi energetici e una strategia nazionale in grado di sostenere la ripresa. Le istituzioni, a tutti i livelli, devono agire con misure concrete: riduzione della pressione fiscale, semplificazione dell’accesso al credito, incentivi per la formazione e politiche industriali mirate. Ma servono anche interventi strutturali di più ampio respiro: investimenti in infrastrutture per migliorare la competitività dei distretti produttivi, una riforma della burocrazia che snellisca le procedure per le imprese, il rafforzamento delle politiche di internazionalizzazione per aprire nuovi mercati e una strategia energetica che garantisca costi sostenibili per le aziende. Le PMI non possono permettersi di affrontare il 2025 senza un piano di rilancio concreto e lungimirante, capace di dare stabilità e prospettive di crescita a un sistema produttivo che rischia di perdere competitività e posti di lavoro”.

Fonte: Cna Firenze – Ufficio Stampa

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