In Italia la depressione colpisce il 33% degli universitari, l’ansia il 27%. La salute mentale e il benessere psicologico, troppo spesso tabù silenziati dai luoghi comuni, sono temi da prima pagina nell’agenda politica, ma anche il mondo universitario deve fare la sua parte. Con 2,5 milioni sborsati dal Ministero dell’università e della ricerca e 120 mila studenti potenziali, SAMBA è sicuramente un passo importante per tendere una mano ai più giovani. Attraverso l’arte, la musica, lo sport, laboratori sull’alimentazione e soprattutto il supporto psicologico individuale e di gruppo per gli studenti, il progetto SAMBA, coordinato dall’Università di Torino, mira a promuovere salute e prevenzione, in collaborazione con Politecnico di Torino, Università di Pollenzo, Accademia Albertina di Belle Arti di Torino, Conservatorio Statale di musica Giuseppe Verdi di Torino e Istituto Musicale pareggiato della Valle d’Aosta. Ne abbiamo parlato con Daniela Converso, direttrice del Dipartimento di Psicologia di UniTo e referente del progetto.
SAMBA è rivolto a tutti, ma ha un occhio di riguardo per gli studenti fuori sede e stranieri. Perché questa scelta?
L’esperienza maturata in otto anni di Spazio di Ascolto mi ha insegnato che gli studenti fuori sede vivono con più difficoltà il primo approccio all’università, non solo come salto dal liceo, ma anche in termini di spostamento, adattamento, autonomia e gestione del quotidiano. Queste criticità, accompagnate dai primi esami e dalle difficoltà personali, possono portare ad ansia, disagio e disregolazione emotiva. Riguardo agli studenti stranieri, verranno rafforzati i progetti già esistenti a UniTo e PoliTo: necessitano di supporto psicologico in una lingua veicolare e spesso di mediazione culturale. Questo servizio verrà esteso in parte all’Accademia Albertina, che ha molti studenti asiatici.
È previsto anche l’obiettivo di combattere le dipendenze. A cosa vi riferite nello specifico?
Serve uno sguardo inclusivo, contano le voci in prima persona di chi ne è portatrice e le dipendenze sono prima di tutto di competenza del servizio sanitario nazionale. Noi, come università, vogliamo affrontarle attraverso divulgazione e sensibilizzazione, senza toni paternalistici. In più, mettiamo a disposizione colloqui con psicologi, in cui se i ragazzi segnaleranno criticità, come alcolismo o ludopatia, verranno messi in contatto con gli psicoterapeuti del servizio pubblico, per un percorso più strutturato.
Sport, musica e arte convivono in questo progetto. Come è nata questa idea?
Era il momento giusto per valorizzare le competenze che gli artisti, i musicisti e lo sport hanno in relazione al contributo, al benessere e alla visione armonica dell’esistenza, ma con un affiancamento degli psicologi. Questo consente di vedere l’idea di benessere anche da punti di vista meno convenzionali.
Quanto ha impattato la pandemia di Covid-19 sulla salute mentale degli studenti?
In modo inimmaginabile. Gli studenti hanno bisogno di contatto, movimento, relazioni per crescere. La pandemia ha sicuramente aumentato incertezza e preoccupazione per il futuro: i giovani hanno sempre più prospettive temporali corte, si parla di policrisi. Oltre alla pandemia, hanno impattato sul loro benessere psicologico anche la crisi economica e la guerra: così vengono meno le rassicurazioni, i progetti per il futuro e sale l’ansia sul tempo presente.
Parlando di prospettive corte, i giovani si sentono poco rappresentati dal mondo politico e più di uno su tre non va a votare. Secondo lei, quanto pesa questo fattore sul loro disagio psicologico?
Ci sono molti studi nell’ambito della psicologia della salute che evidenziano come il benessere del singolo sia il prodotto di tante circostanze, comprese il sentirsi coerenti e in sintonia con il sistema sociale in cui si vive. Avvertire una distanza da chi ci governa, un distacco e una dissonanza rispetto ad esempio all’attenzione a tutti i temi sul clima, al futuro del pianeta, incide anche sulla salute mentale, su questo non c’è dubbio. Immaginiamo quindi i giovani come si possano sentire, sentendosi così poco rappresentati.
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link