un omaggio a Frank Lloyd Wright ai piedi delle Pale di San Martino – LaVocedelNordEst

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La “Iconic Houses Foundation” e il magazine “Living” del Corriere della Sera hanno incluso “Villa Morassutti”  a San Martino di Castrozza in Trentino, fra le case dei “grandi maestri” del Novecento, lontane dai circuiti convenzionali e dalle rotte del turismo di massa, che meritano di essere visitate nel 2025

[ Villa Morassutti a San Martino di Castrozza (Tn) – © Eredi Morassutti ]

 

di GianAngelo Pistoia

NordEst – Le case degli architetti del XX secolo e le case museo moderne formano una categoria unica di siti aperti al pubblico. Mentre gli edifici sono ubicati in tutto il mondo, le questioni professionali che riguardano la gestione dei siti sono più o meno le stesse. Iniziative di ricerca e cooperazione con università e team di esperti, questioni di restauro in generale, flussi di pubblico, cura delle collezioni e strategie espositive, nonché programmi di mostre temporanee rappresentano alcune delle questioni di reciproco interesse. Nel 2012 un gruppo di musei di case moderne ha avviato la rete “Iconic Houses”. L’obiettivo della rete è di fornire una piattaforma per la discussione fra professionisti e siti da ogni angolo del mondo: condividere non solo le “best practice”, ma anche incoraggiarsi a vicenda a sviluppare nuove attività nonché la creazione di fruttuose partnership tra organizzazioni piccole e grandi.

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[ © Iconic Houses Foundation ]

Il primo passo è stata l’attivazione del sito web con quasi 200 “Iconic Houses” aperte al pubblico. Nel 2016 è stata costituita l’“Iconic Houses Foundation” registrata come organizzazione di pubblica utilità presso l’amministrazione fiscale e doganale olandese. Fra i 200 capolavori architettonici del XX secolo sparsi nel mondo e censiti da “Iconic Houses” figura anche l’italiana Villa Morassutti ubicata a San Martino di Castrozza in Trentino.

20 case-museo da visitare per “Living”
La giornalista Maria Chiara Virgili lo scorso 7 febbraio su “Living” – magazine di interiors, design e lifestyle del “Corriere della Sera” – ha consigliato nel 2025 di visitare 20 case d’autore e case museo straordinarie e poco note in Italia e in Europa, lontane dai circuiti turistici convenzionali, perché «mentre le capitali europee e i templi dell’architettura moderna sono assediati dal turismo di massa, esistono luoghi straordinari, meno noti o sottovalutati, che custodiscono storie altrettanto preziose e autentiche, offrendo un’alternativa a chi cerca esperienze di visita più intime.

[ Copertine di “Living” magazine del Corriere della Sera – © Cairo ]

In un panorama globale sempre più affollato, l’“undertourism” è la risposta: un modo di viaggiare sostenibile e responsabile che valorizza il patrimonio diffuso e contribuisce alla tutela di edifici, musei e dimore di grande valore culturale, spesso ingiustamente trascurati. Si tratta di luoghi che, pur avendo lasciato un segno nella storia dell’architettura, dell’arte e del design, restano fuori dalle rotte più battute, e dove i visitatori possono immergersi nel genio creativo di alcuni dei più grandi maestri del Novecento. Dai riferimenti simbolici occulti legati agli antichi Egizi del Museo Casa Mollino a Torino, a quelli esoterici della Casina delle Civette a Roma, sino alle atmosfere oniriche della Casa Museo Salvador Dalí a Port Ligat, ogni meta invita a rallentare, a cogliere i dettagli e a comprendere a fondo la natura degli spazi, insieme alla visione e alla personalità di chi li ha progettati e vissuti».

[ Casa Museo Salvador Dalí a Port Ligat (Spagna) – © CGE (Wikipedia – CC BY-SA 3.0) ]

Pure in questo elenco è inclusa Villa Morassutti con questa motivazione: «tornata a splendere dopo un accurato restauro conservativo la villa riapre le porte agli appassionati di architettura e agli amanti della montagna, offrendo la possibilità di soggiornarvi e accogliendo le iniziative dell’“Associazione Culturale Bruno Morassutti Project».

Villa Morassutti
Forse incuriositi da queste news e ottime recensioni, alcuni lettori vorranno saperne di più su Villa Morassutti. «L’architetto Bruno Morassutti, innamorato di San Martino di Castrozza, nel 1956 riuscì a trovare un luogo incantevole per edificare la sua villa: in pieno centro, a pochi passi dalla chiesa e dalla piazza principale, e tuttavia immersa nel verde dei boschi e dei prati che circondano il paese.

[ Villa Morassutti a San Martino di Castrozza (Tn) – © Eredi Morassutti ]

Nel progettare questa residenza per la propria famiglia, quindi libero dai vincoli di un committente, l’architetto Morassutti poté mettere pienamente in pratica l’esperienza acquisita durante un importante periodo di formazione post-universitaria presso lo studio-scuola di Frank Lloyd Wright a Taliesin (USA). Realizzò questa casa quasi in omaggio al maestro, adottando caratteristiche morfologiche modulari e tecnologiche ricavate dal modello delle “Usonian Houses”.

[ Frank Lloyd Wright nel suo studio “Taliesin Spring Green” – Wisconsin (USA) – © AP Photo ]

La casa reinterpreta sia le abitazioni della tradizione montana del luogo (per materiali e finiture in particolare), ma nell’impostazione planimetrica reinterpreta anche la tradizionale casa “alla veneta” con grande spazio centrale passante con funzione di soggiorno e disimpegno, rappresentato dall’ampio e articolato “living” polifunzionale, cuore dell’abitazione sia da un punto di vista funzionale, sia estetico e simbolico. L’impostazione della casa, ma anche alcuni dettagli, evidenziano comunque il riferimento sia ad alcune realizzazioni di Frank Lloyd Wright ma anche a certi interni di matrice giapponese. La casa, inoltre, nella sua organizzazione planimetrico-distributiva, supera il tradizionale concetto di alloggio moderno, di matrice europea, basato soprattutto sulla giustapposizione fra “zona giorno” e “zona notte” e guarda a modelli più avanzati nella relazione fra i diversi spazi, fattore che la rende innovativa per l’epoca ma anche particolarmente contemporanea.

Costruita su un basamento in muratura di pietre locali, la villa ha la restante parte superiore costituita essenzialmente da pannelli modulari prefabbricati che si alternano a grandi vetrate. Il tetto è supportato da una serie di colonne in legno, ben visibili sia lungo il perimetro esterno che all’interno; esse sono staccate dal basamento in pietra mediante un perno metallico, ma sono anche staccate dalle pareti perimetrali che possono così “correre liberamente” dietro a loro dando un piacevole senso di ritmo e leggerezza.

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[ Villa Morassutti a San Martino di Castrozza (Tn) – © Eredi Morassutti ]

Lo schema rigorosamente quadrato della pianta è attraversato dalla grande sala di soggiorno, che si sviluppa a diversi livelli delimitati da bassi muretti in pietra che altro non sono se non i prolungamenti dei muri esterni di base. Attorno a questa ampia sala centrale sono disposte le camere da letto, la cucina e la sala da pranzo. La villa ha undici posti letto, un soggiorno molto grande con un caratteristico caminetto con focolare posto al centro, tre bagni, una terrazza dalla quale è possibile ammirare lo splendido panorama delle Pale di San Martino».

Restauro conservativo di Villa Morassutti
Tra il 2022 e il 2024 l’edificio è stato oggetto di importanti lavori di restauro conservativo progettati e diretti dall’architetto Nicola Agazzi dello Studio Agazzi di Bergamo, ultimo collaboratore di Bruno Morassutti, e dall’architetto Gerolamo Ferrario di Merate insieme a un gruppo di professionisti e collaboratori del Primiero: Cristina Bancher e Matteo Melotti, ingegneri dello studio Monplan e Mauro Gobber dello Studio tecnico Gobber. Spiega l’architetto Nicola Agazzi: «Le opere conservative progettate costituiscono un intervento organico ed attento volto a tutelare la semplicità architettonica, rispettandone l’essenza estetica originaria, la logica costruttiva, così chiara e distinta, la materia e la sua storicità. La villa è un’importante opera moderna progettata e costruita con chiari riferimenti all’architettura di Frank Lloyd Wright in America e a suggestioni molteplici: dall’architettura spontanea locale, che genera i propri spazi attorno al focolare, alla tradizione giapponese.

[ Villa Morassutti a San Martino di Castrozza (Tn) – © Eredi Morassutti ]

Il vero intervento innovativo ha riguardato l’adeguamento impiantistico e tecnologico, che ha migliorato le prestazioni energetiche in un’ottica green grazie anche alla scelta del teleriscaldamento e di materiali e sistemi isolanti all’avanguardia ed ecologici, migliorando così tutti i livelli di comfort ambientale e offrendo anche nuovi servizi tra i quali una sauna al piano terra perfettamente integrata nel pieno rispetto della struttura originaria, dei suoi spazi e della storia dell’edificio, che si apre ora alla ricettività turistica e culturale. Un’opera che caratterizza San Martino di Castrozza e che da subito occupò le pagine delle più illustri riviste di architettura per la sua bellezza e originalità nell’organizzazione degli spazi interni.

La casa – chiosa Nicola Agazzi – è costruita in legno con una copertura a padiglione sostenuta da pilastri che si elevano su un massiccio basamento in pietra. I divisori interni, che sono armadi rivestiti in tessuto rosso, delineano lo spazio centrale conviviale destinato al focolare e separano da esso tutti gli spazi destinati alle camere, la cucina e la sala da pranzo. Le pareti perimetrali esterne, edificate con pannelli in legno bianco riquadrati da sottili telai in legno, delineano lo stile inconfondibile e unico della villa, richiamando alla memoria le linee pure delle pannellature di tamponamento di Villa Katsura in Giappone.

[ Villa Morassutti a San Martino di Castrozza (Tn) – © Eredi Morassutti ]

Ampie finestre, intercalate con metrica elegante alle pannellature in legno, aprono e ritmano scorci sul paesaggio circostante e le montagne. Lo spazio del soggiorno si apre sia a est che a ovest con un sistema di porte finestre a tutta altezza che lo collegano direttamente alla terrazza da un lato e al giardino dall’altro, interconnettendo in un continuum spaziale il dentro con il fuori. Un ambiente accogliente e raffinato, al cospetto delle Pale di San Martino, dove assaporare in compagnia il piacere del bello creato dall’uomo e dalla natura».

Chi era Bruno Morassutti
Nato nel 1920 a Padova, dopo gli studi classici si iscrisse alla facoltà di Architettura dell’Istituto Universitario di Venezia (IUAV), dove si laureò nel 1946. Il numero di laureati in quell’anno fu inferiore a dieci, e diversi di loro sarebbero poi divenuti famosi: ad esempio Marcello D’Olivo, Edoardo Gellner e Angelo Masieri. Con un numero così esiguo di studenti, grazie anche alla grande apertura mentale e disponibilità di Giuseppe Samonà – eletto Direttore proprio in quegli anni – l’affiatamento degli allievi con docenti e assistenti era ottimo. Nonostante questa preparazione eccellente, il giovane architetto Bruno Morassutti si sentiva impreparato per affrontare la professione. Scrisse quindi a uno dei maestri del movimento moderno: Frank Lloyd Wright, che aveva aperto uno studio-scuola a Taliesin, nel Wisconsin. Lì, alla guida del grande maestro, gli allievi disegnavano e lavoravano, vivendo in una sorta di comunità. Nella primavera del 1949 Bruno Morassutti si trasferì negli Stati Uniti lavorando e studiando a Taliesin Est (Wisconsin) nel periodo estivo, e a Taliesin West (Arizona) in quello invernale. Ebbe così l’occasione, disse in seguito, di «apprendere e sperimentare quanto era mancato alla mia formazione universitaria».

[ Morassutti e Wright: allievo e maestro – © architetti.san.beniculturali.it // F.L. Wright Foundation ]

Al rientro in Italia, nel 1951, dopo un periodo dedicato all’illustrazione e divulgazione dell’opera di Frank Lloyd Wright, realizzò alcune ville e case familiari. Dal 1954 al 1960 si associò con l’architetto Angelo Mangiarotti; insieme svolsero un’ampia attività nei settori dell’urbanistica, dell’edilizia residenziale-industriale e nel design per la produzione. Tra i lavori di questo periodo, oltre a numerosi oggetti d’arredamento e d’uso corrente sono emblematici un magazzino per materiali metallici a Padova, la “Chiesa di Vetro” di Baranzate (Mi), il condominio di via Quadronno 24 a Milano dove poi ebbe luogo il suo nuovo studio professionale.

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Negli anni successivi, operando da solo e in associazione con gli architetti Gussoni-Memoli-Benevento, ebbe occasione di lavorare su temi innovativi, di sviluppare ingegnosi sistemi prefabbricati e di realizzare alcune opere che ebbero notevoli riconoscimenti sia in Italia che all’estero: ad esempio il condominio residenziale “Fontanelle” a San Martino di Castrozza, il Centro Didattico IBM di Novedrate nelle vicinanze di Como, il quartiere di edilizia economico-popolare di Castelnuovo di Conza, paese fortemente colpito dal terremoto d’Irpinia del 1980, e altri ancora. Continuò a lavorare con l’entusiasmo e la creatività di sempre fino alla morte, che lo colse improvvisamente nel settembre 2008.

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