L’intelligenza artificiale avanza anche nel turismo


OpenAi lo ha presentato tre settimane fa. Operator, il nuovo agente IA, è in grado di navigare sul web ed eseguire attività in autonomia. «A breve sarà in grado di organizzare tutto», ha commentato Eleonora Lorenzini, direttrice dell’Osservatorio Travel Innovation del Politecnico di Milano. Viaggi e vacanze compresi. Certo, dietro un’operazione come quella di OpenAI «ci sono investimenti da capogiro da parte di grandi fondi», ha spiegato Lorenzini.

Anche gli operatori turistici italiani stanno cominciando a interrogarsi sulle opportunità dell’intelligenza artificiale e a utilizzare alcuni degli strumenti che questa tecnologia mette a disposizione. Mostrando interesse anche per gli investimenti.

Solo l’1% delle strutture ricettive sfrutta l’IA in modo completo 

Secondo una ricerca dell’Osservatorio Travel Innovation, le agenzie di viaggio adottano l’intelligenza artificiale in misura maggiore rispetto agli operatori del settore dell’ospitalità: solo l’1% delle strutture ricettive sfrutta l’IA in modo completo, mentre il 12% ha avviato sperimentazioni, contro il 6% e il 29%, rispettivamente, delle agenzie di viaggio. «Già ora, metà delle agenzie che hanno adottato strumenti di IA e che hanno una sperimentazione in atto utilizza strumenti a pagamento e sta quindi investendo», ha spiegato Lorenzini.

Gestione delle trasferte aziendali, un aiuto dall’IA

L’IA offre vantaggi anche nella gestione delle trasferte aziendali. Il 18% dei travel manager italiani dispone di strumenti per l’elaborazione dei dati, ma anche per attività direttamente legate al viaggio, come l’analisi delle tariffe per attivare meccanismi di ri-prenotazione automatica, l’elaborazione delle note spese e l’organizzazione delle trasferte.

Chatbot e assistenti virtuali per gli ospiti degli hotel 

Ma sono soprattutto i viaggiatori a utilizzare gli strumenti di intelligenza artificiale generativa, principalmente nelle fasi di ispirazione e ricerca, ma anche «nelle strutture ricettive: quanto più un utente trova soluzioni che gli facilitano la vita, tanto più sarà motivato a usarle», ha continuato Lorenzini.

Chatbot e assistenti virtuali possono fornire supporto in tempo reale ai clienti nelle strutture ricettive, per esempio per il cambio degli asciugamani o per segnalare guasti o malfunzionamenti, e al tempo stesso consentono al personale di concentrarsi su situazioni più complesse, migliorando l’esperienza complessiva del cliente ed efficientando i processi. «Oltre a facilitare la vita all’utente, l’IA può intervenire sui processi operativi per snellire le procedure», ha sottolineato Lorenzini.

Assistenza per i sovraindebitati

Saldo e stralcio

 

Robot per il room service o per servire ai tavoli 

Anche la robotica sta prendendo piede in settori come l’hôtellerie e la ristorazione di lusso. Le applicazioni più comuni riguardano le pulizie, il room service, il servizio concierge e l’assistenza ai clienti. Per esempio Dinerbot T5, robot di Keenon Robotics, è in grado di prendere ordinazioni e servire ai tavoli di un ristorante ma anche di fornire informazioni a viaggiatori e turisti in aeroporti e stazioni: può infatti parlare in 15 lingue differenti.

La sfida è bilanciare automazione e interazione umana 

L’adozione dell’IA nel settore turistico potrebbe dunque ridurre i costi operativi delle aziende, consentendo al contempo di riallocare le risorse umane in ruoli strategici o di interazione diretta con i clienti. E proprio questo è uno dei punti cruciali: ovvero come bilanciare automazione e interazione umana. Un tema affrontato nella scorsa edizione di Bto, Be Travel Onlife, la fiera che, a Firenze, indaga su come la tecnologia impatta sul modo di viaggiare.

Se infatti l’IA, il cui mercato globale nel settore turistico dovrebbe raggiungere i 5,2 miliardi di dollari (circa 5 miliardi di euro) entro il 2030, con una crescita media annua del 16,3% (fonte: Grand View Research), può migliorare la qualità dell’assistenza, ridurre i costi e permettere una personalizzazione avanzata delle offerte, il rischio è quello di creare esperienze impersonali.

Focus sui dati, in attesa di Deploytour

Per gli operatori del settore, sarà dunque importante «tenere gli occhi aperti e chiedersi come rivedere i processi e le attività», ha concluso Lorenzini. E soprattutto avere ben presente che uno degli elementi chiave per garantire lo sviluppo e l’innovazione del settore sono i dati. Che devono essere sicuri e in grado di alimentare le nuove tecnologie digitali, tra cui l’intelligenza artificiale. In attesa di Deploytour, il progetto, partito lo scorso ottobre e finanziato dalla Commissione europea, che mira a creare uno spazio comune europeo per i dati del comparto, attraverso un’infrastruttura innovativa e sicura.

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