Alessandra Zeppieri apre la competizione a sinistra e il Pd resta nella ZTL



Si chiude una intensa settimana di politica ad Albano, fatta di incontri molto partecipati, dal significato che va oltre i confini cittadini, coinvolgendo profilo e perimetro di un centrosinistra in evoluzione.

Il Movimento Cinque Stelle che cerca faticosamente di radicarsi sui territori, dandosi un profilo riconoscibile oltre le narrazioni di Conte e Casalino, il Partito Democratico che vede per la prima volta messo in discussione il suo ruolo egemone nell’area, ed una sinistra, ancora in forma di galassia, tra movimenti, associazioni e comitati, che tuttavia potrebbe trovare nel sodalizio di Bonelli e Fratoianni un soggetto suficentemente solido da un punto di vista elettorale per coagulare i mille rivoli di un consenso ancora non del tutto incanalato.

L’Alleanza Verdi e Sinistra infatti potrebbe colmare lo spazio che una volta è stato di Rifondazione Comunista e di Fausto Bertinotti, con prospettive di crescita e competitività nel suo campo superiori, per vari motivi. Primo tra tutti la scomparsa dell’aggettivo comunista, almeno da nome e simbolo, per non parlare delle spinte sempre più identitarie della politica odierna, che premiano le proposte e le leadership forti.

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Proprio sul piano della leadership Alessandra Zeppieri, dopo l’elezione a sorpresa in Consiglio Regionale di due anni fa, rappresenta un inedito, perché mostra di avere le premesse per incarnare le qualità di una leader di un mondo che mai ne ha avuto davvero uno, soprattutto a livello locale, dove era solito affidarsi più a figure da centro sociale che a profili istituzionali.

Lo ha capito talmente bene il Partito Democratico da promuovere in pochi giorni una contromanifestazione per ribadire il suo primato sul territorio. Ma se da un punto di vista numerico la partita è finita in pareggio, con entrambi gli eventi soldout, sul versante politico il Pd dovrà riflettere molto bene, perché a dispetto dei proclami copiati e incollati sui social dai suoi esponenti locali, l’appuntamento dell’11 febbraio ha mostrato tutte le fragilità di un partito in affanno quando si parla di contenuti, non a caso pressochè assenti nel dibattito tra i leader regionali dei dem e dei loro satelliti.

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Se infatti il titolo prometteva una “Primavera dei Comuni”, a parte le invettive contro le “sorelle Meloni e la loro “ingordigia di nomine”, come se il Pd stesse a dieta sul punto, gli improperi contro gli elettori del centrodestra definiti “gretti” e fautori di una società “cattiva”, gentaccia insomma, e l’agitare lo spettro di Trump, il tutto accompagnato in sottofondo dal mantra dell’unità in funzione di training autogeno, non c’era traccia di una proposta concreta su cui mobilitare gli elettori. Non sono bastati neppure i continui richiami ai problemi del “centro storico”  che il volenteroso moderatore Peduzzi cercava ostinatamente di inserire nel dibattito per smuovere gli animi. Non solo si continuano a cancellare le frazioni e le periferie  dall’agenda del Pd, ma neppure le ZTL scaldano più i cuori come un tempo.

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In sala c’erano tanti sindaci, ma nessuno ha pensato di farli salire sul palco per raccontare le loro esperienze, evidentemente dovevano assolvere l’oneroso ruolo di riempiposto in platea, perché era quello l’obiettivo della manifestazione, rispondere con la forza dei numeri a chi da sinistra pare essersi stancato di fare l’ascaro e vorrebbe iniziare ad interrogarli sui temi.

Ed è sui temi che chi come noi ha assistito ad entrambi gli appuntamenti che ha potuto verificare quanto sia profonda e verticale la spaccatura tra Pd e sinistra. “Siamo due cose diverse” ci sussurrava qualche militante Pd, ed è vero più che mai.

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Le questioni ambientali scelte dalla Zeppieri, in modo non estemporaneo, dato che su questo sta caratterizzando la sua azione alla Pisana, sono la cartina tornasole di una contesa che arriva al Sindaco di Roma Gualtieri, principale imputato per chi avversa l’installazione dell’inceneritore a Santa Palomba o la costruzione del Porto Turistico di Fiumicino, toccando persino la possibile candidatura dell’attuale segretario regionale Pd Daniele Leodori alla presidenza della Regione Lazio tra tre anni.

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Se la sinistra oltre ad acquisire il pieno appoggio di AVS, avrà la capacità di coinvolgere organicamente il Movimento Cinque Stelle, che sull’inceneritore di Roma dice di aver fatto cadere il governo Draghi, si manterrà coerente fino in fondo rispetto al percorso ed ai principi evocati con forza ad Albano il 13 febbraio, per il Partito Democratico saranno dolori, perché oltre a perdere ancora la Pisana, rischierebbe seriamente di mettere in discussione anche la riconferma di Gualtieri in Campidoglio, sempre che la destra si dia una mossa nell’individuare un candidato credibile.

LE RICADUTE SUL COMUNE DI ALBANO:

Massimiliano Borelli è stato l’unico Primo Cittadino a cui è stato concesso di prendere la parola alla kermesse “democratica”, e lui ha svolto come sempre il compitino asegnatogli, da bravo scolaretto, condividendo le sue inquietudini sull’universo mondo, tenendosi bene alla larga dalle questioni attinenti la sua amministrazione: una prudenza comprensibile, dato che la sua giunta a primavera non si sa se ci arrivi. Di certo l’aver imposto di consumare uno scontro simile nella sua Albano da parte del suo partito non lo aiuta, figuriamoci se lui sia capace di ribellarsi, piuttosto è sale sulle ferite di una compagine sfibrata di suo, che ha visto così deflagrare le sue contraddizioni.

All’evento del Pd infatti c’era solo il Pd, sia perché le sigle rappresentate dai consiglieri regionali invitati sul palco, sul territorio sono praticamente inesistenti, sia perché quasi tutta la componente civica esclusa dai dem si è rifugiata dalla Zeppieri, esplicitando un dissenso che da queste pagine fummo facili profeti nell’anticipare.

E’ accaduto così che, mentre il Vice Sindaco Andreassi, insieme al suo leader regionale, favorevolissimo all’inceneritore, Alessio D’Amato, sedeva accanto a Leodori, la capogruppo di Viviamo Albano, lista facente capo proprio al Vice Sindaco, si faceva vedere alla manifestazione della Zeppieri. Stessa scelta per le due liste che hanno ufficializzato nelle scorse settimane l’appoggio esterno: Patto Civico e Noi Domani. Persino un esponente della lista di Borelli “Albano Bene Comune”, molto sensibile alle tematiche ambientaliste ha preferito la capogruppo del Polo Progressista alla Pisana. Con Borelli, oltre ai consiglieri Pd, erano schierati invece Enrica Cammarano, Simone Fazio, Gabriella Sergi e Giuseppe Trivelloni. Presente ad entrambi gli incontri, anche perché riveste un ruolo istituzionale come quello di Presidente del Consiglio Comunale, l’ex Sindaco e attuale consigliere metropolitano dem Nicola Marini.

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E’ finita che i fautori della conta si sono fatti contare, e la somma, smentendo per una volta il Principe De Curtis, non ha fatto il totale, ma ha mostrato soltanto una coalizione sfiduciata, da loro stessi prima ancora che dai cittadini. Un capolavoro dei dirigenti regionali e comunali del Pd e di chi pensa ancora che in politica basti il potere per affermarsi sui processi politici.

A questo punto, per non allungare l’agonia, è improcrastinabile che tutti i delusi e disillusi da una classe dirigente che ha fallito, stacchino la spina. Coraggio.





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