Specializzazione sostegno, il Collettivo Docenti di Sostegno Specializzati esprime una profonda preoccupazione per il crescente fenomeno della specializzazione sul sostegno ottenuta all’estero, un trend che sta trasformando la formazione dei docenti in un vero e proprio mercato redditizio.
I docenti di sostegno specializzati in Italia preoccupati per la proliferazione dei titoli esteri
Negli ultimi anni, diverse agenzie formative hanno iniziato a proporre percorsi di specializzazione rivolti quasi esclusivamente a candidati italiani, pubblicizzandoli come una scorciatoia più semplice e veloce rispetto ai rigidi percorsi previsti in Italia. Questa pratica solleva interrogativi sulla qualità della formazione offerta e sul suo impatto sull’intero sistema scolastico nazionale. Molti enti che organizzano corsi di specializzazione all’estero vantano un presunto numero chiuso, per conferirgli un’apparenza di selettività. Tuttavia, sorgono alcune domande fondamentali:Su quali basi viene stabilito il limite di accesso?
Chi decide il numero di posti disponibili?
Esiste una reale selezione o si tratta solo di un espediente per aggirare la normativa italiana? In Italia, i posti per il TFA Sostegno (Tirocinio Formativo Attivo) vengono assegnati annualmente dal Ministero dell’Università e della Ricerca (MUR) secondo criteri oggettivi:
- Il fabbisogno delle scuole, per garantire un numero adeguato di docenti di sostegno.
- La capacità formativa delle università accreditate, che devono offrire docenti qualificati e percorsi con tirocini obbligatori.
- Le direttive ministeriali, per evitare un eccesso di specializzati rispetto alle possibilità di impiego.
Al contrario, il “numero chiuso” nei corsi esteri appare più come un semplice stratagemma commerciale che un vero criterio selettivo. Chi verifica realmente la trasparenza delle prove d’accesso? Esistono commissioni indipendenti, come in Italia, che valutano i candidati con criteri rigorosi? O si tratta di un sistema costruito per rilasciare titoli senza un vero filtro meritocratico?
Il rischio di un riconoscimento indiscriminato dei titoli esteri
Se questi titoli venissero riconosciuti senza rigorosi controlli di equipollenza, l’intero sistema scolastico italiano ne risentirebbe gravemente. La specializzazione sul sostegno in Italia è stata strutturata con un numero contingentato per garantire la qualità della formazione e rispondere al fabbisogno reale delle scuole.
L’introduzione di migliaia di docenti specializzati all’estero rischia di:
- Creare un sovraffollamento del settore, rendendo difficile l’inserimento dei docenti già in attesa di stabilizzazione.
- Aumentare la precarietà, con un effetto domino che penalizzerebbe anche chi ha seguito percorsi rigorosi in Italia.
- Abbassare la qualità della formazione, con ripercussioni negative sull’inclusione scolastica e sugli studenti con disabilità.
Ad oggi, centinaia di migliaia di docenti specializzati in Italia con il TFA sono ancora in attesa di un’occupazione stabile. Ha senso immettere nel sistema nuovi insegnanti formati attraverso percorsi poco trasparenti, mentre chi ha superato selezioni e seguito un iter rigoroso continua a vivere nell’incertezza? La proposta di una “sanatoria” per i titoli esteri, spiega il Collettivo Docenti di Sostegno Specializzati, si basa sull’idea di una semplice integrazione formativa per renderli equivalenti a quelli italiani. Ma il nostro modello di specializzazione, frutto di anni di esperienza nell’inclusione scolastica, può davvero essere equiparato con percorsi di qualità incerta?
Un appello per la tutela della qualità della formazione
Il Collettivo Docenti di Sostegno Specializzati chiede con forza che venga introdotto un sistema di verifica trasparente e rigoroso per impedire il riconoscimento di titoli ottenuti all’estero senza un reale controllo.
- La formazione dei docenti di sostegno non può diventare una questione di mercato.
- L’inclusione scolastica è un diritto degli studenti, non un’opportunità commerciale per enti privati.
- Il governo deve garantire la parità di trattamento tra chi si è specializzato in Italia e chi ha scelto strade alternative all’estero.
Il nostro impegno, conclude il Collettivo Docenti di Sostegno Specializzati. è rivolto a tutelare la dignità professionale degli insegnanti e la qualità dell’insegnamento per gli alunni con disabilità. È il momento di difendere il valore della formazione, prima che sia troppo tardi.
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