Principio di incendio nel carcere San Donato di Pescara: due detenuti in pronto soccorso per il fumo inalato. All’origine sarebbe una protesta scoppiata dopo l’ultimo suicidio
Rientrata definitivamente nel primo pomeriggio la protesta nel carcere san Donato di Pescara dove questa mattina presumibilmente in conseguenza del suicidio di un detenuto di origine egiziana, si è scatenata una rivota da parte di alcuni detenuti che hanno dato fuoco a delle
suppellettili causando un incendio che ha portato ad una intossicazione leggera di alcuni agenti della Polizia Penitenziaria. Una volta scattato l’allarme all’esterno del carcere è stato predisposto un servizio di controllo da parte di Polizia di Stato, Carabinieri, Guardia di Finanza e Polizia Locale per evitare eventuali evasioni. L’incendio è stato domato dai vigili del Fuoco. Presenti sul posto sanitari del 118 con diverse ambulanze. Dopo una trattativa nel primissimo pomeriggio è tornata la normalità. Una persona in mattinata era salita sul tetto del penitenziario prima di essere ricondotta alla ragione.
Per Aldo Di Giacomo, del Sindacato di Polizia Penitenziaria, si tratta quasi sempre di persone con una condanna non definitiva, inoltre si è abbassata l’età media di chi si toglie la vita in carcere.
“La maggior parte dei detenuti è lì per per reati lievi, si tratta di persone affette da alcoldipendenza, tossicodipendenza o malattia psichiatrica. Il sovraffollamento è un enorme problema che incide sulla qualità della vita” ha detto Di Giacomo.
Anche la UILPA Polizia Penitenziaria lamenta lo scarso interesse dell’amministrazione centrale e regionale ai problemi delle carceri abruzzesi, il cambio ai vertici del provveditorato del Lazio, Abruzzo e Molise non ha portato alcuna significativa novità se non la promessa, ribadita solo la settimana scorsa dal nuovo provveditore Giacinto Siciliano che Pescara e Teramo rientrano tra le priorità.
“Il suicidio di un giovane detenuto, che al momento aveva un fine pena previsto nel 2027 per reati contro il patrimonio, questa mattina ha innescato il caos, una protesta collettiva che con il passare del tempo si è via via ingigantita fino a rendere necessario l’invio di rinforzi dagli istituti vicini per far fronte alla crescente protesta che, si teme, possa ancora sfociare in una vera e propria rivolta, infatti al momento una sezione detentiva è inagibile (quella incendiata) ed altre due sezioni sono senza acqua e corrente elettrica, per un totale di circa 250 detenuti coinvolti nelle 3 sezioni.
La Casa Circondariale di Pescara ha capienza regolamentare di circa 270 posti e vede oggi presenti 445 detenuti, ovvero un sovraffollamento del 160% con un’altissima percentuale di psichiatrici e tossicodipendenti; se aggiungiamo che a fronte dei 138 agenti necessari, secondo una pianto organica che abbiamo sempre contestato, abbiamo solo 107 agenti con una carenza di 30 unità e questo SOLO nel ruolo degli agenti-assistenti è facile capire che non si trattava di capire “SE” ma solo “QUANDO” sarebbe accaduto. Questo è quello che succede – ha dichiarato Ruggero Di Giovanni, segretario regionale UILPA Polizia Penitenziaria – quando si prendono decisioni senza fare i conti con la realtà, non si può pensare di gestire un carcere, a fronte di un simile sovraffollamento carcerario, senza i necessari agenti di Polizia Penitenziaria; da tempo
lamentiamo i problemi degli agenti lasciati soli nelle sezioni detentive e senza il necessario supporto dalla catena di comando, anch’essa carente delle figure indispensabili per la corretta gestione dell’istituto, infatti a Pescara mancano anche Ispettori (-9), Sovrintendenti (-10) e Commissari (-2) che portano la carenza a circa -50 poliziotti.
Auspichiamo che con l’apertura dell’istituendo Provveditorato Regionale Abruzzo e Molise (dovrebbe ri-aprire entro la fine del 2025) si possa assistere quantomeno allo stop della transumanza di detenuti di “difficile gestione” che giornalmente ci vengono assegnati dalle carceri laziali ed una maggiore attenzione alle problematiche REALI degli istituti abruzzesi. Nel frattempo chiederemo al Provveditore Regionale (che nel frattempo è arrivato nel carcere di San Donato) come intervento immediato quello di ridurre il numero di detenuti presenti a Pescara così da rendere il carcere più gestibile da una pare e più vivibile dall’altra”.
https://www.rete8.it/cronaca/pescara-detenuto-di-40-anni-si-leva-la-vita-in-carcer
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