Ferrara, 17 febbraio 2025 – In via Modena sono appena passate le 2, l’ambulanza di Voghiera Soccorso si appresta a rispondere all’ennesima chiamata del turno di notte, che andrà avanti fino alle 7 del mattino. Una Volkswagen Polo, all’incrocio con via Padova, ha speronato una Mercedes. Ci sono quattro feriti che hanno bisogno di cure immediate. I due autisti-soccorritori però si accorgono subito che non sarà un intervento facile. La coppia a bordo della Polo è in evidente stato di alterazione.
Lei, che era alla guida, ha degli attacchi di panico e lui, 32enne di Comacchio, inveisce e minaccia di morte gli operatori sanitari, colpevoli, secondo il giovane, di non prestare le dovute attenzioni alla compagna. Dentro l’ambulanza succede di tutto: il 32enne prende per il bavero della divisa uno dei soccorritori, Alessio Chiericati, e lo spinge contro la parete del mezzo.
L’operatore perde l’equilibrio e finisce contro la struttura in metallo delle sedia dell’ambulanza. Il giovane ne approfitta per sferrare un pugno contro Chiericati, che fa in tempo a divincolarsi, cercando, al tempo stesso, di uscire dall’ambulanza. L’aggressore, non contento, cerca di chiudere il portellone che colpisce di striscio il sanitario. Ferito alla mano sinistra e alle dita, Chiericati riesce a mettersi in salvo. Intanto, agenti della polizia di stato, finanzieri e carabinieri riescono a bloccare l’aggressore. Quest’ultimo viene portato al pronto soccorso di Cona.
Qui, dopo le cure dei sanitari, viene arrestato dalla polizia di stato per l’aggressione all’autista-soccorritore e per resistenza a pubblico ufficiale. Una notte da incubo si è consumata nella notte tra sabato e domenica: Chiericati, dopo la radiografia alla mano e le cure del caso, è uscito dal pronto soccorso alle 4 del mattino con una prognosi di sette giorni. A testimoniare il raptus di follia del 32enne, oltre alle forze dell’ordine, gli amici dell’altra coppia a bordo della Mercedes, che era uscita per festeggiare l’anniversario di matrimonio, e, invece, si è trovata, suo malgrado, coinvolta in un incidente. Chiericati, stamattina, si recherà in Questura per raccontare la sua versione dei fatti.
“Sono riuscito a fuggire in tempo”
Quanto volte all’operatore di Voghiera Soccorso Alessio Chiericati è stato ripetuto dai colleghi più esperti che «il tuo primo compito è rassicurare». L’ossigeno, il defibrillatore, il collare, la barella, l’apparecchio per leggere le funzioni vitali, ma spesso, per i soccorritori che saltano sulle ambulanze e entrano nelle case degli altri, si infilano tra le lamiere degli incidenti, l’arma più importante è la carezza, la parola capace di allontanare le paure. Ma, anche quando pensi di essere preparato a tutto, ci sono situazioni che sfuggono ad ogni logica e anche un professionista come Chiericati fatica a trovare risposte e soluzioni. È lui stesso a raccontare la notte da incubo finita con l’aggressione ai suoi danni: “Ero alla guida dall’ambulanza e ci hanno chiamato per un incidente. Un intervento di routine, ma che ha avuto strascichi impensabili. Un passeggero, coinvolto nell’incidente, voleva ammazzarmi”.
Cosa è successo?
«La coppia che ha causato l’incidente era in evidente stato di alterazione. Lei aveva continui attacchi di panico e noi cercavamo di calmarla. Lui saliva e scendeva dall’ambulanza continuamente. Minacciava di morte il sottoscritto e il mio collega».
E poi?
«Rivolgeva le sue invettive anche nei confronti delle forze dell’ordine, poi all’interno dell’ambulanza, lui ha perso il controllo».
Qual è stato il motivo?
«Quando la sua ragazza ha avuto l’ennesimo attacco di panico, ho cercato con le parole di tranquillizzare entrambi, sempre con modi gentili, come mi hanno insegnato in questi casi».
E lui?
«Ha detto che non mi stavo occupando della sua ragazza come avrei dovuto e mi ha spintonato. Cadendo contro la parete interna dell’ambulanza, ho urtato anche la struttura di metallo di una sedia. Ma, purtroppo, non è tutto»
È riuscito a colpirla?
«Ha provato a sferrarmi un pugno in faccia, perché ha visto che avevo perso l’equilibrio. In qualche modo sono riuscito a divincolarmi e, per evitare altre botte, mi sono lanciato fuori dall’ambulanza. Anche la fuga non è stata facile: il giovane ha cercato di chiudere il portellone colpendomi al fianco»
Come sta ora?
«Ho la mano sinistra che mi fa male e dovrò stare fermo per sette giorni. Quanto è successo mi ha ferito di più nell’animo: ci vuole rispetto per chi come noi soccorre la gente»
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