A Yacine Hamza l’Africa non basta più: lo vedremo in Europa?


Terzo appuntamento dell’anno con Mondo Continental. In questa puntata: Tour d’Algérie, Campionati Asiatici e Yacine Hamza, da anni dominatore delle volate (e non solo) in Africa.

Le corse della settimana

Tour d’Algérie

I vincitori delle maglie del Tour d’Algérie © Tour d’Algérie Cyclisme

Tornato nel calendario UCI nel 2023 dopo cinque anni di assenza, il Tour d’Algérie, corsa a tappe della durata di dieci giorni, sta acquisendo sempre maggiore importanza. Quest’anno erano presenti al via quindici squadre: cinque Continental (la locale Madar, la cinese China Glory-Mentech, l’italiana Technipes #inEmiliaRomagna, la tedesca Storck-Metropol e la neerlandese Universe), quattro nazionali e sette formazioni dilettantistiche.

La gara si è aperta con una tappa adatta alle ruote veloci: la salita più impegnativa di giornata, infatti, era situata nei primi chilometri. Come da pronostico, il gruppo si è presentato compatto sul traguardo e il più rapido è stato il favorito Yacine Hamza (Madar), che si è messo alle spalle Mohamed Nadjib Assal (Mouloudia Club d’Alger) e Milkias Maekele (Nazionale Eritrea), vincitore del GP Sakiat Sidi Youcef, disputato il giorno precedente.

La seconda frazione era leggermente più impegnativa, con alcuni strappi nel finale di gara e gli ultimi chilometri non totalmente pianeggianti. Nonostante qualche difficoltà in più, la selezione è stata limitata ed è stata nuovamente volata: a imporsi è stato nuovamente Yacine Hamza. Alle spalle del leader della corsa si sono piazzati gli stessi corridori del giorno precedente, ma a posizioni invertite, con Milkias Maekele secondo davanti a Mohamed Nadjib Assal.

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La terza tappa non presentava grosse difficoltà altimetriche, ma gli ultimi chilometri tendevano costantemente a salire. Le pendenze erano, però, troppo poco accentuate per fare la differenza ed è stata ancora una volta volata: su un arrivo un po’ più difficile, Yacine Hamza si è dimostrato ancora più forte e si è messo dietro abbastanza agevolmente il solito Milkias Maekele e il kazako Yevgeniy Gidich (China Glory-Mentech).

La quarta frazione era totalmente priva di asperità e presentava, invece, un lungo tratto in discesa nella prima parte. Senza sorprese, il gruppo è arrivato compatto sul traguardo (solo tre degli ottanta corridori in gara hanno accusato un distacco) e Yacine Hamza ha fatto valere ancora una volta il proprio spunto. Milkias Maekele si è dovuto accontentare ancora una volta della seconda posizione, con Mohamed Nadjib Assal terzo.

La quinta tappa era un po’ più difficile delle precedenti, con un tratto in salita abbastanza lungo, non troppo lontano dal traguardo. C’è stata più selezione rispetto ai giorni precedenti, ma davanti sono rimasti comunque trentatré corridori: l’esito della volata è stato tutt’altro che sorprendente, con Yacine Hamza vincitore davanti a Milkias Maekele. Al terzo posto si è piazzato il tedesco Lucas Carstensen (Storck-Metropol), all’unico lampo in una corsa in cui non è riuscito a rendere come ci si aspettava. 

La sesta frazione presentava le principali difficoltà nella prima parte del percorso, mentre il finale, anche se non totalmente pianeggiante, non era sufficientemente impegnativo per fare selezione. La volata finale ha, però, regalato un colpo di scena: dopo cinque successi consecutivi, Yacine Hamza è stato battuto. A conquistare la vittoria è stato il suo principale rivale, Milkias Maekele. Il leader della corsa ha comunque centrato il secondo posto davanti a Yevgeniy Gidich.

La settima tappa prevedeva una salita all’inizio, ma poi si tendeva a scendere praticamente fino all’arrivo. La volata di gruppo era praticamente scontata e, infatti, tutti i corridori in gara hanno chiuso con lo stesso tempo. Dopo essere stato sconfitto il giorno precedente, Yacine Hamza è tornato a far valere la propria legge: Mohamed Nadjib Assal e Stan Dens (Team Flanders) si sono dovuti accontentare degli altri due gradini del podio.

L’ottava frazione aveva un percorso un po’ più nervoso, pur senza asperità troppo impegnative, ma l’ultimo chilometro era in salita, con pendenze non banali. È andata via una fuga di ventidue uomini, tre dei quali hanno fatto la differenza sull’erta finale: Mohamed Nadjib Assal, sempre in top10 nelle prime sette giornate, ha finalmente trovato il successo. Yacine Hamza ha difeso benissimo la maglia di leader, chiudendo secondo davanti al compagno di squadra Hamza Amari.

La nona tappa prevedeva una salita nei primi chilometri, ma dallo scollinamento in poi non c’erano difficoltà di rilievo. Cinque corridori (fra cui ben quattro Madar) hanno fatto la differenza sul gruppo e si sono giocati il successo in una volata che ha visto la formazione algerina sfruttare la superiorità numerica. Youcef Reguigui si è imposto davanti a Rutger Wouters (Team Flanders) e Hamza Amari. Non presente nel drappello di testa, Yacine Hamza ha ceduto la maglia di leader al compagno di squadra Amari.

L’ultima frazione era lunga appena 83 km e presentava molti strappetti lungo tutto il percorso. Nonostante un profilo con pochissima pianura, non c’è stata assolutamente selezione e tutto si è deciso con una volata di gruppo. Yacine Hamza ha completato in bellezza una corsa straordinaria, imponendosi per la settima volta. Alle sue spalle si sono piazzati Yevgeniy Gidich e Milkias Maekele.

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Hamza Amari ha conquistato il successo finale con 11” di margine su Rutger Wouters e 17” su Youcef Reguigui, vincitore della maglia degli scalatori. Con sette vittorie di tappa, Yacine Hamza, quarto nella generale, ha ovviamente vinto la classifica a punti, mentre Oussama Abdellah Mimouni (Algeria Development) è stato il miglior giovane della corsa. Anche un italiano, Luca Bagnara (Technipes #inEmiliaRomagna), è salito sul podio finale: a lui è andato il titolo della combattività. La Madar, infine, si è aggiudicata la graduatoria a squadre.

Campionati Asiatici

I primi cinque della cronometro dei Campionati Asiatici posano sul podio
I primi cinque della cronometro dei Campionati Asiatici posano sul podio © Thailand Cycling Association

Nella provincia di Phitsanulok, in Thailandia sono andati in scena i Campionati Asiatici di ciclismo su strada, con tanti paesi che sono riusciti ad andare a medaglia.

La corsa che dato il via alle ostilità è stata la staffetta mista e si è subito partiti nel segno del Kazakistan, grazie a un terzetto maschile di altissimo livello, composto dai corridori della XDS Astana Yevgeniy Fedorov e Anton Kuzmin e dal trentottenne Dmitriy Gruzdev, attualmente senza squadra dopo tredici anni nel WorldTour. Il Giappone, che poteva contare su Yukiya Arashiro (Solution Tech-Vini Fantini), Koki Kamada e Yuma Koishi (entrambi JCL Team Ukyo) è arrivato a 14”. Al terzo posto, con un ritardo di appena 19”, ha chiuso Hong Kong, che schierava Vincent Lau Wan Yau (Roojai Insurance) e il duo della HKSI composto da Pak Hang Ng e Ching Yin Mow

È stato poi il turno delle cronometro individuali, con la prova under 23 che ha regalato una grande sorpresa. Il kazako Andrey Remkhe, vincitore nel 2023 e argento lo scorso anno, ha clamorosamente mancato il podio, fermandosi al quarto posto, a 1” dalla medaglia di bronzo. Il titolo è andato all’emiratino Mohammad Almutaiwei (UAE Team Emirates Gen Z), che ha battuto di 50” l’indonesiano Muhammad Andy Royan e di 55” il giapponese Koki Kamada

Dominio kazako nella prova élite, in cui Yevgeniy Fedorov ha conquistato il quarto titolo consecutivo, superando di 1’13” il connazionale Dmitriy Gruzdev, che ha replicato l’argento dello scorso anno. Il taiwanese Feng Chun Kai (Utsunomiya Blitzen) ha completato il podio a 2’02”, relegando al quarto posto (a 2’38”) il giapponese Yukiya Arashiro, bronzo nel 2024. Quinto posto a 3’07” per il corridore di casa Peerapol Chawchiangkwang (Thailand Continental), mentre l’altro professionista in gara, il mongolo Jambaljamts Sainbayar (Burgos Burpellet BH) non è andato oltre il settimo posto, a 3’32”.

La prova in linea under 23 è stata dominata dal giapponese Koki Kamada, che ha staccato nel finale il compagno di fuga Temulen Khadbaatar e ha tagliato il traguardo in solitaria. Il mongolo ha comunque salvato la medaglia d’argento, terminando a 41” dal vincitore, mentre il cinese Fu Enqi ha completato il podio, con un ritardo di 1’23”.

La Cina ha conquistato uno storico successo nella gara in linea élite: l’artefice del trionfo non poteva essere che Lyu Xianjing (China Glory-Mentech), già argento nel 2019 e nel 2024. Il ventisettenne è stato il più forte sulla salita finale e ha staccato tutti: l’idolo di casa Peerapol Chawchiangkwang ha centrato un insperato secondo posto (a 34”) davanti a Jambaljamts Sainbayar, staccato di 36”. Il Giappone si è fermato ai piedi del podio con Yuma Koishi e Masaki Yamamoto (JCL Team Ukyo), finiti rispettivamente a 48” e 1’12”. Enorme delusione per il Kazakistan, che non è andato oltre il sesto posto (a 1’18”) di Anton Kuzmin.

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Le Continental tra i big

Yanne Dorenbos e Vincent Hoppezak (Parkhotel Valkenburg) festeggiano il titolo europeo della madison
Yanne Dorenbos e Vincent Hoppezak (Parkhotel Valkenburg) festeggiano il titolo europeo della madison © Team NL Wielersport

Le quattro Continental francesi “storiche” hanno preso parte al Tour de la Provence. La St.Michel-Preference Home ha centrato il miglior risultato in classifica generale, grazie a Lucas Beneteau, quattordicesimo. Il miglior piazzamento di tappa, invece, è stato della Nice Métropole Côte d’Azur: nella concitata ultima tappa, Alexander Konijn si è piazzato in terza posizione. Nella stessa giornata anche la Van Rysel-Roubaix è arrivata in top ten, con il settimo posto di Valentin Tabellion.

La Illes Balears Arabay ha disputato le tre gare spagnole della settimana. Unica Continental al via della Clasica de Almeria, in cui ha piazzato Ricard Fitó al trentacinquesimo posto, e della Clásica Jaén Paraiso Interior, che ha visto Sergio Trueba chiudere ventisettesimo, la formazione spagnola è stata accompagnata dalla messicana Petrolike e dalla statunitense Project Echelon alla Vuelta Ciclista a la Región de Murcia, dove Jonathan Caicedo ha portato la Petrolike al ventesimo posto. In realtà i migliori corridori Continental nelle tre corse sono stati esponenti dei vivai WorldTour, in gara con la prima squadra: Adrià Pericas (UAE Team Emirates Gen Z) è stato nono a Murcia, il suo compagno di squadra Matthias Schwarzbacher quindicesimo a Jaén e Zeno Moonen (Wanty-Nippo) ventiquattresimo ad Almeria.

Le nove compagini di terza divisione con licenza portoghese hanno partecipato alla Figueira Champions Classic. Pur non riuscendo a rimanere nel primo gruppo, Tiago Antunes è stato il miglior rappresentante delle squadre locali al traguardo: il corridore della Efapel si è piazzato trentaquattresimo.

Diverse Continental hanno conquistato medaglie ai Campionati Europei di ciclismo su pista. La Parkhotel Valkenburg ne ha portate a casa diverse: Yanne Dorenbos e Vincent Hoppezak hanno vinto il titolo nella madison e hanno centrato un argento a testa (rispettivamente nella corsa a punti e nello scratch), mentre Philip Heijnen ha preso il bronzo nell’omnium. Niklas Larsen ha regalato alla BHS-PL Beton Bornholm l’argento nell’omnium e l’oro nell’inseguimento a squadre, in cui è stato protagonista anche Tobias Aagaard Hansen, alfiere della ColoQuick. Nella stessa specialità è arrivato un argento per la EF Education-Aevolo, con Noah Hobbs, mentre Roger Kluge ha portato alla REMBE|rad-net una medaglia dello stesso colore nella madison.

Anche in Oceania si sono disputati i campionati continentali su pista. La St.George ha fatto incetta di medaglie grazie a Tom Sexton, vincitore dell’inseguimento individuale, della madison e della corsa a punti e argento nell’inseguimento a squadre e nell’omnium, Declan Trezise, oro nell’inseguimento a squadre e bronzo nella madison, e Nick Kergozou, bronzo nello scratch. Ha raccolto un bel bottino anche la MitoQ-NZ Cycling Project, con Keegan Hornblow, vincitore dello scratch, argento nell’inseguimento individuale e bronzo in quello a squadre, nella corsa a punti e nel’eliminazione, e al duo d’argento nell’inseguimento a squadre composto da Ben Oliver e Marshall Erwood, con quest’ultimo anche secondo nell’eliminazione. Hanno conquistato medaglie anche la CCACHE x BODYWRAP, con Cameron Scott e Liam Walsh oro nell’inseguimento a squadre e James Moriarty e lo stesso Walsh di bronzo rispettivamente nell’inseguimento individuale e nella madison, e la Atom 6-Decca, con Blake Agnoletto vincitore dell’eliminazione, Oliver Bleddyn argento nella corsa a punti e bronzo nell’omnium e i due in coppia secondi nella madison.

Tra le squadre aggiunte dall’UCI al proprio database negli ultimi giorni c’è la Pío Rico, formazione boliviana rientrata nel mondo Continental dopo un anno di assenza. Gli uomini di punta saranno l’ex professionista colombiano Jorge Camilo Castiblanco e il ventiduenne José Manuel Aramayo (SwiftCarbon), tornato a casa dopo un anno in Brasile. Fra le novità della settimana anche la conferma della Malaysia Pro Cycling, che potrà contare ancora sul velocista Mohamad Izzat Hilmi Abdul Halil, unico a regalare un successo al suo team nel 2024, e su Akmal Hakim Zakaria, ma non su Mohamad Saari Amri Abd Rasim, il cui futuro non è ancora noto.

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Restano in gruppo nel 2025, seppur ridimensionate, anche la due Continental slovacche. Fra i quattordici uomini della Pierre Baguette ci sono ben undici volti nuovi: i più noti sono Jan Lukeš (Elkov-Kasper) e il duo composto da Pavol Rovder e Samuel Tuka, in arrivo da una Dukla Banska Bystrica che ha scelto di puntare forte sui giovani e di riportare in gruppo il trentasettenne Jozef Palčák, inattivo dal 2017. Non è ancora stato registrato dall’UCI, ma la Mazowsze Serce Polski ha messo a segno un colpo di mercato di altissimo livello: Jakub Mareczko (Corratec-Vini Fantini) sarà il nuovo sprinter di riferimento della compagine polacca, che nell’ultima sessione di mercato ha visto partire tutti i suoi uomini più veloci.

Il ritratto della settimana: Yacine Hamza

Yacine Hamza al via dei Giochi Olimpici di Parigi
Yacine Hamza al via dei Giochi Olimpici di Parigi © Yacine Hamza

Nelle ultime due stagioni Yacine Hamza è stato il corridore africano con più vittorie internazionali e può sembrare strano che, soprattutto dopo il 2023, anno in cui fu il terzo corridore al mondo per successi UCI, dopo Miguel Ángel López (poi squalificato) e Jasper Philipsen, l’algerino sia rimasto a correre in patria: in effetti, raccontò di aver avuto contatti con diverse squadre straniere, ma la trattativa più interessante, con la Nice Métropole Côte d’Azur, non si concretizzò. Nonostante la delusione, il ventisettenne si è dimostrato ancora molto motivato e ne ha beneficiato la Madar, con cui è sotto contratto dallo scorso anno.

È ragionevole pensare che nel 2025 sarà ancora una volta l’africano più vincente, dato che è partito fortissimo. Secondo solo a Dušan Rajović nella seconda tappa del Tour of Sharjah, il corridore della Madar era stato battuto un po’ a sorpresa da Milkias Maekele nel GP Sakiat Sidi Youcef, ma al Tour d’Algérie ha rimesso le cose a posto, imponendosi addirittura in sette occasioni. Se la sua squadra confermerà il livello mostrato nella corsa di casa, il bottino di vittorie potrà aumentare sensibilmente.

Nato in una famiglia ben radicata nel mondo del ciclismo (il padre e lo zio erano stati corridori importanti in Algeria), Yacine Hamza iniziò a pedalare a cinque anni e dopo tre disputò le sue prime gare. Al primo anno tra gli juniores era già nel giro della nazionale e prese parte alla Course de la Paix, prova di Coppa delle Nazioni, ritirandosi nella prima tappa. Nella stagione successiva si laureò campione arabo della categoria e fu convocato per i Campionati Africani.

Nel 2016, per la prima stagione tra gli under 23, firmò con una delle più importanti formazioni del suo paese, il Groupement Sportif des Petroliers Algerie. Prese parte a diverse corse dell’UCI Africa Tour, con il settimo posto finale (con un secondo di tappa e la maglia di miglior giovane) al Tour International de Constantine e il quinto al Criterium International de Setif come migliori risultati. A fine stagione partecipò alla prova in linea under 23 dei Campionati del Mondo. Attivo anche su pista, fu medaglia d’argento nella velocità a squadre ai Campionati Africani.

L’anno successivo l’algerino si laureò campione nazionale under 23 e vinse due tappe del Tour d’Algérie, all’epoca corsa non UCI. Nel calendario internazionale, invece, sfiorò il successo in una tappa del Tour du Rwanda. Disputò anche alcune gare dilettantistiche in Spagna con la maglia del Peloton Tenerife e fu nuovamente selezionato per la prova under 23 dei Campionati del Mondo. Su pista fu medaglia d’argento nell’omnium e bronzo nella velocità a squadre ai Campionati Arabi.

Nel 2018 ebbe la possibilità di fare il suo esordio a livello Continental, grazie al salto di categoria del Groupement Sportif des Petroliers Algerie. Conquistò le prime vittorie UCI, imponendosi in una tappa del GP International de la ville d’Alger, in una del Tour d’Algérie (in entrambe le corse si aggiudicò anche la maglia di miglior giovane) e in una del Tour Intenrational de la Wilaya d’Oran. Sfiorò anche il titolo algerino élite, ma dovette arrendersi al più esperto Youcef Reguigui, e chiuse al secondo posto anche la prova in linea dei Campionati Arabi.

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Nella stagione seguente vestì per tre mesi la maglia della VIB Sports senza brillare. Ottenne la sua unica vittoria internazionale, in occasione dell’ultima tappa del GP Chantal Biya, dopo aver lasciato la Continental bahreinita. Fu, inoltre, protagonista della trionfale spedizione dell’Algeria agli African Games: nella prova in linea, infatti, il paese nordafricano conquistò l’oro con Reguigui e il bronzo con Nassim Saidi, e Hamza completò il trionfo di squadra piazzandosi quinto. Con la nazionale si prese anche la medaglia d’argento nella gara dei Campionati Africani riservata agli under 23 e quella di bronzo ai Campionati Arabi. Al di fuori del calendario UCI vinse una corsa di un giorno in Spagna e una gara a tappe in Tunisia.

Nel 2020 partì benissimo, con due secondi posti di tappa a La Tropicale Amissa Bongo, in cui vestiva la maglia della nazionale: nel primo caso completò una splendida doppietta con il compagno di squadra Youcef Reguigui e nel secondo caso si arrese solo a un corridore del calibro di Biniam Girmay. In seguito fu terzo al GP Manavgat-Side, in Turchia (gareggiando sempre per l’Algeria). Lo scoppio della pandemia, però, bloccò il calendario e lui non ebbe più occasione di correre, non vestendo mai, quindi, la maglia del Groupement Sportif des Petroliers, che era tornato in possesso della licenza Continental.

Con la sua formazione che aveva nuovamente rinunciato alla licenza Continental, l’anno successivo l’algerino corse quasi sempre con la maglia della nazionale: vinse la sua prima corsa UCI fuori dall’Africa, imponendosi, in Turchia, in una tappa del Tour of Mevlana, si aggiudicò una frazione del Tour du Faso (in cui conquistò anche la classifica a punti) e si laureò campione arabo. Tornò a disputare i Campionati Africani su pista, dai quali tornò con la medaglia d’argento nell’inseguimento a squadre e i bronzi nella velocità a squadre e nel chilometro.

Nel 2022, sempre con la maglia della nazionale, disputò diverse gare in Turchia, imponendosi nel GP Tomarza e chiudendo al terzo posto il GP Develi. Con la formazione dilettantistica Dubai Police, invece, prese parte al Tour of Sharjah (in cui ottenne un quinto posto di tappa come miglior risultato) e disputò molte corse in Algeria (tutte esterne al calendario UCI), conquistando successi a ripetizione, grazie anche a una maggiore attenzione all’allenamento, che diede i suoi frutti nella stagione successiva.

Il 2023, infatti, fu l’anno della svolta: Hamza vinse ben diciotto corse internazionali. Conquistò una tappa al Tour of Sharjah, quattro al Tour d’Algérie, tre al Tour du Bénin, altrettante al Tour du Cameroun, due al Tour of Salalah, due più la classifica generale al GP Chantal Biya e la medaglia d’oro sia ai Campionati che ai Giochi Arabi. Vinse, inoltre, la graduatoria a punti ad Algérie, Cameroun, Salalah e Chantal Biya. Nella prova in linea dei Campionati Africani, invece, dovette accontentarsi dell’argento, alle spalle dell’unico professionista in gara, Henok Mulubrhan.

Lo scorso anno è tornato a livello Continental con la Madar e si è portato a casa otto corse: una frazione del Tour du Bénin, quattro del Tour d’Algérie, due del Tour de Salalah e una del GP Chantal Biya. Ha, inoltre, vinto la classifica a punti dell’Algérie e quella degli scalatori allo Chantal Biya. Oltre alle vittorie si è tolto la soddisfazione di arrivare secondo in una corsa UCI in Francia, il GP de la ville de Nogent-sur-Oise, e, soprattutto, quella di partecipare ai Giochi Olimpici di Parigi.

La Madar è un team molto ambizioso (ha intenzione di incrementare la propria attività internazionale) e Yacine Hamza dovrà dimostrare di essere all’altezza anche in contesti di maggiore spessore, dato che in Africa si è dimostrato fuori categoria: se ci riuscirà potrà davvero sognare il professionismo.

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