Chi avrebbe sospettato mai che il ministro della difesa Crosetto avesse qualche problema freudiano!
Eppure è così, e in una crisi catartica ha accolto con grande soddisfazione, personale, particolare, commosso e devoto, la proposta di Von der Leyen di scorporare le spese per armamenti dal Patto di Stabilità. In poche parole questo vuol dire che quelle spese non entreranno nel computo dei bilanci degli stati europei. Liberi tutti di spendere e di armarsi come si vuole, ma non crediate che le spese belliche le pagheranno i marziani. Faranno altro debito di stato. E come al solito, le pagheranno gli strati sociali che già oggi pagano tutto, pagano le tasse che borghesia e multinazionali evadono, mentre al contempo pagano il decadimento dei servizi sanitari, gli affitti, le bollette, l’inflazione.
Come al solito, la richiesta di aumentare gli investimenti per la “difesa” viene vantata come grande vittoria del governo Meloni. Ci siamo abituati a questo ritornello e siamo contenti che Crosetto si sia sbarazzato di quella che “…da anni è stata una mia vera ossessione”. Da bambino, quando già pesava cinquanta e più libbre, il ministro era appassionato di armi, ed è sempre cresciuto tra i modellini di Leonardo e Fincantieri, Oto Melara e Beretta, ma essendo di povere origini, non poteva comprare tutto. Oggi finalmente, grazie ad Ursula e a Giorgia, può fare ciò che vuole con i soldi dei lavoratori d’Italia.
Certo, non solo lui, non solo il governo Meloni. Infatti l’unica decisione presa a Parigi e anticipata a Monaco è stata la chiamata agli armamenti. Macron ha convocato una riunione informale tra solo alcune delle nazioni europee, ma ne è sortita la foto di un vertice di sbandati, ancora suonati dalle sberle appena rimediate da Usa e Russia, e definiti esplicitamente come nazioni inutili anche ai fini di una semplice consultazione. Il tutto alla presenza di Mark Rutte, segretario generale della Nato, al quale presentare una petizione per essere in qualche modo, in qualsiasi modo, considerati parti in causa nel conflitto che ora ha preso la direzione della trattativa per la spartizione dell’Ucraina, a chi i territori, a chi le risorse. E per la pace? Se ne parlerà alla prossima guerra.
Non è una sorpresa per noi, ma la segnaliamo ugualmente perché stavolta il PD di Schlein si è superato, e dopo l’omaggio a Mattarella per la sua sortita coerente con la risoluzione Ue che equipara nazismo e comunismo, ha lanciato la deputata Quartapelle (il nome dice quasi tutto) verso la conferenza di Monaco solo per chiedere la collaborazione tra maggioranza e opposizione (?) “…per costruire con urgenza una solida Europa della difesa”. Ecco l’epilogo dei guerrafondai 2.0 (qualcosa da dire ragazzi della Rete a pieno regime?).
Un’Europa a pezzi e in stracci, quella “giungla di nazionalismi” di cui sempre abbiamo detto. E, come se non bastasse, accusati del primato tra i guerrafondai. Cosa diranno quelli che incitavano l’Europa a non essere serva degli Usa, a non essere sottomessa ai voleri degli imperialisti d’oltre Oceano, a riscattarsi dal dominio amerikano e, casomai, a guardare ad Oriente? Accontentati. Ora sì che si guarderà fisso ad Oriente, alla Russia: ma dal mirino dei fucili.
Qui la dichiarazione di Crosetto – attenti a sottovalutare! Fanno sul serio. Insieme, maggioranza delle destre e opposizione di centro-sinistra.
Il Ministro della Difesa italiano, Guido Crosetto, elogia la decisione di Ursula Von der Leyen di adottare una clausola di salvaguardia per le spese della Difesa:
“Accolgo con particolare e personale, grande soddisfazione, l’annuncio della Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, in merito a quella che, da anni, è sempre stata una mia vera ossessione: la necessità di scorporare le spese della Difesa dal Patto di Stabilità che impone, alla UE, e da decenni, rigide regole e vincoli di bilancio per gli Stati che ne sono membri. Va esattamente in questa precisa direzione.
“La richiesta di avanzare nuove iniziative per il rafforzamento degli investimenti nella difesa, a partire dall’esclusione di queste spese dal Patto di Stabilità e Crescita, è una vittoria della ragione e della necessità, oltre che una grande vittoria politica e diplomatica dell’Italia e del governo Meloni. Sin dall’inizio del mio mandato ho sostenuto con forza questa sempre più impellente necessità: escludere dal Patto di Stabilità gli investimenti in Difesa e sicurezza ed impedire che tali finanziamenti possano intaccare o indebolire le sacrosante spese dei singoli Stati in salute, istruzione, welfare. Oggi, finalmente, la linea portata avanti dall’Italia si fa strada.
“L’Europa, mai come oggi, non può più permettersi di restare indietro: serve una difesa comune credibile, capace di proteggere i nostri cittadini e di garantire stabilità nel contesto geopolitico attuale. Ora è il momento di agire con determinazione e, anche, di far seguire, alle parole, i fatti. L’Italia, in linea con le scelte del Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e degli sforzi innovativi continui delle nostre Forze Armate, che mi onoro di governare, continuerà a lavorare con le istituzioni europee e con i suoi Stati membri, come anche con tutti i nostri alleati strategici, affinché questo impegno si traduca in strumenti finanziari concreti e in una strategia chiara.
“Il prossimo passo sarà la presentazione del Libro bianco della difesa dell’UE, un’occasione cruciale per delineare il futuro della nostra sicurezza collettiva. La Difesa italiana è pronta a fare la sua parte, con responsabilità e con la convinzione che una difesa più forte vuol dire avere un’Europa più sicura e autorevole, ma anche più salda nei suoi principi democratici e di benessere collettivo per i suoi cittadini, nel nostro continente come nel mondo”
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