Il gestito inverte la rotta e guarda a nuove sfide


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Il 2024 dell’industria termina con un patrimonio oltre i 2.500 miliardi euro e una raccolta netta di 33 miliardi. Nell’anno dominano gli obbligazionari e i fondi italiani, ma il futuro vedrà crescere i mercati privati. Dal ruolo della consulenza al consolidamento, ecco i prossimi driver di crescita secondo i protagonisti

Le difficoltà legate alla pandemia, alla guerra in Ucraina e alla stretta monetaria delle banche centrali sembrano un ricordo per il risparmio gestito italiano. L’industria ha infatti archiviato il 2024 con un patrimonio di 2.509 miliardi di euro, in netto aumento sia dai 2.463 miliardi registrati alla fine del terzo trimestre sia dai 2.338 dell’anno precedente.  È quanto emerge dall’ultima Mappa Trimestrale di Assogestioni, i cui dati definitivi segnalano anche una raccolta netta in crescita a 33 miliardi grazie a 25 miliardi di afflussi nel solo periodo ottobre-dicembre. Un cambio di passo che gli addetti ai lavori, intervenuti a ‘The Big Picture’ per commentare i dati ai microfoni di FR|Vision, hanno attribuito soprattutto alle ottime performance dei fondi obbligazionari. E tra le sfide per il futuro, emergono soprattutto consolidamento e mercati privati.

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Raccolta ed effetto mercati spingono il patrimonio
Alessandro Rota, direttore Ufficio Studi Assogestioni
Alessandro Rota, Direttore Ufficio Studi Assogestioni

Scendendo nel dettaglio della rilevazione, emerge come a registrare buoni risultati sia stato soprattutto il segmento a maggior partecipazione retail: quello dei fondi aperti. Con afflussi pari a 9,4 miliardi di euro nel periodo, la categoria ha proseguito l’inversione di tendenza registrata in corrispondenza del terzo trimestre (+7.387 miliardi) e ha così portato l’ammontare di capitali raccolti da inizio anno a 11,3 miliardi: un risultato che, come sottolineato dal Direttore dell’Ufficio Studi di Assogestioni Alessandro Rota, ha restituito un patrimonio di 1.254 miliardi (il 51% del totale) grazie anche un effetto mercato parti a circa 15 miliardi (+1,2%). Positive anche le gestioni di portafoglio, che da ottobre a dicembre hanno raccolto 11,2 miliardi grazie all’exploit di quelle assicurative o di altro tipo (+2,2 miliardi e +7,1 miliardi): il dato complessivo dei 12 mesi per questo tipo di prodotti raggiunge i 13,9 miliardi, per un patrimonio di oltre 1.141 miliardi. Le gestioni patrimoniali, dedicate alla clientela individuale upper-affluent e private, nel quarto trimestre hanno registrato afflussi per 960 milioni di euro. Il quadro si completa con il segmento dei mandati istituzionali, la cui raccolta complessiva è stata di oltre 10 milioni.

L’andamento dei fondi aperti

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Focus sui fondi aperti nel quarto trimestre 2024. Fonte: Mappa Trimestrale Assogestioni

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Fame di bond

Lo spaccato per categoria ha confermato i trend anticipati dai dati provvisori delle mappe mensili. “Il 2024 è stato l’anno dei fondi obbligazionari”, ha sottolineato Rota, precisando che nei dodici mesi la  categoria ha attratto capitali per oltre 50 miliardi di euro, con un picco di oltre 15 miliardi nel primo trimestre e 12 miliardi di afflussi nel periodo ottobre-dicembre. Si chiude invece in territorio negativo la coda d’anno di azionari e bilanciati, che hanno visto fuoriuscite per 5,6 e 2,2 miliardi, mentre i flessibili sono rimasti sostanzialmente invariati a 172 milioni di euro. Di segno positivo i flussi dei fondi chiusi, pari a 4,2 miliardi nel periodo, di cui 2,9 miliardi concentrati sui veicoli mobiliari e quindi in pmi non quotate.

Lo spaccato della raccolta

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Raccolta per categoria nel quarto trimestre 2024. Fonte: Mappa Trimestrale Assogestioni

Boom dei target fund italiani

Il quarto trimestre ha premiato anche i prodotti di diritto italiano, che hanno raccolto 5 miliardi di euro per effetto principalmente del lancio di fondi a scadenza di nuova generazione. Positivi anche i veicoli roundtrip, che hanno ricevuto capitali per 2,5 miliardi, e gli esteri puri (+2 miliardi). In merito all’andamento dell’intero anno, Rota ha spiegato come i  prodotti tricolore abbiano sempre performato bene, con successi in tutti i trimestri: “I dati negativi registrati dalle altre categorie nella prima parte dell’anno sono legati ai riscatti che hanno colpito i prodotti assicurativi e, in particolare, unit-linked di cui i fondi esteri spesso sono sottostanti”. A evidenziare un dato interessate, secondo il manager di Assogestioni, è infine la raccolta per canale distributivo: “Positivo e in crescita è l’apporto delle reti di consulenti finanziari”, ha precisato, “buona anche la performance degli sportelli bancari mentre resta volatile la raccolta dei clienti istituzionali”.

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Un’industria sana
Carlo Trabattoni, Presidente di Assogestioni
Carlo Trabattoni, Presidente di Assogestioni

Quanto alle prospettive per il 2025, i protagonisti del settore intervenuti a commento dei dati Assogestioni hanno convenuto che il punto di partenza per affrontare le tante sfide economiche e geopolitiche all’orizzonte consista proprio nei buoni risultati dell’anno appena passato. “La nostra industria si conferma sana”, ha detto il presidente di Assogestioni Carlo Trabattoni, “s riflesso di un Paese nel quale si risparmia e si ha un approccio verso il risparmio molto positivo”. Non solo. Per il numero uno dell’Associazione, il settore è cresciuto anche in Europa e questo testimonia come l’asset management rappresenti una leva competitiva per la Penisola perfino a livello internazionale. “Deteniamo un primato un po’ meno positivo”, ha però concluso Trabattoni, “molti risparmi rimangono ancora fermi sui conti correnti anziché venire impiegati in investimenti produttivi”.

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Edoardo Fontana Rava, irettore servizi di Investimento e Assicurativi di Banca Mediolanum
Edoardo Fontana Rava, direttore servizi di Investimento e Assicurativi di Banca Mediolanum

Edoardo Fontana Rava, direttore servizi di Investimento e Assicurativi di Banca Mediolanum, si è invece focalizzato soprattutto sul nuovo ruolo che l’advisory è chiamata ad assumersi per diventare motore di sviluppo del comparto in un periodo complesso come quello attuale. “Poiché è nei momenti in cui si muove il mercato che emergono le maggiori possibilità di crescita per i clienti”, ha detto, “è proprio in presenza di volatilità che la consulenza finanziaria riesce a esprimere al meglio il proprio potenziale”. Da qui anche l’idea che sia sempre più necessario per i professionisti del settore guidare i clienti tramite obiettivi anziché  con strategie di asset allocation. “Penso che la chiave nell’approccio strategico sia far lavorare i mercati e gestire l’emotività”, ha concluso, precisando che “la consulenza non è market timing ma è time in the market”. Un ragionamento la cui applicazione concreta risiede proprio nel boom dell’obbligazionario, che Fontana Rava non vede come fenomeno negativo purché sia alimentato in una logica di coerenza con una pianificazione di lungo periodo e con l’equilibrio del portafoglio.

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Valerio Napolitano, managing director e partner di Boston Consulting Group, ha infine posto l’accento su quelli che promettono di essere due dei trend dominanti dei prossimi anni nel mondo degli investimenti: il consolidamento tra case di gestione e la crescita dei mercati privati. “Le M&A nel mondo dell’asset e wealth management rispondono a una ricerca di scala che permetterà di sostenere investimenti tecnologici distributivi in un’industria affetta da contrazione dei margini”, ha detto, precisando che sul fronte degli alternativi si aspetta una crescita degli investitori retail dal 3% al 12% come confermato dal recente report BCG. “Per cavalcare questo trend”, ha concluso, “gli operatori dovranno mettere a disposizione nuovi strumenti da un lato e investire in formazione e tecnologia dall’altro”. 

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