La Puglia sfida il governo: ricorso alla Consulta contro il bilancio dello Stato per gli indennizzi agli emotrasfusi


La Regione Puglia ha deciso di impugnare davanti alla Corte Costituzionale la legge di bilancio dello Stato per il 2025, contestando l’obbligo di farsi carico del pagamento degli indennizzi per soggetti danneggiati da vaccinazioni obbligatorie, trasfusioni e somministrazione di emoderivati, meglio noti come indennizzi emotrasfusi. Si tratta di una spesa annua di circa 22 milioni di euro che, secondo la Regione, dovrebbe essere a carico dello Stato e non gravare sui bilanci regionali.

La decisione è stata annunciata dal presidente Michele Emiliano e dagli assessori al Bilancio e alla Salute, Fabiano Amati e Raffaele Piemontese, che hanno definito la norma incostituzionale, in quanto impone alle Regioni un onere che, per legge, spetta allo Stato. “Si tratta di un’ingiustizia che pesa sul bilancio regionale – hanno dichiarato in una nota – già appesantito da altri contributi allo Stato per un totale di 66 milioni di euro quest’anno, destinati a salire fino a 107 milioni nel 2029”.

Una battaglia che dura da anni

Il contenzioso nasce da una questione annosa, che coinvolge tutte le Regioni a statuto ordinario. La legge n. 210 del 1992 prevede che chi abbia riportato lesioni permanenti a causa di vaccinazioni obbligatorie o trasfusioni abbia diritto a un indennizzo a carico dello Stato. Tuttavia, dal 2012, il governo ha progressivamente ridotto i trasferimenti destinati a questo scopo, imponendo alle Regioni di anticipare i fondi necessari, con il risultato che molte amministrazioni locali hanno accumulato debiti senza mai ricevere le somme promesse.

Secondo la Corte dei Conti, che ha analizzato la situazione nel rendiconto generale della Regione Puglia per il 2023, la mancata copertura finanziaria da parte dello Stato rappresenta una violazione del principio di competenza esclusiva in materia di sanità e previdenza sociale. L’Assessorato al Bilancio della Regione Puglia ha inoltre sottolineato che l’aggravio economico si è ulteriormente accentuato a causa di un crescente numero di beneficiari, anche per effetto di sentenze della Corte Costituzionale, che hanno esteso il diritto all’indennizzo a nuove categorie di cittadini.

Il ricorso alla Consulta

L’impugnazione del bilancio dello Stato, spiega la Regione, si basa sul principio di riparto delle competenze tra Stato e Regioni. La legge n. 210/1992 stabilisce chiaramente che gli indennizzi agli emotrasfusi e ai danneggiati da vaccini devono essere erogati dal Ministero della Salute, che ha anche il compito di monitorare e trasferire annualmente le somme necessarie.

Tuttavia, dal 2018, lo Stato ha progressivamente ridotto i finanziamenti, lasciando le Regioni senza coperture adeguate. Nel bilancio triennale 2025-2027, approvato il 30 dicembre 2024, non è stato previsto alcun trasferimento per questi indennizzi, né il rimborso degli arretrati accumulati negli anni precedenti.

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“La spesa per gli indennizzi è obbligatoria, e lo Stato non può semplicemente scaricarla sulle Regioni senza prevedere i fondi necessari – ha spiegato l’assessore Fabiano Amati –. È una manovra lesiva dell’autonomia regionale, che mette a rischio la sostenibilità dei nostri bilanci e ci impedisce di destinare risorse ad altri servizi essenziali per i cittadini”.

Un peso insostenibile per la Regione

Il caso pugliese non è isolato: anche altre Regioni si trovano nella stessa situazione. Tuttavia, la Puglia è tra le più colpite, con un onere annuo di 22 milioni di euro, destinato a crescere nei prossimi anni.

Secondo Raffaele Piemontese, assessore al Bilancio, il meccanismo attuale è insostenibile: “Per garantire questi pagamenti dobbiamo sottrarre risorse ad altri settori, come la sanità e i servizi sociali. Il governo non può pensare di lasciare sole le Regioni di fronte a una spesa così rilevante e strutturale”.

Il presidente Michele Emiliano ha ribadito la determinazione della Regione Puglia nel portare avanti il ricorso alla Corte Costituzionale: “Non possiamo accettare che il nostro bilancio venga dissanguato da costi che non ci competono. È una battaglia che combattiamo non solo per la Puglia, ma per tutte le Regioni che si trovano nella stessa condizione. Il diritto alla salute e agli indennizzi è una competenza statale e lo Stato deve farsi carico di questi oneri”.

Le possibili conseguenze

Se la Corte Costituzionale dovesse accogliere il ricorso della Regione Puglia, il governo sarebbe costretto a ripristinare i trasferimenti per gli indennizzi, restituendo alla Regione i fondi già anticipati e garantendo la copertura futura.

In caso contrario, la situazione potrebbe diventare ancora più critica, con il rischio che le Asl non riescano più a garantire i pagamenti ai beneficiari, lasciando senza indennizzo migliaia di persone che hanno subito danni irreversibili a causa di trasfusioni infette e vaccinazioni obbligatorie.

L’esito della battaglia legale potrebbe dunque avere ripercussioni su tutto il sistema sanitario regionale, e su quello nazionale, ponendo una questione di principio sulla ripartizione delle competenze tra Stato e Regioni in materia di sanità e assistenza.

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