le imprese innovative guidano crescita e lavoro


Modello Napoli, sottolinea la Presidente della Slovenia Natasa Pirc Musar cogliendo il tratto sempre più distintivo della crescita della città in chiave internazionale, dal turismo all’export, dalle pmi innovative alla ricerca. Il cambio di paradigma della “capitale” del Mezzogiorno riconosciuto ormai stabilmente all’estero, sulla scia di rapporti e scambi commerciali che, nel caso specifico della Slovenia, hanno peraltro una radice solida.

Turistica soprattutto (ma non solo), rafforzata dalla partecipazione del Paese balcanico al workshop del 2022 organizzato a Napoli dal console Fronzoni, o dall’imminente varo da parte di Trenitalia del collegamento ferroviario diretto tra Campania e Slovenia attraverso i Frecciarossa. Per non parlare dei voli quotidiani da Capodichino per Lubiana o Maribor. Ecco, proprio questa naturale disponibilità ad ampliare e sostenere le possibilità di dialogo e di mobilità con i Paesi di altre aree geografiche, europee e no, dà la misura di quanto sia diventata forte l’attrattività di Napoli nel mondo. Non più una meta storicamente quasi obbligata per la storia, la cultura e l’arte ma un sistema economico a tutti gli effetti dove si può investire, dove ci sono Pmi ed eccellenze industriali di caratura internazionale, dove l’incontro tra i saperi dell’Accademia e i capitali privati è ormai costante e a tutti gli effetti produttivo. Modello Napoli è anche la dimostrazione pratica che la collaborazione istituzionale supera le inevitabili appartenenze politiche e mira ad obiettivi condivisi, per i quali c’è bisogno del contributo di tutti i poteri dello Stato come insegna l’avvio del risanamento di Bagnoli per citare l’esempio forse più evidente.

LE CIFRE

E poi ci sono i numeri a sostanziare ciò che non tutti riescono a vedere o a riconoscere. Da sola Napoli produce il 25% del Pil della Campania e il 7% della ricchezza complessiva del Mezzogiorno, ad esempio. Nel 2023 Napoli è stata la prima provincia del Sud nella classifica nazionale per export, precedendo Roma, e ha fatto meglio nel 2024 sotto la spinta di settori come il farmaceutico (che nella sua provincia ha in Novartis un formidabile campione del settore) e l’agroalimentare (cresciuto più della media Italia). Napoli è sempre più un punto di riferimento per il sistema delle start up innovative e traina la Campania al secondo posto nella graduatoria delle regioni. A Napoli è nato il primo vero ecosistema dell’innovazione, con le Academy del Polo della Federico II di San Giovanni a Teduccio che hanno attratto giovani laureati anche dall’estero. Modello Napoli è tutto questo e molto di più, se si pensa che quest’anno Napoli sarà anche la capitale della cultura d’impresa di Confindustria, in virtù di un dinamismo imprenditoriale che è ormai consolidato, come emerge da tutti gli osservatori economici che si occupano di crescita e sviluppo del Mezzogiorno. Non più, insomma, solo una città e una provincia in movimento ma una realtà anche economica in grado di mostrare la sua competitività in tanti settori, come nel caso dell’economia del mare, finalmente diventata centrale nelle prospettive della città dopo esserne stata per troppo tempo ai margini. In questo senso esperienze come la Zes unica non possono che accrescere questa spinta, promuovendo l’attrazione di risorse che fino a pochi anni fa sembrava impossibile ipotizzare in quest’area, raccontata soprattutto per i suoi limiti infrastrutturali e sociali.

I TARGET

Quei limiti in parte rimangono e sarebbe sciocco negarlo. Ma non sono più l’unico racconto possibile. Lo dimostra non solo il boom turistico della città, l’incremento costante di passeggeri all’aeroporto, gli annunciati investimenti di alcune delle più note catene alberghiere mondiali per promuovere turismo di qualità. Il sistema Napoli è anche un Distretto aerospaziale di grande qualità tecnologica con Leonardo e decine di Pmi (ieri è stata annunciata l’iscrizione di altre nove aziende), di centri logistico-produttivi come il Cis Interporto di Nola, capace di fatturare con le imprese insediate qualcosa come 8 miliardi all’anno, di poli automotive e di materiale ferroviario, da Stellantis a Hitachi Rail, a dir poco competitivi, tra Pomigliano e la stessa città capoluogo. Non è nato a caso, questo modello, e nemmeno è stato un caso che ieri vi abbia fatto riferimento anche la Presidente slovena. Guardare a Sud per capire che Italia fa e farà non è più una stravaganza, un omaggio di cortesia. Sta diventando un passaggio obbligato del quale, non a caso, la cultura è parte essenziale: ne è riprova il coinvolgimento attivo di Napoli nei progetti di formazione dei giovani africani previsti dal Piano Mattei. Il ponte tra Europa e Africa, sempre più strategico e non solo per ragioni energetiche, passa sempre più da Napoli e dal Mezzogiorno.
 





Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Carta di credito con fido

Procedura celere

 

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link