«Boom di fascicoli, ma processi rapidi»


Aumentano i ricorsi al Tar – Tribunale amministrativo regionale – e i giudici amministrativi si sono adeguati migliorando le performance nel senso di accorciare i tempi di chiusure degli stessi. Grazie anche alla introduzione del Processo telematico «la più radicale innovazione dei processi decisionali». Riforma che fa volare i procedimenti legati al Pnrr che rischiavano di impaludare i cantieri del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Migliorano anche i dati dei processi che riguardano l’edilizia. Calo forte dei contenziosi nel pianeta sanità mentre crescono – caso unico nel Paese – quelli della scuola in riferimento soprattutto alla richiesta di insegnanti di sostegno.

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L’Hotel de Londres – la sede del Tar – è pieno zeppo di autorità quando il Presidente del Tar Campania Vincenzo Salamone inaugura l’anno giudiziario con il bilancio del 2024. Non prima di rispondere alla domanda sulle infiltrazioni delle mafie e della camorra: «Le province più inquinate sono nell’ordine Caserta e Napoli. A Benevento è quasi inesistente. La presenza delle infiltrazioni la si trova soprattutto nei sub appalti e devo dire che le amministrazioni sono molto attente e rigorose nei controlli». Il prefetto Miche Di Bari al riguardo è netto: «Le interdittive antimafia sono ancora uno strumento molto efficienti. La variabile tempo nella giustizia credo che sia essenziale. E in questo tribunale sono rispettati».

È Salamone a fotografare lo stato dell’arte: «Ci sono più contenziosi – anche perché le risposte del Tar sono rapide. Nel 2024 sono stati depositati 6710 ricorsi, rispetto ai 6.150 del 2023. L’incremento di 560 ricorsi è pari a circa il 9,10% ed è stato determinato in larga parte da un aumento del contenzioso in tema di benefici in materia di ore di sostegno in ambito scolastico, del contenzioso in tema di silenzio delle pubbliche amministrazione e di esecuzione dei giudicati». Vale a dire le mancate “ottemperanze delle Pa. Sono stati pubblicate l’anno scorso 6141 sentenze, 182 ordinanze presidenziali, 1941 ordinanze cautelari, 256 decreti decisori e 845 decreti cautelari e definiti complessivamente 6579 ricorsi, con un sostanziale equilibrio tra giudizi promossi e definiti. «Parte rilevante dei ricorsi 1085 – racconta Salamone – sono stati trattati nell’ambito delle udienze di definizione previste dalla normativa in tema di Pnrr, a comprova della utilità ed efficienza “dell’Ufficio del processo” nella realizzazione degli obiettivi prefissati dal Pnrr». Il Presidente sulla carenza di organico, mancano 8 magistrati prova a non fare drammi: «C’è chi sta peggio – dice Salamone – la colpa è dei concorsi che durano anche un anno». E dire che al Tar Campania – secondo in Italia per dimensione del contenzioso – è stata istituita anche la IX Sezione interna.

Il Piano ha portato al Tar ben 1085 procedimenti arretrati ottemperati grazie anche al Processo telematico «e della utilità ed efficienza “dell’Ufficio del processo” nella realizzazione degli obiettivi prefissati dal Pnrr» sottolinea il presidente. L’ufficio del Pnrr – diretto dal segretario generale Gianfranco Vastarella – è composto da 11 funzionari e assistenti informatici. «La preparazione dell’udienza straordinaria comprende, altresì, la redazione di schede riepilogative dei ricorsi, contenente una dettagliata analisi in fatto e in diritto, oltre ad una eventuale proposta di soluzione della controversia» fanno notare al Tar.

Il Presidente del Tar nella sua relazione è netto: «Con riguardo alla materia dell’edilizia un importante rilievo lo ha avuto il cosiddetto decreto “Salva Casa”. La principale novità è individuabile nel superamento del “dogma” della doppia conformità urbanistica ed edilizia del manufatto alle discipline urbanistica ed edilizia vigenti al momento sia della costruzione sia della domanda di sanatoria». Una sorta di “Salva Milano” dove a valere sono le regole di quando sono stati costruiti i manufatti divenuto poi “fuorilegge” con le leggi attuali. Sulla Sanità il decremento dei ricorsi è dovuto alle «clausole di salvaguardia poste dalla Regione che il Consiglio di Stato ha ritenute valide. Cioè – conclude Salamone – la rinuncia ai contenziosi da parte dei privati che si accreditano presso il servizio sanitario regionale».





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