I contributi volontari per la pensione rappresentano una possibilità importante per i lavoratori che, per motivi diversi, hanno interrotto l’attività lavorativa, sia temporaneamente che permanentemente. Questi contributi permettono di rimediare a periodi di interruzione dell’attività e sono utili per raggiungere i requisiti necessari per ottenere la pensione.
La possibilità di versarli riguarda sia i lavoratori dipendenti che autonomi, e offre diversi vantaggi per migliorare la futura pensione, anticipare il pensionamento o colmare eventuali “buchi” contributivi. Ecco cosa bisogna sapere su come richiederli e come calcolarli.
Chi può versare i contributi volontari per la pensione
Tutti i lavoratori che, per motivi personali o esterni alla loro volontà, abbiano interrotto temporaneamente o definitivamente la propria attività, possono versare contributi volontari per la pensione. Non solo i lavoratori subordinati privati, ma anche gli autonomi, i liberi professionisti iscritti alla Gestione Separata e i lavoratori del settore pubblico, iscritti all’INPS Gestione Dipendenti Pubblici (ex INPDAP), possono accedervi. Inoltre, anche chi ha ridotto la propria attività lavorativa, come nel caso di contratti part-time o aspettative non retribuite, ha diritto a usufruirne. I contributi volontari permettono di colmare le lacune nella contribuzione necessaria per la maturazione del diritto a pensione.
Come richiedere i contributi volontari: requisiti e domanda
Per versare i contributi volontari per la pensione, occorre prima ottenere l’autorizzazione dall’INPS, che viene concessa solo in presenza di determinate condizioni. I principali requisiti sono: aver versato almeno 5 anni di contributi, equivalenti a 260 settimane di contribuzione, o almeno 3 anni nei 5 anni precedenti la domanda. Una volta ottenuta l’autorizzazione, che non scade mai, si può procedere con il pagamento. La domanda va inoltrata tramite il portale online dell’INPS, ma è possibile anche avvalersi del contact center o degli enti di patronato per l’assistenza. In alternativa, è possibile chiamare il numero verde 803 164 o utilizzare il servizio per il supporto nelle pratiche di domanda.
Come si calcolano i contributi volontari per la pensione
Il calcolo dei contributi volontari dipende dalla categoria di appartenenza del lavoratore. Per i dipendenti, si fa riferimento alla retribuzione annuale e alla contribuzione obbligatoria delle ultime 52 settimane, mentre per i lavoratori autonomi (artigiani, commercianti) si prende come base di calcolo la media dei redditi dichiarati ai fini IRPEF negli ultimi 36 mesi. L’importo da versare si determina applicando l’aliquota di contribuzione volontaria, che varia in base alla categoria di lavoro e al tipo di reddito. Dopo aver determinato base di calcolo e aliquota, si moltiplicano i due valori per ottenere l’importo da pagare. I pagamenti possono essere mensili o trimestrali, e vanno effettuati tramite il servizio PagoPA messo a disposizione dall’INPS.
Contributi volontari vs Fondo Pensione Privato: qual è la differenza?
Molti lavoratori si chiedono se versare i contributi volontari per la pensione o aderire a un fondo pensione privato. Mentre i contributi volontari sono finalizzati a raggiungere i requisiti minimi per la pensione pubblica e per incrementare l’importo dell’assegno pensionistico, un fondo pensione complementare consente di costruire una pensione aggiuntiva con versamenti periodici. I fondi pensione, infatti, vengono investiti in strumenti finanziari per generare rendimenti nel tempo e offrono vantaggi fiscali, garantendo maggiore flessibilità. In ogni caso, è possibile combinare entrambe le soluzioni per ottenere una pensione più elevata, adattata alle proprie esigenze future.
Concludendo, i contributi volontari sono una risorsa importante per chi desidera integrare il proprio percorso previdenziale e colmare eventuali vuoti contributivi. La loro richiesta e gestione sono semplificate dall’INPS, e offrono vantaggi per chi vuole garantirsi una pensione adeguata nel tempo.
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