Detrazioni, ecco chi ci guadagna e chi ci rimette


Colpo al ceto medio alto per aiutare chi sta peggio. Nel 2025 il taglio delle detrazioni colpisce i redditi superiori a 75mila euro, che si vedono togliere oneri detraibili per 3 miliardi. L’intento del governo Meloni, nell’ambito della Manovra 2025, è chiaro: sostenere a tutti i costi le fasce di reddito medio-basse. In questo contesto, le detrazioni nel settore immobiliare sono le più rilevanti, ma non mancano sorprese anche in altri ambiti come le spese per l’istruzione e lo sport dei figli.

Il nuovo limite sulle detrazioni: colpo ai redditi più alti

L’esecutivo ha deciso di operare una stretta su alcune detrazioni fiscali, in particolare per i redditi superiori ai 75 mila euro. L’impatto riguarda circa 312 mila contribuenti. Come ha evidenziato l’Ufficio Parlamentare di Bilancio, la misura colpisce duramente la fascia di reddito tra 75 mila e 100 mila euro (28% della spesa) e quella oltre i 100 mila euro (60% della spesa).

Questa mossa ha l’obiettivo di ridurre il costo delle agevolazioni fiscali e, al contempo, incrementare le entrate per lo Stato. L’introduzione di un massimale per le spese detraibili—14 mila euro per i redditi tra 75 mila e 100 mila euro e 8 mila euro per chi guadagna oltre i 100 mila—è un chiaro segno che il governo punta a un’ulteriore redistribuzione delle risorse, privilegiando le famiglie con più figli e i redditi più bassi.

Cosa cambia per il settore immobiliare?

Una delle aree più sensibili in termini di detrazioni fiscali riguarda certamente il settore immobiliare. Il bonus ristrutturazioni è stato prorogato, ma con alcune modifiche significative. Per le prime case, la detrazione rimane al 50%, con un massimale di 96 mila euro per ogni unità immobiliare. Tuttavia, per le seconde case, il beneficio si riduce al 36%, con un tetto massimo di 48 mila euro. Insomma, chi intende ristrutturare un immobile dovrà valutare con attenzione le nuove disposizioni.

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Nel settore immobiliare, anche il bonus mobili ha visto la conferma della detrazione al 50% per l’acquisto di mobili e apparecchiature, ma solo se l’acquisto è effettuato per case in ristrutturazione, incluse anche quelle danneggiate da eventi calamitosi. Il limite massimo per questa detrazione è fissato a 5 mila euro. Le regole sono più restrittive rispetto al passato: non sarà più possibile usufruire della cessione del credito o dello sconto in fattura, ma la detrazione sarà applicata direttamente sulla dichiarazione dei redditi.

In aiuto delle famiglie con più figli

Con l’introduzione di un coefficiente familiare che favorisce le famiglie numerose, le nuove misure di detrazione premiano soprattutto chi ha figli a carico. I soggetti più penalizzati saranno, infatti, i single con redditi superiori ai 100 mila euro, mentre le famiglie con più di tre figli e con redditi più bassi (sotto i 50 mila euro) vedranno un impatto ridotto. Per esempio, la detrazione per le spese di ristrutturazione sarà limitata per i single, ma le famiglie numerose con un reddito basso o medio troveranno più spazio per dedurre le spese, grazie alla maggiore flessibilità offerta dal quoziente familiare.

Anche la scuola e lo sport per i figli vedranno un cambiamento. Le detrazioni per spese educative, che riguardano iscrizioni a scuole musicali e sportivi, sono confermate, ma con limiti più stringenti. Per esempio, l’iscrizione a istituti musicali per ragazzi tra 5 e 18 anni sarà detraibile solo per famiglie con un reddito inferiore a 36 mila euro. Una misura che, seppur di valore, non sembra andare nella direzione di agevolare i contribuenti di classe media o alta.

Sulla Sanità il governo non tira i remi in barca

Tra le poche detrazioni che non sono state ridotte vi sono quelle sanitarie, un punto di riferimento importante per molte famiglie italiane. Le spese mediche, l’acquisto di medicinali, le visite specialistiche e gli ausili per disabili continueranno ad essere detraibili senza restrizioni. È una scelta che va incontro alle necessità dei ceti più bassi e medi, che spesso affrontano spese sanitarie considerevoli.

Nel complesso, la Manovra 2025 dimostra una certa coerenza rispetto al programma di governo. Se, da un lato, le detrazioni per ristrutturazioni edilizie e mutui subiranno un ridimensionamento significativo per chi ha redditi elevati, dall’altro, famiglie con più figli e con redditi più bassi o medi potranno beneficiare di misure più favorevoli. Sperando che il prossimo anno si riesca a far ripartire la crescita, altrimenti le sforbiciate potrebbero continuare.

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