nuovi treni, connessioni, stazioni e Tpl rifinanziata


Il “Colloquio sul PNRR” ospitato dall’Università degli studi LINK di Roma – e promosso dall’Ingegner Roberto Tomasicchio, una delle massime autorità sul PNRR – ha prodotto una mole di studi e di aggiornamenti che meritano un focus di attenzione. Perché se la vulgata vede il PNRR come una nebulosa poco percepita, la realtà dei numeri e dei fatti inquadra le tante novità nell’ambito del trasporto pubblico – quello locale e quello ferroviario, nazionale – come notizie di straordinaria rilevanza per la vita quotidiana dei cittadini, passeggeri e fruitori.
Per il trasporto pubblico locale il riferimento amministrativo è l’Ing. Pietro Antonio Gallo, Direttore generale dell’Ufficio IV della Struttura di missione PNRR.

È stato lui a condividere nel “Colloquio”, autentico unicum come momento di condivisione tra i responsabili del Piano, il master plan del suo progetto. L’importo complessivo parla da sé: 1.003.000.000 euro per un «Investimento finalizzato all’acquisto di treni per il trasporto pubblico locale (TPL) e di treni per il servizio universale intercity, ad alimentazione elettrica o ad idrogeno». Per la componente relativa al TPL, si procederà con l’acquisto di treni elettrici e ad idrogeno; in particolare di almeno ulteriori 57 treni, di cui almeno 12 ad idrogeno. Il numero di casse complessivo deve essere pari ad almeno 216 di unità di materiale rotabile, di cui almeno 57 locomotrici. Per ciò che attiene la componente intercity, l’investimento è finalizzato all’acquisto di 12 treni elettrici intercity, per un numero complessivo di 96 unità di materiale rotabile, di cui almeno 12 locomotrici, e ulteriori 30 carrozze intercity. Complessivamente, quindi, il numero di casse deve essere pari ad almeno 126 unità di materiale rotabile, di cui almeno 12 locomotrici.

Ieri anche il Gruppo Ferrovie dello Stato ha precisato ulteriormente i passi avanti che sta facendo: i 1.200 cantieri aperti sulla rete ferroviaria – tra manutenzione ordinaria e fondi Pnrr – con relativi disagi per l’utenza «non finiranno in un mese, andranno avanti per anni». È una buona e una cattiva notizia. Ma si certifica come «Fs sta mettendo in campo una serie di azioni per cercare di gestirli e ridurne l’impatto sull’utenza. Dopo mesi di polemiche per i guasti sulla rete, il Gruppo Ferrovie dello Stato spiega le contromisure che sta adottando, anche in vista della prossima stagione estiva: rimodulazione delle corse, fermate meno utilizzate soppresse su parte delle corse Av, una campagna informativa per raccontare su quali tratte si svolgeranno i lavori nei prossimi mesi. Nella sede del Gruppo per due ore l’amministratore delegato Stefano Antonio Donnarumma ha alternato le slide con tutti i numeri del caso.

Il Gruppo Fs investirà 100 miliardi di euro nei prossimi dieci anni, il 62% nella sola infrastruttura ferroviaria: dai binari, alle stazioni fino alle tecnologie che fanno viaggiare i treni. Nella consapevolezza che i lavori dureranno alcuni anni e che la rete ha delle criticità legate al suo crescente utilizzo. «Paradossalmente ciò che crea maggiormente disagio sono i cantieri della manutenzione ordinaria, quelli che servono per la sicurezza, non quelli del PNRR che in buona parte sono aperti per la creazione di nuove opere, quindi richiedono interruzioni solo nel momento di allaccio alla rete», spiega l’ad di Fs. Poi sottolinea come la rete «È stata pensata in passato per un utilizzo, lo ha fatto egregiamente, ora però ne fa un altro con altri volumi di traffico e quindi inizia a manifestare l’esigenza di una manutenzione o riparazione».

L’ad di Fs si è soffermato sulla saturazione della rete Alta Velocità, con i nodi di Roma e Milano pieni e quello di Napoli vicino al suo massimo. «Nel 2017 c’erano 306 viaggi dei treni – ricorda – nel 2024 sono stati 400, è un incremento molto importante. Noi gestiamo più di 9mila treni al giorno, con picchi fino a 10mila. Se a volte parliamo di 10 treni Av in ritardo in un giorno ricordiamoci sempre che sono 10 o 20 su quei numeri totali». Il trasporto ferroviario riguarda tutti, ma c’è a monte un altro argomento che in tema di PNRR varrà la pena di ricordare: la vice capo di gabinetto della Presidenza del Consiglio, Angela Guerrieri, nel “Colloquio” alla Link ha sottolineato che tra qualche anno l’impronta lasciata dal PNRR sarà ben visibile, oltre che per i progetti attuati e gli effetti delle riforme, anche per la presenza di una nuova classe dirigente che si distinguerà per la capacità di dare efficace attuazione ad investimenti secondo il criterio performance based introdotto per la prima volta dal Piano.

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Ph.D. in Dottrine politiche, ha iniziato a scrivere per il Riformista nel 2003. Scrive di attualità e politica con interviste e inchieste.





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